
Immaginiamo di assumere una pillola inerte, senza alcun principio attivo, e di iniziare a percepire mal di testa, nausea o affaticamento. Non c’è nulla nella sostanza che possa aver causato questi sintomi, eppure essi sono…
Ancora oggi, nel corso di un gruppo multifamiliare, risuonava la eco dell’intervento Di D’Ambrosi al festival di Sanremo. Complimenti e giudizi positivi del tipo: “finalmente qualcuno che si occupa dei malati mentali, che ci mette la…
Essere attenti osservatori è la chiave per riconoscere un manipolatore emozionale. Si tratta di individui che, con straordinaria abilità, riescono a ingannare e soggiogare chi li circonda, sfruttando una combinazione di parole persuasive, comportamenti ambigui…
Il breadcrumbing, ovvero l’atteggiamento di chi lancia segnali sporadici e ambigui senza mai investire realmente in una relazione, è una forma di manipolazione sottile ma insidiosa. Si tratta di un comportamento che può avere radici…
La tecnica del Surfing the Urge (letteralmente “cavalcare l’impulso”) è un approccio basato sulla mindfulness, concepito per modulare impulsi disfunzionali. [1] Originariamente sviluppata per trattare le dipendenze, si è dimostrata una tecnica efficace anche in…
I fenomeni aerei non identificati (UAP) rappresentano un ambito di studio interdisciplinare che intreccia fisica, psicologia e antropologia culturale. Tali fenomeni ampliano i limiti tra osservabile e ipotetico, fornendo uno spunto per analisi che abbracciano…
Oggi assistiamo alla ripresa di un grande interesse per i problemi legati al trauma, all'abuso e ai disturbi dissociativi. Incontriamo, sull'argomento, sempre più saggi scientifici e clinici, convegni e congressi, associazioni e siti web ,…
Qualche giorno fa il Prof. Mario Amore, mentore del mio percorso specialistico in psichiatria, mi ha inviato una pubblicazione scientifica sulla percezione dell’intelligenza artificiale nel contesto psicologico e psichiatrico. Una lettura promettente, di quelle che…
Leggendo l’articolo del Prof. Peciccia sull’ intelligenza artificiale, ho pesato di realizzare questa storia, di una pagina, basandomi sia sull’articolo che sul racconto “Ricordiamo per voi” di Philip K. Dick.
L’opera “oltre la tempesta” narra, tramite il medium del fumetto, dell’attività omonima organizzata tra le venticinque strutture dell’ l’intero raggruppamento, durante il periodo del lock down dovuto alla pandemia provocata dal virus Covid 19.
Breve storia basata su un paziente inserito presso la struttura "Villa Perla" (Residenza per Disabili, Ge). Vengono prese in analisi le strategie di comunicazione che l'ospite mette in atto nei confronti degli operatori.
Interessante l’intervento di Anna Bonfanti. Mi limito soltanto ad evidenziare un passo del commento che ha ingenerato in me qualche perplessità (ma mi scuso anticipatamente qualora avessi male interpretato) laddove si dice che “…la scienza è imperfetta, ha per esempio proliferato nei totalitarismi (vedi teoria darwiniana della selezione naturale e liberismo selvaggio)”. Comunque sia, a scanso di equivoci, mi preme sottolineare che non è la “teoria darwiniana della selezione naturale” in sé ad essere totalitaria, ovviamente, ma forse sono certi totalitarismi che si sono appropriati indegnamente della teoria darwiniana per giustificare ideologicamente le differenze di classe sociale o la presunta superiorità di un popolo rispetto ad un altro o per difendere radicalmente il laissez faire e opporsi agli interventi pubblici in economia diretti a “salvare dall’estinzione gli individui incapaci dell’autodisciplina necessaria a sopravvivere”. È vero che lo stesso Darwin ha utilizzato l’espressione “survival of the fittest” (“sopravvivenza del più adatto”) dando così la stura ad un “fraintendimento” monumentale, a voler essere indulgenti. Tuttavia, “fit” cioè “adatto” non vuol dire andare alla ricerca degli organismi “più adatti” tra quelli che sono adatti al loro ambiente e tra questi addirittura scovare “il più adatto” o “il più capace” insomma “il migliore” stravolgendo così totalmente il concetto di “fitness”, probabilmente, e riducendolo quasi ad una sorta di pratica “eugenetica ontologica e sociale in seconda battuta”. A meno non ci stiamo riferendo impropriamente ancora al “darwinismo sociale” nel tal caso staremmo parlando di Spencer e di “spencerismo sociale”, forse. Che è tutt’altra cosa, direi. Non c’è omomorfismo tra le teorie di Darwin e di Spencer, mi sembra. Sebbene anche nel caso di Spencer ci andrei cauto a definirlo tout court “il crudele sostenitore di certe piaghe sociali in nome di una presunta naturalità delle stesse”. Non so cosa ne pensate, mah…
La sintesi non sempre è la migliore via della chiarezza: non intendevo certo presentare il darwinismo come sostenitore di un approccio eugenetico a giustificazione delle disparità sociali. Mi riferivo all’uso che viene fatto delle teorie scientifiche, come ben espresso nel commento