In questo periodo si sta dedicando molta attenzione alle giovani generazioni. L’incremento dell’accesso ai servizi sanitari, anche in Emergenza-urgenza, il bisogno di ricoveri è stato evidenziato in diversi contributi.
Il tema è molto ampio e penso sia importante evitare distorsioni e generalizzazioni sulla base di alcuni fenomeni come l’uso di sostanze o la devianza che, pur rilevanti, restano marginali. La maggior parte dei ragazzi è in buona salute e segue con impegno competenza e sensibilità studio, attività sportive, culturali e sociali. Sta affrontando le difficoltà del post covid, delle crisi della pace, economica, sociale, ambientale. Vi è una complessità ed una sensibilità del mondo giovanile che spesso è poco nota.
Vi sono anche ragazzi che soffrono, anche fin dalle prime fasi della vita, di disturbi che vanno curati vedendo la salute secondo un approccio olistico, biologico, psicologico, sociale, ambientale e culturale. Partendo da una visione generale vorrei fare alcune riflessioni.
Un periodo storico di trasformazioni
Come sappiamo non siamo in un periodo facile in quanto sono in atto molteplici trasformazioni che vanno affrontate insieme a partire dalla constatazione che il mondo adulto è spesso privo di risposte, ha bisogno di capire e fa fatica a dare sicurezze nella crescita. Educare ad affrontare l’incerto senza scorciatoie. È in atto una ricerca di fronte al non sapere, il che rende tutti erranti, migranti fra mondi conosciuti e ignoti. Si tratta quindi di una difficoltà generale, una crisi che è di tutti ed è espressa con più evidenza dalla sofferenza giovanile ma è presente anche nel poco apparente isolamento degli anziani o nelle diseguaglianze e nella discriminazione dei diversi. Un disagio che riguarda tutti a fronte di una crescente incertezza, alla necessità di doversi adattare a modi e mondi nuovi, compresi i loro linguaggi. In questo contesto se la società perde capacità di accoglienza, ascolto non giudicante, solidarietà è pressoché inevitabile la crescita dell’emarginazione, dell’esclusione, dell’anomia ma anche della rabbia, della rivendicazione, dei linguaggi di odio e persino del razzismo. E ciò finisce con il riguardare tutti. E’ illusoria l’idea di confinare tutto il male in un solo luogo così come il bene o la ricchezza. Siano interdipendenti. Nessuno può farcela da solo.
La capacità di adattamento ed elaborazione
I cambiamenti hanno una velocità tale da superare di gran lunga le capacità di adattamento ed elaborazione delle persone e delle comunità. Anche questo è fonte di disagio nel momento in cui la rivoluzione tecnologica sta cambiando la vita di tutti. Internet e l’Intelligenza artificiale stanno modificando ogni aspetto della vita delle persone, delle famiglie e delle comunità. Cambiano il funzionamento mentale, relazionale, i modi di viaggiare, comprare, studiare, lavorare, della scienza e della tecnica. Sono tantissimi gli aspetti positivi e interessanti. Insieme ad essi vi sono anche i pericoli, le dipendenze, il possibile utilizzo criminale, a scopo antidemocratico, per promuovere violenza e guerre.
Siamo in ritardo nella costruzione di un’etica della rete, una sua regolamentazione legislativa e fiscale internazionale. Stiamo pian piano comprendendo come utilizzarla nei diversi ambiti educativo, sanitario e sociale, ma anche produttivo e nei commerci. Per tutti è importante non essere lasciati soli, collaborare e spesso i giovani aiutano i più anziani, accompagnare e sostenere i più fragili, fare gruppo, mantenere vivo il sapere critico e la certezza delle fonti. È tipicamente umano dare l’esempio e con-vivere, cioè trovare le condizioni per essere nel mondo con altri. Un essere che è fatto di parole vive, di corpi, di vicinanza effettiva. Corpi che talora vediamo sofferenti, anoressici, obesi, tagliati, nascosti e sommersi da droghe e alcool, trascurati, trasformati… e arrivano all’attenzione dei servizi. Invisibili per essere visti. Se il ritiro è diventato più frequente, soli senza lavoro e studio (NEET), chiusi in casa (Hikikomori) e soli sempre più soli, fino a morire nell’isolamento e nell’indifferenza. L’umano, in epoca tecnologica, consiste nel prendersi cura dell’altro e della vita nel pianeta. Sono gli adulti a dovere dare l’esempio.
Il valore dell’accoglienza e del confronto
Ci troviamo in un mondo che è diventato più piccolo, globalizzato e multiculturale. Impegniamoci a comprendere le diverse culture, religioni, modi di vivere, pur con chiari e inequivocabili riferimenti etici e giuridici. Ma non possiamo rinunciare all’accoglienza, alla conoscenza, al reciproco arricchimento e al confronto. Approcci basati sulla chiusura non consentono di evolvere, creano “il nemico” e non fanno cogliere lo straniero che abita ciascuno di noi. La diversità è una condizione di ciascuno, ed essere accolti nella propria unicità fa parte della crescita. Questa si avvale di tanti apporti, esperienze e curiosità. Di un volto che riconosce, accoglie nella gentilezza. La ricerca è una caratteristica dell’uomo che si è sviluppato grazie alle cooperazione con gli altri, al suo essere “animale sociale” nel ciclo della natura.
Viviamo in una crisi climatica che minaccia il futuro del pianeta. Sono stati i giovani, spesso inascoltati, a segnalare questa emergenza che crea malattie e morti evitabili.
Ancora vi è la crisi familiare, sociale e delle norme. Tante povertà educative, economiche e culturali stanno riguardando parti crescenti della società. Nonostante questo tanti genitori stanno facendo del loro meglio per assicurare cura ed educazione in una quasi una miracolosa normalità, specie delle donne impegnate a conciliare tempi di lavoro e di assistenza a bambini ed anziani. Un punto questo ancora troppo spesso dimenticato.
I riferimenti per la crescita e l’educazione
I diversi modelli di famiglia e di relazione stanno cambiando i riferimenti per la crescita e l’educazione. Questi richiedono molto equilibrio e maturità per evitare che conflitti, tensioni e talora traumi diventino parte della crescita dei figli. Figli che hanno bisogno di genitori maturi, in grado di dare l’esempio e di non essere eterni adolescenti. La scuola sta facendo molto con tanto impegno e va sostenuta da un patto educativo con gli studenti e le loro famiglie. Servono riflessioni sugli aspetti prestazionali individuali e competitivi e su come creare e favorire cooperazione, solidarietà e comunità. La relazione con l’altro, sempre unico e diverso, è fonte di reciproca crescita. La scuola di tutti e per tutti è una grande conquista educativa e si deve al lavoro di tanti insegnanti nel Paese di Maria Montessori e Don Lorenzo Milani.
Occorre apprendere non solo a scuola ma in ogni ambito sociale, come si compone un conflitto, come si media una discussione, come si trova un’intesa, come ci si rispetta nella differenza e nella reciproca tolleranza, come si gioca e si vive una sfida sportiva… sono tutti temi dove ad essere deficitario è l’esempio adulto in vivo e nei media. Come si fa fronte ai propri compiti e doveri, come si rimedia ad un errore… Come ci si assume la responsabilità e si chiede scusa e perdono. Tutto questo va appreso, insegnato e praticato con l’esempio.
La strutturazione della personalità
Per avvertire il senso di colpa, per cogliere le conseguenze delle proprie azioni occorre una strutturazione della personalità, avere una funzione morale e di giudizio in grado di distinguere il bene dal male. Molti non sono in grado di farlo. Il crescente analfabetismo etico e affettivo (e non solo) fa sì che diversi interventi punitivi finiscano con l’essere poco efficaci. È più forte l’influenza dei pari, del gruppo, il timore di essere umiliati, evitati, dimenticati, bullizzati. L’identità è anche un dono sociale, legata al riconoscimento dell’altro. Se non c’è, se non si vale si apre la via della sofferenza, fino anche al tentativo di suicidio ma anche ad esplosioni di aggressività, forme di farsi valere, di rispondere alla nozione della giustizia del gruppo e non tanto dello Stato. Ciò è presente anche nelle relazioni affettive, dove è importante sapere accettare l’altro/a, le sue decisioni e le sue autonomie.
Ecco perché è necessario andare oltre l’individualismo, l’egoismo, il “tutto è dovuto”… le furbizie, le evasioni non solo fiscali, dalle norme. Vediamo di accogliere i giovani nel mondo adulto senza lavori sottopagati, precari, sfruttati. Ed è questa qualità del mondo adulto frammentato, precario, furbesco, portato alla manipolazione, alla bugia che fa male e insegna ai giovani un successo da perseguire ad ogni modo.
Le responsabilità nei confronti dell’altro
Sono passati 45 anni dal delitto del Federale che tanto colpì Parma e che provocò grazie a Mario Tommasini, una mobilitazione di tutta la comunità. Tanti altre persone sono stati aiutate in questo modo con l’impegno delle associazioni, cooperative, volontariato, chiese, imprenditori, lavoratori, servizi sociali e sanitari, magistratura, avvocatura, Forze dell’ordine… per superare le paure, gli stigmi. È questo che dobbiamo rilanciare con per dare futuro e speranza, senza pensare nel Paese di Cesare Beccaria, che il sistema carcerocentrico possa risolvere i problemi. Senza buonismo, ma con forte senso della responsabilità perché tutti, anche chi ha disturbi mentali, risponda delle conseguenze delle proprie azioni. Tutto questo chiama in causa ciascuno di noi per una presa in cura, interistituzionale e di comunità. Una società tradizionale, del come eravamo, gli adulti e gli anziani possono certamente rimpiangerla ma non tornerà. A fronte dei tanti cambiamenti in atto non dimentichiamo una migrazione dall’Italia all’estero di ben 198mila persone, in larga parte giovani e istruiti. Andremo avanti se insieme sapremo rifondare un Patto sociale e ambientale e creare un futuro come destino comune.