Si sono svolti lunedì 30 gennaio al tempio laico del cimitero monumentale di Staglieno i funerali di Vito Guidi, padre del Centro di Salute Mentale di via Lemerle a Genova Voltri. Tra coloro che hanno voluto intervenire con un ricordo e stringersi intorno alla moglie Mirosa Pedemonte e alla famiglia, l’ex presidente della Regione Claudio Burlando, che gli era legato da una grande amicizia, e i colleghi Gian Paolo Guelfi, Piero Iozzia, Adriana Antolini, Luigi Ferrannini, Lino Ciancaglini, Natale Calderaro, Edoardo Bobbio, oltre a un rappresentante della Comunità di San Benedetto al Porto che è intervenuto per ricordare la sua grande amicizia con don Andrea Gallo.
Appassionato e curioso della vita in moltissimi suoi aspetti, cultore della musica, del cinema, della lettura, Vito Guidi è stato uno dei pionieri della salute mentale sul territorio a Genova. Neurologo di formazione e militante del PCI, si è spostato verso la psichiatria quando il Partito gli ha chiesto di contribuire ad affrontare la fase difficile che si stava aprendo con il superamento dell’ospedale psichiatrico e la nascita della psichiatria sul territorio, che in quel momento era tutta da inventare. Allora aveva trovato nella figura e nel pensiero di Franco Basaglia un punto di riferimento al quale anche in seguito non ha mai rinunciato, e in Psichiatria Democratica un contesto nel quale poter pensare insieme e trovare insieme soluzioni.
Uomo mite e buono per temperamento, determinato quando era necessario, ha continuato a lavorare a Voltri fino alla pensione a metà degli anni ’90 quando, nel succedergli, Lino Ciancaglini ha potuto trovare un gruppo di collaboratori ciascuno dei quali era diverso dagli altri per formazione e per personalità, ma sapeva di essere rispettato dal gruppo così com’era. Questa caratteristica garantiva nel gruppo di lavoro, del quale ho fatto parte per un breve periodo, un clima di pace e tranquillità, nel quale era facile quindi trovarsi bene il che è un presupposto per poter lavorare serenamente a fare stare bene anche gli altri.
Di Vito Guidi, quindi, a essere ricordate da tutti noi che lo abbiamo conosciuto e da coloro che hanno lavorato con lui sono oggi soprattutto le straordinarie, e non comuni, doti di umanità.
Anche Simone Vender, che ha fatto parte del gruppo di Dario De Martis a Pavia e ha insegnato psichiatria per molti anni all’Università dell’Insubria, ha voluto unirsi al dolore della famiglia e dei colleghi genovesi con un post, nel quale ha ricordato l’attività di formazione che Vito Guidi gli aveva chiesto molti anni fa per il gruppo di lavoro, esprimendo insieme al dispiacere per la sua scomparsa simpatia e stima per lui.
Nell’immagine: a cena al Festival de l’Unità, settembre 2001
Caro Paolo,
grazie per questo ricordo. Il rispetto e la tolleranza reciproca che Vito ci ha insegnato ci legano ancora profondamente dopo decenni con vincoli di amicizia, confidenza, piacere di ritrovarsi. Lavorare a Voltri è stata una fortuna e un piacere.
Lino Ciancaglini
Mi spiace di non essere intervenuto per averlo saputo a tempo, Il mio percorso professionale di è incrociato con il suo per qualche tempo, quando è stato tra i protagonisti del rinnovamento che investiva anche l’Istituto di Cogoleto. Ricordo, insieme alla capacità, il suo grande rispetto anche per posizioni ideologiche diverse dalla sua