Per nictofobia si intende la paura immotivata e irrazionale del buio e della notte. Composta dalle parole greche “nyctos“, notte, e “phobos“, paura, e detta anche acluofobia, si manifesta generalmente durante l’infanzia e per questo viene considerata una fase normale dello sviluppo, ma può colpire anche gli adulti, trasformandosi in una di quelle fobie specifiche capaci di causare ansia ed avere un forte impatto sulla vita quotidiana di chi ne soffre.
Nictofobia, quali sintomi la accompagnano
Affinché la nictofobia possa essere diagnosticata, occorre che i sintomi che la accompagnino perdurino per un minimo di sei mesi. D’altro canto il buio è di per se considerato universalmente come uno stimolo avversivo, perché cela alle persone informazioni riguardanti l’ambiente in cui si trova, trasmettendo al cervello una percezione di pericolo. Questa sensazione di inquietudine, però, varia da soggetto a soggetto, perché le insidie che si anniderebbero tra le tenebre possono fare riferimento alla sfera psicologica di ciascuno e oscillare dal timore di subire un’aggressione, alla paura di belve feroci in agguato, fino alla percezione di entità soprannaturali. Non è raro infatti che la nictofobia si accompagni ad altri disturbi legati all’ansia e al sonno.
Dal punto di vista della sintomatologia, la paura del buio è in grado di innescare reazioni fisiche, cognitive e comportamentali e per scatenarle è sufficiente l’esposizione all’oscurità, anche di giorno, o perfino il sol pensiero di ritrovarsi al buio.
Sintomi fisici
Sotto il profilo fisiologico, i sintomi richiamano quelli comuni ad altre fobie specifiche quali:
- aumento della frequenza cardiaca
- sudorazione
- nausea, mal di testa e diarrea
- problemi di respirazione
- senso di oppressione o dolore al petto
- sensazioni di tremore o formicolio
- vertigini
- vampate di calore o di freddo
Sintomi cognitivi
Tra i sintomi cognitivi invece si individuano sensazioni di angoscia come:
- percezione intensa di minaccia imminente
- pensare di perdere il controllo o sentirsi pazzo
- pensare di morire o perdere conoscenza
- sentirsi impotenti
Sintomi comportamentali
Tra i sintomi comportamentali, infine si riscontrano reazioni come:
- diventare nervoso e irrequieto in qualsiasi ambiente poco illuminato
- essere riluttante ad uscire la sera
- bisogno di dormire con una fonte di luce
- tendenza a scappare da stanze buie
- arrabbiarsi o mettersi sulla difensiva difronte agli incoraggiamenti a trascorrere del tempo al buio
- rimanere in casa durante le ore notturne
- difficoltà ad addormentarsi o riaddormentarsi in seguito a risvegli notturni
Possibili cause della nictofobia
Come accennato, la nictofobia rientra tra le fobie specifiche, ossia paure estreme e persistenti, che si alimentano in presenza di determinate situazioni e che rendono il soggetto incapace di frenare le proprie reazioni. In particolare, la paura del buio può essere considerata una fobia specifica non esperienziale o innata, nella quale i fattori genetici, ambientali e di sviluppo recitano un ruolo determinante. La spiegazione da un punto di vista evoluzionistico si rifà al monitoraggio della minaccia percepita e viene fatta risalire all’attività notturna dei predatori. A livello cerebrale, dunque, viene sollecitato un aumento specifico dello stimolo delle risposte neuronali.
Se nei bambini tra i 3 e i 6 anni di età, la nictofobia viene considerata normale e destinata a scomparire naturalmente intorno al compimento dei 9 anni, nei casi in cui persista è praticamente certo il suo consolidarsi come fobia specifica. Le cause scatenanti di questa patologia vengono fatte risalire a:
- periodi di forte stress
- esperienze traumatiche associate all’oscurità o alla notte
- È al buio che i pensieri negativi prendono forma, provocando agitazione, angoscia e ansia.
Esistono poi dei fattori di rischio che vengono considerati responsabili del manifestarsi e del radicarsi della nictologia in forma patologica. Tra questi i più comuni sono considerati:
- genitore ansiosi, che portano allo sviluppo della paura come risposta alle loro reazioni
- genitori iperprotettivi, che portano ad avere una scarsa autostima e a sentirsi impotenti
- eventi stressanti o traumi, sia recenti che durante la crescita
Nictofobia, come affrontarla
Riuscire a liberarsi della nictofobia è possibile, ma le probabilità di riuscirci da soli non sono moltissime. Fra i trattamenti con più alte percentuali di successo, la terapia cognitivo-comportamentale è tra le maggiormente adottate. Attraverso questo percorso, il paziene si abitua gradualmente ad affrontare le proprie paure, lavorando sui processi cognitivi che conducono alle manifestazioni ansiose e favorendo il cambiamento della prospettiva cognitiva. Segue la fase dell’esposizione, che prima virtualmente e poi nella pratica porterà il nictofobo ad affrontare il buio, imparando a gestire i livelli di disagio, fino ad ottenere una diminuzione dell’attivazione ansiosa e panicosa.
L’intento, soprattutto nei pazienti più giovani, è quello di cambiarne la percezione minacciosa dell’oscurità, per farli sentire “al sicuro” anche al buio. Dalle tecniche per addormentarsi, all’uso di immagini positive per il rilassamento, passando per gli esercizi di respirazione, sono diversi i comportamenti da poter associare alla desensibilizzazione della paura.