2) Nota
Un lavoro di Laura Ambrosiano7 “Con la realtà addosso” ripropone in chiave psicoanalitica una visione del nostro “essere nel mondo” centrata sulla nozione di ” destino impersonale” di Freud quando ci definisce (Pulsioni e loro destini, 1915) appendice provvisoria e anonima dell’immortale plasma germinale. Ambrosiano aggiunge che è per questo che Freud può affermare che l’individuo conduce una doppia vita, come fine a se stesso e come anello di una catena di cui è strumento, contro o comunque indipendentemente dal suo volere (Introduzione al narcisismo, 1914,p. 448).Nello stesso lavoro l’autrice riprende anche la nozione di Bion di “spinta a esistere” (Seminari Clinici,1987) e esprime in una frase il tema del suo contributo:
Possiamo immaginare che il criterio ultimo per discriminare la salute mentale dalla patologia sia proprio la tolleranza alla esposizione a questa forza sconosciuta e aliena che pervade l’intera esistenza.
Peraltro i fisici oggi ci pongono con apparente “neutralità” di fronte alla stessa ignota ragione del nostro esistere e quindi di fronte alla costrizione dell’uomo di crearsi delle ragioni per dare senso al proprio esistere. Scrive l’astrofisica Margherita Hack8
I fisici ipotizzano l’esistenza d’una particella- il bosone di Higgs- che sarebbe la madre di tutte le particelle, nel senso che fornirebbe la massa a tutte le altre particelle, conosciute o ancora sconosciute…. Ma se veramente il bosone di Higgs esiste e fornisce la massa a tutte le altre particelle, da cui è costituito l’universo-le galassie, le stelle con i loro pianeti, gli esseri viventi- che differenza c’è tra questa particella e il dio immaginato da tanti scienziati e filosofi? Infatti quest’ultimo sarebbe esclusivamente il creatore, e il suo atto di creazione avverrebbe per ragioni a noi ignote; egli sarebbe completamente indifferente alle vicende delle sue creature, ben diverso dal classico dio immaginato come un padre che premia e punisce ii suoi figli. (p.78)