Vaso di Pandora

Commenti su "Pazienti sì pazienti no"

  1. Carissimo,

    doveroso aprire e mantenere un confronto tra tecnici sui temi che necessariamente poni con costanza e che suscitano controversie curiose negli operatori.
    Mi limito solo ad esprimere un sommesso commento intorno alla proposta di legge del deputato Magi intorno alla -Eliminazione della non imputabilità e della semiimputabilità per vizio di mente e conseguente abolizione delle misure di sicurezza correlate-
    Premetto che sarebbe auspicabile , in un mondo “normale” , che la società italiana di psichiatria (SIP) sia interpellata ad esprimersi su tale materia e non soltanto le galassie delle associazioni, visto i guasti prodotti da taluni nel passato nel nostro parlamento.
    Mi generebbe ansia, ad esempio, se uno psichiatra, ancorché deputato, si esprimesse in tema di protocolli e normative chirurgiche.
    Ma il nostro è un paese creativo per cui ciò è accaduto, seppur al contrario, ed è accaduto senza consultare gli psichiatri e i magistrati…ma andiamo oltre.
    La proposta del deputato Magi introduce al posto di infermità (termine certo complesso, ma storico in medicina legale) il termine “disagio psicosociale” quale condizione centrale da cui discende poi il disegno che prevede l’abolizione degli articoli 88 e 89.
    Disagio psicosociale !
    La corrente definizione ci riporta che -non è ancora patologia ma è un malessere importante che può diventarlo, che danneggia la salute fisica e peggiora la performance sociale delle persone (lavoro, studio, relazioni) e della società nel suo complesso- Non è quindi un problema sanitario in senso stretto, ma una condizione che può tradursi in sofferenze economiche e altro.
    Se è così sono francamente sconcertato.
    Le parole sono pietre, sono sacre, sono necessità imprescindibili.
    Abituati sanamente, da medici specialisti, a rispettare la nomenclatura, la nosografia, la criteriologia, le categorie/dimensioni lamento un certo smarrimento di fronte la termine “disagio”.
    Mediato dall’influenza del gaelico antico , il termine ha svariati significati. La definizione più nota è quella che descrive il disagio come “la beffarda sensazione di disprezzo per se stessi che gli individui provano nel momento in cui si rendono conto di aver detto o fatto qualcosa di estremamente idiota senza alcuna ragione”, anche se, per descriverlo esaurientemente, necessiteremmo di termini e concetti che sfuggono alla comprensione della nostra specie.
    Ecco mi sfugge la ratio, lo confesso…
    Mi fermo qui , mi areno da subito nel leggere l’ introduzione che la proposta di legge avanza.
    Tralascio il fatto che debba essere un medico del DSM a diagnosticare il “disagio psicosociale” e altri aspetti successivi…..come i CSM in carcere e altro.
    Non riesco a proseguire nel commento della stessa stessa e non perché mi senta a disagio, ma perché inizio ad avvertire un’intensa irritazione.
    Quando il mare è inquinato da parole, tweet, dal pensiero “cetto la qualunque” anch’io preferisco fare il bagno in piscina e da molto tempo non nuoto più in mare aperto.
    Pietro

    Rispondi
  2. Non mi intendo di questioni giuridiche e non sono non grado di dare giudizi certi su meccanismi così delicati.
    La pubblicazione dell’intervento di Magi sottolinea la necessità di informare e discutere.
    Certo io difendo il diritto del paziente psichiatrico di essere preso sul serio.
    La società italiana di psichiatria deve alimentare il dibattito e dire la propria.
    Vogliamo lasciare tutto così?
    Quale risposta alle contraddizioni? Anche della proposta di legge.
    Vedi i tre tipo di Rems.
    Grazie.

    Rispondi

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