Vaso di Pandora

Mancanza e desiderio: sognare le stelle cadenti

Una giovane paziente che intendeva realizzare i suoi sogni e definire la sua identità – ma contemporaneamente era impegnata a dare un senso esistenziale al suo vissuto in psicoterapia – una volta mi portò un sogno in cui era seduta in cima a una collina e assisteva a una pioggia di stelle cadenti così luminosa da coprire il cielo notturno. Convenimmo insieme che non c’era modo migliore di esprimere la sua necessità di avere la possibilità di realizzare i suoi desideri che in effetti, al momento del sogno, erano moltissimi ma purtroppo ancora in gran parte distanti e apparentemente lontani dalla realizzazione.

Cos’è veramente il desiderio?

È proprio da questa immagine, che la mia paziente mi ha gentilmente concesso di usare, che parte la mia riflessione su che cosa sia il desiderio. Innanzitutto non possiamo prescindere dal riflettere sull’origine stessa della parola: essa viene da de + sidera (“stelle”). Il significato originario era “sentire la mancanza delle stelle”, cioè rimpiangere la loro assenza nell’osservazione del cielo. Da qui l’accento sulla mancanza, che è un concetto chiave per comprendere il desiderio. Senza il vuoto, infatti, non possiamo essere spinti a trovare qualcosa per riempirlo: dobbiamo percepire l’incompletezza per spingerci alla ricerca.

Freud collocava il desiderio nell’inconscio e lo considerava una forza così prorompente da rendere necessario un apparato di difesa psichico che ne impedisse la gratificazione immediata, poiché essa poteva includere anche azioni disdicevoli per la morale. Lacan, d’altro canto, implementava questa considerazione ponendo il desiderio nell’Altro, inteso come immancabile rispecchio in cui tutti noi non possiamo fare a meno di rifletterci. Il nostro desiderio è insomma il desiderio dell’Altro, e questo sottolinea il fatto che abbiamo una mente relazionale che non può prescindere dal confronto con i nostri simili e con i loro aspetti interiorizzati.

La differenza tra desiderio e bisogno

Spesso però confondiamo il desiderio con il bisogno: sebbene entrambi ci spingano alla ricerca di qualcosa che ci manca, il bisogno è più legato agli istinti, mentre il desiderio ha più a che fare con una complessità affettiva. Per fare un esempio che spesso cito ai pazienti: se ho bisogno di mangiare, apro il frigo e prendo la prima cosa che mi capita; se ho desiderio di mangiare, magari scelgo un buon ristorante e il mio piatto preferito. In entrambi i casi sarò sazio dopo, ma mentre forse non mi va di rimangiare lo yogurt preso dal frigorifero, rimangerei volentieri la pizza o il piatto di pasta al tartufo che ho appena ordinato al ristorante, se solo potessi.

È assolutamente necessario soddisfare i nostri bisogni perché essi sono intimamente legati alla sopravvivenza: non possiamo vivere se non ci occupiamo dell’alimentazione, del sonno, della vita sessuale ma anche della ricerca di senso. Tuttavia è altrettanto importante perseguire il desiderio, consapevoli che sarà sempre una corsa destinata a non essere mai pienamente soddisfatta: mancherà sempre una piccola cosa, come ricorda l’analista e scrittore Alessandro Defilippi. Tuttavia è proprio questo particolare a renderci umani.

Nella mitologia greca, infatti, gli dèi, pur possedendo l’immortalità, l’eterna giovinezza e qualsiasi comodità e agio, sono tremendamente annoiati e invidiano i mortali, i quali, proprio per via del tempo limitato a disposizione, sono sempre spinti con entusiasmo verso il prossimo obiettivo, pur consapevoli che in molti casi non riusciranno a raggiungerlo o a completarlo. Jung affermava che era necessario sforzarsi di ammettere a se stessi il proprio desiderio, ma che contattare questo sentimento autentico non è affatto semplice. Questo processo richiede infatti onestà, e molti a suo parere lo evitano perché temono che sia impossibile da realizzare o troppo doloroso da affrontare.

Il desiderio secondo Jung

Il desiderio, tuttavia, rappresenta per Jung la via della vita autentica. Chi non lo riconosce finisce per seguire percorsi estranei, tracciati da altri, e così non vive la propria esistenza ma quella di qualcun altro. Nessuno può vivere la vita di un altro individuo: tentare di farlo significa ingannare sia gli altri sia se stessi, perché non è possibile abitare davvero un’esistenza che non appartiene. È solo una finzione, che ci porta ad essere ipercompiacenti e ad adattarci al desiderio dell’Altro al fine di compiacerlo.
Quando si rinuncia al proprio Sé per proiettarlo nell’altro, nel compiacere l’Altro in effetti lo si inganna con un Falso Sè. Molti credono che questa forma di vita sia praticabile, ma non è che una mera imitazione.

La psicoterapia per perseguire il desiderio

La psicoterapia è quindi, a mio avviso, anche un addestramento a perseguire il desiderio, che non può essere separato dalla tolleranza della frustrazione di non raggiungerlo mai: nell’Odissea, il peregrinare di Ulisse è sì un ritorno a casa, ma contemporaneamente anche una esaltazione del desiderio di arrivare ad Itaca e dell’importanza del viaggio in sé. Alcune varianti del mito narrano infatti che l’eroe dopo aver sconfitto i Proci abbia fatto rimettere le provviste sulla nave e spiegato le vele il giorno dopo alla ricerca di nuove avventure.

Personalmente ritengo quest’ultima versione molto interessante: arrivato ad Itaca e ricongiuntosi come i familiari, Ulisse ha dovuto trovare il modo di riaccendere il desiderio. Se volessimo quindi dare una conclusione psicanalitica potremmo dire che – citando nuovamente Lacan – il fallo perduto della madre si trova sempre altrove. Ciò non deve scoraggiarci nel continuare a cercarlo, ma deve contemporaneamente farci comprendere che è proprio la ricerca il vero scopo ed essenza di tutto.

Condividi

Commenti su "Mancanza e desiderio: sognare le stelle cadenti"

  1. Questo contributo tocca un punto centrale, poichè il desiderare è l’essenza dell’uomo: lo diceva già, Spinoza, che tuttavia invitava a governarlo, a non esserne zimbello. Raccomandazione questa che, in termini ovviamente non identici, fa parte dell’insegnamento buddista.
    L’Autore giustamente sottolinea che “desiderio” e “bisogno” non sono termini intercambiabili: il secondo è legato a una complessità affettiva, il primo agli istinti. Connesso a questa impostazione è, credo, il ricordare che il bisogno è di per sè inconsapevole, e il desiderio ne è una spia: il bisogno fisiologico di cibo si traduce in voglia di mangiare. Evidente, come ha sottolineato anche Lacan, il rapporto con il piacere e con la pulsione
    Il desiderio può dunque esser definito come spinta spontanea e cosciente verso un fine, reale o immaginario: possono avervi un ruolo importante l’immaginazione, l’illusione, la fantasia, anche e soprattutto in quella particolare esperienza che è l’amore: la psicologa Baldaro Verde ha titolato un libro “Illusioni d’amore”.
    Il desiderare è insostituibile spinta al cambiamento, e pertanto concorre fortemente allo svilupparsi delle culture. Poche le posizioni filosofiche che invitavano a farne a meno, ciò che avrebbe realizzato una sorta di perfezione. Va ricordato lo stoicismo, la cui posizione è plasticamente raffigurata in un antico aneddoto (reale o meno): Alessandro Magno avrebbe interpellato Diogene Laerzio, che riposava al sole, dicendogli di esser pronto a realizzare ogni suo desiderio: il filosofo avrebbe risposto “levati di lì, che mi fai ombra”. E quella corrente filosofica che è il solipsismo in qualche modo ne tagliava la radice, proclamando una radicale autosufficienza del Sè

    Rispondi

Lascia un commento

Leggi anche

Nasce Mymentis

L’eccellenza del benessere mentale, ovunque tu sia.

Scopri la nostra rivista

 Il Vaso di Pandora, dialoghi in psichiatria e scienze umane è una rivista quadrimestrale di psichiatria, filosofia e cultura, di argomento psichiatrico, nata nel 1993 da un’idea di Giovanni Giusto. E’ iscritta dal 2006 a The American Psychological Association (APA)

Cultura
Leggi tutti gli articoli
Storie Illustrate
Leggi tutti gli articoli
8 Aprile 2023

Pensiamo per voi - di Niccolò Pizzorno

Leggendo l’articolo del Prof. Peciccia sull’ intelligenza artificiale, ho pesato di realizzare questa storia, di una pagina, basandomi sia sull’articolo che sul racconto “Ricordiamo per voi” di Philip K. Dick.

24 Febbraio 2023

Oltre la tempesta - di Niccolò Pizzorno

L’opera “oltre la tempesta” narra, tramite il medium del fumetto, dell’attività omonima organizzata tra le venticinque strutture dell’ l’intero raggruppamento, durante il periodo del lock down dovuto alla pandemia provocata dal virus Covid 19.

Pizz1 1.png
14 Settembre 2022

Lo dico a modo mio - di Niccolò Pizzorno

Breve storia basata su un paziente inserito presso la struttura "Villa Perla" (Residenza per Disabili, Ge). Vengono prese in analisi le strategie di comunicazione che l'ospite mette in atto nei confronti degli operatori.