Vaso di Pandora

Peter Choen parla del suo libro “Dalla parte della ragione”

Autore: Peter Cohen, A cura di Franco Corleone e Grazia Zuffa, Ed. Menabò, 2023. Titolo “Dalla parte della ragione”

Sabato pomeriggio ai Giardini Luzzati, luogo dove si sperimenta l’integrazione sociale nel territorio e si creano occasioni di incontro per il divertimento, la cultura e il dibattito politico, si è concluso il tour di 9 tappe con Peter Cohen, sociologo olandese fra i più importanti studiosi nel campo delle droghe, per la presentazione del libro “Dalla parte della ragione” che è stato stampato grazie al contributo di La Società della Ragione di cui fanno parte Franco Corleone e Grazia Zuffa, che ne è presidente.

Il tour di presentazione di “Dalla parte della ragione”

Il tour promosso da ARCI, la Società della Ragione e Forum Droghe mira a riportare all’attenzione dell’opinione pubblica il dibattito sulla difficile situazione che vive il nostro paese, che non riesce a gestire il fenomeno della tossicodipendenza, della diffusione dell’uso di droga tra i giovanissimi e non ultimo del mercato illegale.

Occorre creare occasioni di confronto e approfondimento tra la gente comune, nelle scuole, negli ambienti scientifici e sanitari, per offrire a chi si occupa di politica nel nostro paese nuovi stimoli per ricominciare ad occuparsi di questo enorme problema in modo serio, intelligente e soprattutto umano.

Come dice Leonardo Fiorentini, organizzatore del tour e direttore di Fuoriluogo.it: questo testo è un importantissimo manuale che potrebbe essere utilizzato nelle scuole di politica per studiare le strategie di riduzione del danno.  La ricerca di Cohen è estesa su quelli che sono i confini della popolazione generale, evitando di concentrare l’attenzione solo su quella assoluta minoranza che sono i consumatori cosiddetti problematici, gli emarginati che vediamo sulle strade e che hanno bisogno di servizi di aiuto, allarga lo sguardo a quelli che sono i consumi della popolazione a coloro che non hanno bisogno di un intervento di riduzione del danno e soprattutto di riduzione del danno penale.

L’importanza di aprire un dibattito sulla tossicodipendenza

È importante riportare il dibattito in Italia su questa tematica, nel mondo le situazioni sono molto cambiate e noi siamo fermi ad una legislazione antiquata ed è per questo che bisogna far ripartire il dibattito dal basso, dai giovani e dalle persone che si interessano al tema della droga.

L’incontro è condotto da Domenico “Megu” Chionetti che rappresenta l’associazione San Benedetto, dove Cohen per tanti anni ha condiviso con il nostro Don Gallo pensieri, ricerca scientifica, idee riformiste e non ultimo ha portato l’esperienza europea nel nostro paese.

Megu rivolgendosi a Cohen: “mi viene in mente quando parlavi con don Gallo ed eri una delle poche persone, mi viene da dire l’unica, però non voglio esagerare, che non aveva soggezione di Don Gallo e parlavate alla pari e i punti in comune spesso erano molto semplici come la frase: droga è tutto quello che trovi, droga è tutto quello che non fa pensare.

Peter Choen parla del suo libro "Dalla parte della ragione"

Un focus sulle esperienze sul campo

Chionetti invita alcune persone a condividere la loro esperienza sul campo: Costanza Di Patrizi è una delle animatrici principali del gruppo di mediazione territoriale nato un anno fa dal Patto di Sussidiarietà del Centro Storico di Genova in cui lavorano molti operatori. Costanza parla di vari progetti, del Gruppo di mediazione sociale, del Servizio di riduzione del danno e della Pleasure unit.

Con il gruppo si sono interrogati su quelli che erano i temi più caldi e più sentiti dalla popolazione con l’idea di facilitare una buona convivenza per e tra le persone che abitano il territorio. Il tema dell’uso di sostanze e dello spazio pubblico è emersa con grande forza per cui abbiamo iniziato un lavoro di informazioni interna e esterna attraverso la visione di film e il confronto altre realtà. Gli operatori sociali dal Portogallo per esempio hanno parlato di servizi integrati che nel loro territorio sono sia luoghi di consumo dignitoso sicuro alla presenza di professionisti, sia luoghi di servizi per tutto il territorio. Altri progetti sono stati i “salotti di strada” e “la biblioteca umana”. Tutti progetti che hanno lo scopo di realizzare integrazione e generare il confronto sociale.

Il problema della detenzione dei tossicodipendenti

L’intervento di Stefano Petrella di Nessuno Tocchi Caino sottolinea il grave problema della detenzione dei tossicodipendenti. A questo proposito è utile alla riflessione riportare alcuni dati tratti dal “Libro bianco sulle droghe“ che sono pubblicati su Repubblica on line del 26.06.2023  “Il 40% di chi è entra è tossicodipendente. Diventano catastrofici i dati sugli ingressi e le presenze di detenuti definiti “tossicodipendenti”: lo sono il 40,7% di coloro che entrano in carcere, mentre al 31/12/2022 erano presenti nelle carceri italiane 16.845 detenuti “certificati”, il 30% del totale (+10% sul 2021). Questa presenza record (dal 2006 ad oggi) è alimentata dal continuo ingresso in carcere di persone “tossicodipendenti”, che dopo i due anni di pandemia ha ripreso ad aumentare (+ 18,4% rispetto al 2021).”

La stumentalizzazione politica

Interviene Francesca Ghio consigliera comunale che aggiunge al dibattito la questione della strumentalizzazione da parte dei politici che in campagna elettorale utilizzano il tema del proibizionismo e della lotta alle droghe per fare promesse e porsi dalla parte giusta della società, indicando il tossicodipendente come il male da cui difendersi invece che le persone da aiutare e integrare. Ghio sostiene che avremo bisogno di più ricercatori all’interno della politica e il supporto di tecnici, perché spesso i politici parlano ma con una vastissima ignoranza. “Mi chiedo come fa un politico che si prefigge l’obiettivo di trovare delle soluzioni a capire l’urgenza di quelle soluzioni se non empatizza il problema se non si rende conto?”

In un atmosfera quasi comunitaria, chi con una birra chi con un libro in mano, le tante persone sotto il tendone dei Luzzati investito dallo scrosciare della pioggia hanno ascoltato queste esperienze e hanno certamente colto il senso di un discorso che, seppur apparentemente frammentato, ha reso l’idea di quanto il problema della droga sia presente e diffuso nella nostra società e quanto poco (senza nulla togliere a chi lotta e lavora) si stia facendo per dare risposte ai cittadini, alle persone che a vario livello sono coinvolte nel problema, quindi a noi tutti.

La parola a Peter Cohen

Megu Chionetti da la parola a Peter Cohen, le cui ricerche e scritti sono un patrimonio prezioso, come si legge nell’introduzione del libro: “c’è un filo rosso nel suo pensiero… che indica il rapporto rigoroso che deve intercorrere fra scienza e politica, fra teoria e ricerca, per validare gli assunti teorici da una parte e le scelte politiche conseguenti dall’altra.

Cohen inizia a parlare dei suoi studi e delle sue ricerche condotte su ampi campioni della popolazione in Olanda, sull’uso di varie droghe. Grazie ad una raccolta molto ampia di dati riesce a validare teorie alternative a quelle convenzionali, ad esempio quella del “Tunnel della droga”, termine diventato di uso comune; rispetto a questo da una ricerca su numerosi consumatori di Cannabis ad Amsterdam emerge che le persone usano questa sostanza nella fascia di età 21-33 anni, quindi per 12 anni e poi smettono, il periodo di uso della cocaina è ancora più corto, quindi niente teoria del Tunnel, niente falsi miti.  (secondo Cohen anche la escalation del consumo fino alla dipendenza non è validato scientificamente)

Olanda: un paese con una politica innovativa

Relativamente alla situazione della detenzione in Olanda non ci sono consumatori di droga in carcere mentre in Italia abbiamo visto l’alta percentuale di detenuti tossicodipendenti, e paragona le politiche del nostro paese a quelle dell’inquisizione, la droga al peccato, la detenzione dice è una produzione intenzionale di danno e quindi le “pratiche di riduzione del danno” sono difficili. L’emancipazione dall’uso di droghe deve essere politica e culturale.

“Dagli anni ’90 la riduzione del danno diventa la nuova bandiera del movimento riformatore, questo approccio rappresenta il nuovo cardine del cambio di paradigma… Il contributo più interessante del Cohen scienziato e politico…La riduzione del danno sotto forma di offerta di servizi e trattamenti alternativi al drug free…”(introduzione pag 13-14)

Attualmente la riduzione del danno si colloca all’interno della politica dei quattro pilastri, ovvero l’equilibrio tra azioni convergenti: prevenzione, trattamento, riduzione del danno, applicazione della legge penale. Questa politica può essere un esempio di strategia di convivenza con la proibizione” (introduzione pag 14)

Accettare la dipendenza

Cohen continua il suo racconto parlando della dipendenza come una cosa comune a tutti noi e la paragona al legame relazionale (v. pag.38), ad una dimensione universale che bisogna accettare perché i legami forti ci rendono dipendenti dall’oggetto, dall’altro. Però si parla di addiction quando la dipendenza è dalla droga ad eccezione di alcune che sono accettate. Cohen pensa che legalizzare la dipendenza da sostanze sia essenziale, in una politica di riduzione del danno, perché le persone dipendenti non dovranno avere uno stile di vita emarginato. L’Olanda sta costruendo cohausing per anziani consumatori di eroina.

Cohen conclude il suo intervento parlando delle politiche di integrazione e di riduzione del danno che devono essere sviluppate sul territorio, la politica nazionale deve agire attraverso istituzioni locali che possono neutralizzare il problema della tossicodipendenza. E per darci un esempio che noi conosciamo benissimo ci ricorda che Don Gallo ha fatto sempre una politica di integrazione.

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