Parlando di floriterapia si pensa subito ai Fiori di Bach, E. Bach, medico visionario dei primi del secolo scorso, che è considerato a buona ragione padre della floriterapia.
In realtà oggi questo sistema terapeutico, può annoverare tra le sue file altre tipologie floreali, come per esempio i fiori californiani e i fiori australiani, risalenti agli anni ‘70 e ‘90, specifici per campi di intervento più attuali, quali stress, ansia, sessualità, depressione, adolescenza e problematiche relazionali, in considerazione del differente periodo storico di scoperta.
La floriterapia secondo Bach
Secondo E. Bach la floriterapia è un sistema che sfrutta il potere “vibrazionale” di fiori silvestri, che se opportunamente trattati, aiutano l’individuo a modificare in positivo l’atteggiamento nei confronti di situazioni e problemi sui quali si decide di intervenire.
La floriterapia di Bach si basa su un sistema formato da 38 fiori più 1 rimedio considerato di emergenza che ne include 5 al suo interno.
Sono strutturati secondo 3 gruppi in base all’idea che aveva Bach del sistema floreale
I fiori guaritori o costituzionali
Il primo gruppo è formato da 12 fiori definiti “Guaritori o Costituzionali”, secondo il medico gallese questo gruppo di essenze corrisponde all’aspetto tipologico o costituzionale della persona che si tratta, trasformando gli aspetti negativi in positivi.
In che modo? Egli sosteneva che nella natura è tutto scritto, basta solo osservare come il fiore interagisce con l’ambiente circostante e riportare quest’osservazione sull’uomo e le sue problematiche.
Per fare un esempio pratico possiamo osservare Water Violet, uno dei 12 guaritori e notiamo che non crea nessun rapporto con l’ambiente circostante, fiore isolato in stagni o piccole pozze d’acqua, assume una posizione di totale distacco.
Questo fiore è appunto adatto a tutte quelle persone che sono molto selettive, che si sentono superiori, che amano la solitudine fino a quasi a rinchiudersi nel proprio mondo. Assumere Water Violet permetterebbe loro di aprirsi e instaurare rapporti migliori sviluppando un atteggiamento più accogliente.
Stessa osservazione ma con risultati opposti si può fare con Impatiens, altro fiore tipologico.
Fiore esplosivo, si trova sparso a macchia d’olio, avido di acqua, se appena sfiorato schizza i piccoli frutti ovunque come schegge impazzite. Questo fiore è perfetto per chi ha la necessità di rallentare, ritmi, pensieri, stile di vita. Adatto quindi a persone irrequiete, insofferenti e sempre di fretta
Floriterapia: i fiori aiutanti
In seguito si sono aggiunti altri 7 fiori definiti “Aiutanti”.
Essi codificano sette stili di vita e sette cronicità, corrispondente sostanzialmente ai 7 vizi capitali: superbia, gola, lussuria, avidità, rabbia, invidia e accidia.
I fiori assistenti
Infine l’ultimo gruppo di essenze studiato da Bach è formato dai 19 Assistenti. Questo gruppo di essenze riguarda tutti i modi in cui le nostre esperienze ci intrappolano in schemi di comportamento acquisiti per difesa o per abitudine.
Ognuno di questi rimedi andrà a completare un quadro, che potrà essere definito in modo complessivo con i Dodici Guaritori e i Sette Aiuti, che hanno una stretta correlazione con il carattere della persona, gli Aiuti sono relativi ai limiti, mentre gli Assistenti rappresentano l’esperienza vissuta, il pregresso, quello che in qualche modo ha portato la persona ad essere quella che è.
Perché utilizzare la floriterapia?
Dalla sua parte questo sistema terapeutico ha diversi requisiti che ne motivano l’utilizzo:
- nessun effetto collaterale
- basso costo
- selettività di intervento
- coadiuvante in tutti i tipi di terapia.
Le modalità di intervento
Le modalità di intervento sono sostanzialmente tre:
- Accompagnare una persona in un momento difficile: fiori di sostegno
- Iniziare un percorso di cambiamento
- Lavorare su un sintomo
Per tutte 3 le modalità si può scegliere diverse combinazioni di fiori mescolando sapientemente sia le essenze australiane che risultano essere più rapide (anche se capaci di compiere un lavoro più superficiale) sia le essenze di Bach (più utili per un lavoro da compiere in profondità).
La prescrizione dei rimedi floreali di Bach prevede anzitutto un accurato colloquio clinico con il paziente, attraverso cui è possibile capire quali sono i particolari disequilibri in atto.
Un secondo momento si concentrerà invece sulla corretta scelta del rimedio floreale. in caso di disagio psichico, il rimedio floreale verrà scelto con estrema attenzione, considerando bene le sfumature con cui il disagio si presenta.
Le preparazioni si effettuano a partire da una miscela base formata da acqua con un 30% di Brandy, al quale verranno aggiunte 2 O 3 gocce per ogni essenza stabilita, fino ad un massimo di 7 rimedi per boccetta. Solitamente si consiglia di utilizzarne 4 o 5 per non rendere il rimedio troppo dispersivo.
La posologia media è quindi 4/5 gocce sotto la lingua per 4 volte al giorno.
Le associazioni italiane di floriterapia
In Italia tra le associazioni che propongono convegni, incontri e corsi vi sono: la Società Italiana di Floriterapia, L’Unione di Floriterapia, ma ci si può anche rivolgere a scuole di naturopatia conosciute e accreditate.
Per approfondire questo argomento, il suggerimento migliore è quello di iniziare leggendo le opere di Bach (es. “Guarisci Te Stesso”) e dei suoi eredi come il Dott. Orozco, oggi maggior esponente a livello mondiale nell’ambito della floriterapia (tra i suoi scritti si annovera “Fiori di Bach. Principio transpersonale e applicazioni locali. Territori tipologici”).
Concludendo si può riassumere la floriterapia come un sistema che lavora su squilibri emozionali come ansia, paura, insicurezza, ipersensibilità, senso di solitudine, rabbia, ecc. i quali possono portare disturbi fisici o psichici. Ogni fiore lavora su uno squilibrio per riarmonizzarlo, in maniera dolce ma profonda.