4.5 DISTURBI DI PERSONALITÁ E COMPORTAMENTI CRIMINALI
La Suprema Corte nella Sentenza 9163/2005 delle Sezioni Unite
ha dichiarato:
“Anche “i disturbi di personalità”, come quelli da nevrosi e psicopatie, possono costituire causa idonea a escludere o grandemente scemare, la capacità di intendere e di volere del soggetto agente ai fini degli articoli 88 e 89 c.p., sempre che siano di consistenza, intensità, rilevanza e gravità tali da concretamente incidere sulla stessa; per converso, non assumono rilievo ai fini dell’imputabilità le altre “anomalie caratteriali” o gli “stati emotivi e passionali”, che non rivestono i suddetti connotati di incisività sulla capacità di autodeterminazione del soggetto agente; è inoltre necessario che tra il disturbo mentale e il fatto reato sussista un nesso eziologico, che consenta di ritenere il secondo casualmente determinato dal primo”.
Il disturbo di personalità assume significato di infermità quando, al momento del e in riferimento al fatto reato, sono presenti quelle manifestazioni di “diffusione dell’identità” fino alla “perdita di identità” con rotture del Sé che esitano in esperienze dissociative o psicotiche e in correlati agiti in cui sono gravemente alterati o il sentimento di realtà o l’esame di realtà (Fornari, 2008).
Inoltre, il funzionamento patologico psichico da cui dipende la gravità del reato deve essere comparato con il comportamento tenuto prima, durante e dopo il reato.
I disturbi di personalità secondo il D.S.M.-IV-TR sono raccolti in 3 gruppi in base ad analogie descrittive.
Il gruppo A include i Disturbi di Personalità Paranoide, Schizoide e Schizotipico. Gli individui con questi disturbi spesso appaiono strani o eccentrici.
Il gruppo B include i Disturbi di Personalità Antisociale, Borderline, Istrionico e Narcisistico. Gli individui con questi disturbi spesso appaiono amplificativi, emotivi, o imprevedibili.
Il gruppo C include i Disturbi di Personalità Evitante, Dipendente, e Ossessivo-Compulsivo. Gli individui con questi disturbi appaiono spesso ansiosi o paurosi (D.S.M.-IV-TR, 2001).
In questa sezione ci occuperemo dei disturbi di personalità, relativi al CLUSTER A e CLUSTER B, significativi a livello criminologico.
CLUSTER A
DISTURBO SCHIZOIDE DI PERSONALITÁ
I soggetti con disturbo schizoide di personalità si caratterizzano per la freddezza emotiva, preferiscono le attività solitarie e sembrano del tutto indifferenti ai giudizi degli altri.
La presenza di questi soggetti è relativamente frequente fra autori di reati aggressivi e violenti (rapina, lesioni personali, omicidio, violenza carnale) o di azioni che scaturiscono da motivazioni altamente egoistiche e con completa indifferenza nei confronti di cose e persone (Ponti, 2008).
DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITÁ
Il disturbo paranoide di personalità è proprio di quei soggetti che mostrano diffidenza e sospettosità e vivono in costante aspettativa di essere ingannati, sfruttati, portano rancore e sono pervasi da aggressività e litigiosità.
Tale atteggiamento conduce i soggetti a rapportarsi alla realtà in termini legali, spinti da un accentuato bisogno di giustizia e rivendicazione come nel caso dei querulomani.
La rigidità del carattere, l’elevato concetto di sé, la permalosità e sospettosità favoriscono anche reati di ingiuria, diffamazione, calunnia, vilipendio dell’apparato giudiziario.
Inoltre, può svilupparsi una vera e propria forma di disturbo delirante, che si presenta con il delirio di querela, in cui si ritiene che l’insoddisfatta richiesta di giustizia sia il risultato di immaginati complotti, di persecuzioni, a cui parteciperebbero giudici, istituzioni e Forze dell’Ordine (Ponti, 2008).
CLUSTER B
DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITÁ
Il disturbo antisociale di personalità è definito in base ad una costellazione di comportamenti ed atteggiamenti riscontrati comunemente nei delinquenti persistenti e nei criminali recidivi che presentano comportamenti di inosservanza e violazioni dei diritti altrui (West, 1990).
Si tratta di persone che, fin dall’adolescenza, creano preoccupazioni in famiglia con i loro comportamenti devianti: atti di vandalismo, condotta scolastica irregolare e atteggiamenti ribelli (Ponti, 2008).
Questi soggetti sono propensi a reazioni di aggressione fisica alla minima provocazione, inclini alle risse, sono impulsivamente edonistici, con la tendenza a utilizzare sostanze stupefacenti e alcoliche e a guida spericolata (Ponti, 2008).
DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÁ
Il D.S.M.-IV-TR definisce il disturbo borderline di personalità come una “ modalità pervasiva di instabilità” che riguarda tre aree: l’umore, l’immagine di Sé, le relazioni interpersonali.
Questo disturbo sembra essere prevalente nelle donne, con esordio in età giovanile.
I soggetti borderline sono impulsivi, imprevedibili e sovente esplosivi, le loro relazioni sono complicate, poiché essendo manipolatori, volubili e ostili spesso ottengono rifiuti piuttosto che il sostegno che cercano (Freilone, 2005).
Il loro umore altalenante è contrassegnato da momenti di apatia,a rabbia, ad ansietà, ad eccitazione.
Nei momenti di rabbia intensa, ira e sfuriate il soggetto borderline è incapace di esercitare un controllo sui propri sentimenti che si traducono in abuso di sostanze (droghe, alcol), promiscuità sessuale e marcate condotte antisociali come guida spericolata e furto (Freilone e Torre, 2008). Sono proprio queste caratteristiche: rabbia intensa e rimuginata, umore instabile che possono portare il soggetto borderline a commettere omicidi (Gulotta, 2005).
Il disturbo borderline ha dei tratti comuni con altri disturbi di personalità, infatti, a livello nosografica-clinico è stato riscontrato che: sia nel disturbo borderline sia in quello antisociale emergono in primo piano la disforia e l’impulsività; sono presenti con il disturbo istrionico; somiglianze si riscontrano anche con il disturbo narcisistico e il disturbo schizotipico di personalità; difatti in alcuni casi è possibile formulare entrambe le diagnosi (Fornari, 2008).
La depressione e l’angoscia sono spesso comuni e possono sfociare in tentativi di suicidio o in alcuni casi in comportamenti autolesivi. Un’altra caratteristica dei borderline è costituita da episodi psicotici temporanei e reversibili.
Tali disturbi transitori sono caratterizzati dalla perdita di contatto con la realtà e da scompensi cognitivi ed emotivi (Freilone, 2005).
DISTURBO ISTRIONICO DI PERSONALITÁ
Il disturbo istrionico di personalità è tipico dei soggetti che tendono ad attirare l’attenzione su di sé, comportandosi in modo drammatico e teatrale.
Le loro azioni sono manipolatorie, inautentiche, esibizionistiche e con un sistematico ricorso alla bugia patologica.
Fra questi soggetti è possibile trovare truffatori, millantatori di credito, coloro che abusano di titoli o di funzioni e coloro che simulano reati presentandosi come vittime di violenze (Ponti, 2008).
DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITÁ
Il disturbo narcisistico di personalità è caratterizzato da una tendenza a rapportarsi alla realtà e al prossimo in modo manipolatorio e machiavellico, senza che agli altri venga riconosciuto un valore personale.
Questi individui inseguono il successo, la ricchezza e la notorietà senza porsi scrupoli.
Per il soggetto con disturbo narcisistico di personalità, la rabbia, la concomitante esistenza di grandiosità e bassa autostima, con conseguente insorgere di sentimenti di invidia ed umiliazione, l’esasperato senso di ingiustizia subita, le difficoltà ed instabilità nelle relazioni oggettuali possono spiegare certe dinamiche omicidarie (Gulotta, 2005).
Malmquist ha definito l’omicidio commesso dal soggetto narcisista come: “Il bisogno di questi individui di cancellare qualche apparente offesa recata loro, assieme alla furia che deriva dal sentire la mancanza di controllo sulla persona o oggetto che pensano li abbia offesi è il passo finale verso l’omicidio (…).
Persistente è il desiderio di vendetta, di fare giustizia per una ferita; esso può aver covato per qualche tempo. In alcuni casi rimane silente, poi viene riattivato da qualche fattore precipitante. In altri casi consuma l’individuo per tutta la sua esistenza con un’intensità pressante che non dà tregua” (Gulotta, 2005, p. 136).
Soffro di disturbi bipolari e a causa di questi disturbi sono stato denunciato per atti persecutori e lesioni personali. Io non ricordo la vicenda ma cosa può accadere in fase processuale?
I love reading through an article that can make men and women think.
Also, many thanks for allowing me to comment!