Si tratta di un tabù che sta per essere infranto sotto la spinta della scienza, il potenziale terapeutico degli allucinogeni e delle sostanze psicoattive, oggetto di studi da quasi un secolo, è ormai realtà: sia in psichiatria che in ambito medico, la terapia LSD apre le porte a nuove possibilità di curare patologie mentali e alleviare le sofferenze di diverse categorie di malati.
Allucinogeni: cosa sono e quali effetti generano
Il nome “allucinogeno” deriva dal verbo latino alucinàri ovvero “ingannarsi”, e dalla radice greca alùo, che significa “vaneggiare, esser fuori di sé”. Con questo termine vengono indicati vari gruppi eterogenei di sostanze capaci di alterare in modo netto le percezioni, i pensieri e le sensazioni, non limitandosi ad amplificare gli stati usuali della mente, ma inducendo esperienze spesso paragonate a stati di coscienza non-ordinari, come la trance, la meditazione, e i sogni.
Gli allucinogeni a loro volta si distinguono in tre gruppi:
- psichedelici: comprendono LSD, mescalina, Dmt (dimetiltriptamina) e psilocibina
- dissociativi: comprendono ketamina e Pcp (feniclidina), la cosiddetta “polvere d’angelo”
- delirogeni: stramonio comune, atropa belladonna, spesso anche velenosi
Allucinogeni naturali: per le piante, non per l’uomo
Nonostante alcune delle sostanze psichedeliche siano state sintetizzate in laboratorio, proprio come l’LSD, la maggior parte di esse sono di origine naturale. Si tratta infatti di proprietà che si sono evolute per dare protezione alle piante, ad esempio scoraggiando i predatori. Da sempre però la farmaceutica trae ispirazione dalla natura, per poi creare sostanze adatte all’uomo, riducendo gli effetti collaterali e rendendole più sicure ed efficaci. Basti pensare che all’aspirina si è arrivati partendo da un composto contenuto dalla corteccia dei salici.
Il papavero da oppio, la canapa e la coca, pur non rientrando tra gli allucinogeni, rappresentano altrettanti esempi di piante i cui estratti, oltre ad essere considerati sostanze d’abuso, hanno anche un effetto terapeutico:
- morfina, ottenuta dal papavero da oppio, è utilizzata per alleviare il dolore cronico
- cocaina, adottata come anestetico locale in oftalmologia
- cannabis, impiegata ad uso medico in varie digressioni
Anche le piante allucinogene con componenti dotati di importanti attività farmacologiche hanno trovato impiego in ambiti curativi: dallo Stramonio alla Belladonna, passando per il Giusquiamo e l Mandragora, è possibile ottenere composti dagli effetti analgesici, antivirali, antidiarroici e antinfiammatori.
LSD, come nasce la droga degli hippy?
Tutto nasce da un “trip” allucinogeno durante una passeggiata in bicicletta del 19 aprile 1943, quando il chimico svizzero Albert Hofmann sperimenta su se stesso gli effetti della sua ultima scoperta, la dietilammide dell’acido lisergico, che passerà alla storia come LSD, la sostanza allucinogena diventata popolare tra gli hippy e i “figli dei fiori” negli anni ‘60. Hofmann ovviamente non aveva idea di aver creato una droga illegale, preso com’era dallo studio degli effetti e i possibili danni collaterali delle sostanze allucinogene, che lo aveva portato ad isolare anche la psilocibina, molecola psicoattiva contenuta nei “funghetti” già noti agli indigeni dell’America Latina, che li assumevano nei riti medici, magici e religiosi dai tempi degli Aztechi e dei Maya.
LSD, cos’è e quali sono i suoi effetti
L’LSD costituisce l’anello di congiunzione tra le sostanze psichedeliche naturali e quelle sintetiche. Prende la sua origine da funghi che crescono sulla segale o altre graminacee e dai quali si ottiene in laboratorio, per sintesi chimica, la dietilammide dell’acido lisergico. Si presenta come una polvere bianca, che però viene immessa sul mercato illegale in forma liquida, oppure assorbita su miniature di carta o francobolli, ma anche su zollette di zucchero. Questo perché l’LSD è una delle droghe che necessitano di una quantità infinitesimale per produrre i suoi effetti. Che sono quelli classici delle sostanze allucinogene, andando ad agire sul cervello attraverso i recettori della serotonina, un neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore. Alterando la percezione sensoriale, l’LSD può provocare, a seconda del dosaggio:
- visioni distorte simili a quelle del caleidoscopio
- visioni di colori intensi
- sinestesia, che porta ad allucinazioni acustiche e visive
- alterazione dello stato di coscienza
- depersonalizzazione
Il meccanismo d’azione di questo “acido” è tutt’ora solamente ipotizzato, ma i passaggi ritenuti i più verosimili prevedono:
- azione “antagonista” dell’LSD verso la serotonina
- azione “agonista” dell’LSD sui recettori per la serotonina
- azione “agonista” dell’LSD sui recettori per la triptamina e per la dopamina localizzati nello striato
La conseguenza è lo stato di confusione sensoria da parte del soggetto che assume la sostanza, producendo reazioni emotive che variano su base individuale:
- aumentata percezione di sé
- “viaggi” mistici o religiosi
- sensazione di separazione corporea
- esperienze spiacevoli o terrificanti
- panico o paranoia
Rispetto ad altre droghe, l’LSD non porta a dipendenza fisica e di conseguenza a crisi di astinenza, né esistono descrizioni di morte per overdose. Sono però moltissimi i decessi conseguenza dell’assunzione di questa sostanza a causa della perdita di contatto con la realtà, resa ancor più pericolosa dalla lunga durata dell’effetto, che può perdurare oltre le 12 ore.
Terapia LSD e possibili impieghi degli allucinogeni
Dopo oltre mezzo secolo di “embargo” scientifico, con il divieto assoluto per gli scienziati anche solo di lavorare sulla possibilità di utilizzare gli allucinogeni come farmaci, è in atto quello che viene definito come “Rinascimento psichedelico”. Proprio le scoperte di Hofmann, che sintetizzò l’Lsd e isolò la psilocibina, sono tornate al centro di diversi studi clinici sul potenziale utilizzo di queste sostanze a scopi terapeutici ed in particolare nella cura di:
- ansia
- depressione
- abuso di alcol
- disturbo postraumatico da stress
- cefalea a grappolo
- disturbi ossessivi compulsivi
Elaborando le emozioni dell’assuntore, l’effetto ansiolitico ed antidepressivo dell’LSD, associato alla psicoterapia:
- migliora la socialità del paziente
- aumenta l’empatia
- inibisce la capacità di riconoscere espressioni di paura e tristezza
L’LSD agisce dunque aumentando la trasmissione di serotonina, che invece si riduce in condizioni di stress. Ovviamente si parla di somministrazioni a bassissimo dosaggio ed in un contesto controllato, anche se questo tipo di trattamenti non sarebbero compatibili con tutti i potenziali pazienti, perché per le caratteristiche uniche della sostanza potrebbero comunque portare sgradevoli effetti allucinogeni avversi. La somministrazione della terapia LSD dovrebbe allora essere riservata, sotto stretto controllo medico, a quei casi per i quali i farmaci tradizionali non producono effetti.
Terapia LSD per i malati terminali
Oltre che in psichiatria, un altro impiego dell’LSD a scopi terapeutici coinvolge i malati terminali. La questione è estremamente delicata, perché riguarda questioni etiche molto dibattute, ma è comprovato come in cliniche americane si sia fatto ricorso a questa pratica in alcuni casi di malati di cancro, refrattari agli antidolorofici standard. Le sofferenze di questi malati sono risultate alleviate, se non addirittura eliminate, proprio con la somministrazione di piccole dosi di LSD. Altre ricerche hanno inoltre dimostrato come questo tipo di pazienti abbia mostrato una diminuzione dei livelli di ansia e paura di morire proprio in conseguenza alla LSD terapia.
Terapia LSD, conclusioni
Benché le centinaia di ricerche condotte abbiano dimostrato l’utilità di LSD e psilocibina per il trattamento di molti disturbi psichiatrici, si tratta ancora di risultati parziali, che necessiteranno di ulteriori studi di laboratorio per trovare conferma. L’ostacolo più grande resta però la legislazione sugli allucinogeni e le sostanze psichedeliche, che attualmente hanno più restrizioni di eroina e cocaina e che invece andrebbero riclassificate, consentendo ai ricercatori di continuare ad approfondirne i possibili impieghi.