1.2 IL MANICOMIO CRIMINALE IN EUROPA
“Non è facile definire in modo preciso come fossero e come funzionassero gli Istituti di segregazione della non ragione. Né deve trarre in inganno il nome del più famoso di tali istituti l’Ospedale Generale di Parigi; infatti tale istituto non aveva nulla a che vedere con quello che noi intendiamo oggi per ospedale, inteso come luogo pubblico di cura dei malati.
L’istituto per la segregazione della non ragione era un luogo per alcuni versi simile al Carcere, per altri all’Ospizio; le persone erano in parte assistite, in parte punite, il trattamento era molto duro, le loro condizioni igieniche precarie e il medico, figura marginale di tale istituzione, vi entrava raramente, solo in caso di malattie fisiche gravi; e il folle una delle tante forme della non ragione, era recluso con gli altri e non riceveva alcun trattamento particolare” (Dell’Acqua, 2005, p. 288).
Fu l’Inghilterra il primo paese a proporre una soluzione che delineava una netta separazione tra il carcere e l’ospizio, riconoscendo la malattia mentale della persona autore di reato e definendo così una nuova figura: il reo-folle.
Il primo istituto ad accogliere folli criminali, ancor prima che fossero istituiti appositi manicomi, fu l’Asilo di Bethlem, in Inghilterra, dove nel 1786 fu aperto un comparto speciale che spianò la strada al progetto del manicomio criminale, il luogo della follia, destinato unicamente al ricovero dei rei-folli.
A seguito di questo evento furono aperte altre sezioni per folli criminali all’interno dei tanti altri asili sparsi per il Paese.
L’Inghilterra fu il primo Paese a disciplinare con la legge, la materia dei delinquenti folli, specificando minuziosamente le categorie di soggetti destinati ai manicomi criminali.
Le ragioni di tali innovazioni possono essere ricercate negli episodi delittuosi che videro coinvolta Margareth Nicholson nel tentato omicidio del Re Giorgio III dichiarata pazza e quindi irresponsabile del suo atto fu internata in una sezione speciale del manicomio di Bethlem; e nel 1790 John Frith scagliò alcune pietre contro la carrozza del re nonostante fu arrestato per alto tradimento egli venne prosciolto per irresponsabilità.
Il 28 luglio 1800 il parlamento inglese, durante il regno di Giorgio III, emanò l’Insane Offender’s Act l’atto formale con cui l’Inghilterra riconobbe legalmente la “follia delinquente” (Carboni, 1997).
Tale legge disponeva che qualunque persona affetta da alienazione mentale resasi responsabile di atti criminali, venisse assolta, ma tenuta in stretta sorveglianza, per una durata di tempo e in un luogo scelto dalla Corte, fino a quando il re non revocasse la misura.
Da quel momento l’istituzione totale del manicomio criminale fece la sua comparsa: nel 1863 a Broadmoor, situato nella periferia di Londra che a seguito delle norme “The Criminal Lunatic Act” del 1884 e “The Trial of Lunatic” del 1885 disponeva che potevano essere ricoverati non solo le persone che avessero commesso un reato in stato di pazzia, ma anche coloro che fossero impazziti durante il processo e coloro che, per sopraggiunta alienazione mentale, fossero diventati incapaci di sottostare alla normale disciplina carceraria (Borzachiello, sito internet www.ristretti.it).
Sull’esempio inglese, il problema dei rei riconosciuti infermi di mente fu affrontato anche in altri stati europei e negli Stati Uniti d’America.
Per quanto riguarda lo scenario francese nel 1800 aveva visto protagonista il medico Philippe Pinel stravolgere la situazione esistente spezzando i ceppi che tenevano incatenati i pazzi negli ospizi e dando così vita all’istituzione manicomiale ponendo una distinzione sull’iter legislativo sottoposto ai criminali, che dopo un regolare processo erano destinati nelle carceri e per i folli che in quanto malati erano ricoverati in manicomio, a Bicetre gli uomini e alla Salpetriere le donne (Dell’ Acqua, 2005).
Questi ospedali erano stati istituti con l’intento di curare il malato di mente attraverso l’internamento che consisteva nella segregazione in un ambiente rigoroso e strutturato, al di fuori di influenze esterne e con la presenza costante di un medico che seguisse l’ evoluzione della malattia. Tutti i folli indistintamente erano internati nel manicomio di Bicetre sino al 1876 anno in cui fu istituita un apposita sezione per pazzi criminali alle dipendenze delle carceri centrali di Gallion.
Soffro di disturbi bipolari e a causa di questi disturbi sono stato denunciato per atti persecutori e lesioni personali. Io non ricordo la vicenda ma cosa può accadere in fase processuale?
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