Definiamo la Terapia Basata sulla Mentalizzazione (MBT) come una forma di terapia psicologica che si concentra sulla capacità di mentalizzazione. Questa non è che la capacità di comprendere e interpretare le proprie esperienze mentali e quelle altrui. La MBT è stata sviluppata negli anni ’90 dallo psichiatra anglo-ungherese Peter Fonagy. Il professionista e i suoi colleghi la hanno utilizzata per trattare individui colpiti da disturbi di personalità, in particolare da quello borderline (DBP). Parlare di mentalizzazione in maniera slegata dalla terapia che la mette al centro sarebbe piuttosto difficile e fornirebbe un’informazione incompleta. Di seguito, approfondiremo i due temi in maniera parallela, illustrando come la terapia possa migliorare l’abilità collegata.
MBT e capacità di mentalizzazione
Quando parliamo di capacità di mentalizzazione ci riferiamo a quella abilità di comprensione e interpretazione delle proprie e altrui esperienze mentali. In questa categoria rientrano tanto i pensieri quanto le emozioni e motivazioni. Si tratta di una funzione mentale fondamentale al fine della regolazione delle emozioni. Ma non solo. È anche di importanza capitale nella gestione delle relazioni interpersonali e delle loro difficoltà, nonché nell’adattamento al cambiamento. Quando una persona possiede buona capacità di mentalizzazione, può essere in grado di prevedere e capire il comportamento degli altri. Questo è un grande vantaggio quando abbiamo a che fare con persone che ricorrono a modi di essere e fare ambigui o contraddittori.
La terapia MBT è ben conscia di quanto possa rivelarsi importante mentalizzare, nella vita di tutti i giorni. Per tal motivo, il principale fondamento su cui si basa è proprio quello della mentalizzazione. I terapeuti mirano a migliorarla nelle persone che scelgono di rivolgersi a loro. La MBT si basa su una semplice teoria, elaborata dallo stesso Fonagy: i problemi di salute mentale, in particolare i disturbi di personalità, sono di frequente il risultato di problemi nella capacità di mentalizzazione. La terapia, dunque, si concentra proprio sull’espansione della capacità di mentalizzazione dei pazienti, aiutandoli in questa maniera a sviluppare una comprensione più profonda e accurata delle loro esperienze mentali e, al contempo, anche di quelle degli altri.
Come funziona la terapia basata sulla mentalizzazione
La terapia MBT si concentra sulla relazione terapeutica. È questo il mezzo attraverso il quale si può migliorare la capacità di mentalizzazione del soggetto. Il terapeuta aiuta l’individuo a sviluppare una comprensione più profonda delle sue esperienze mentali, utilizzando l’empatia come modello per la comprensione delle relazioni interpersonali. Questi aiuta chi si rivolge a lui a sviluppare una comprensione più profonda delle esperienze mentali degli altri, migliorando in questo modo la sua attenzione verso chi lo circonda. Concentrandosi sulla regolazione delle emozioni, lo specialista affianca chi sta supportando a identificare e regolare i suoi stati d’animo. Così facendo, lo porta a sviluppare una maggiore capacità di regolazione emotiva.
La terapia basata sulla mentalizzazione è stata originariamente sviluppata per la sola cura dei disturbi di personalità borderline. In seguito, è però stata estesa ad altre patologie, come depressione o ansia. Il focus principale della MBT è lo sviluppo della capacità di mentalizzazione, ovvero l’abilità di interpretare correttamente pensieri, sentimenti e azioni. Collaborando, terapeuta e assistito analizzano le loro interazioni e la qualità dello scambio che intrattengono. La relazione tra i due è un fattore importante per il successo della terapia. Le tecniche impiegate sono diverse. La prima si chiama reflective stance. Il terapeuta riflette costantemente sui propri pensieri e sentimenti, in relazione a quelli di chi sta supportando, e li comunica in modo chiaro e diretto. Comprendendo il punto di vista dell’altro è più semplice analizzare i propri pensieri e sentimenti
Un’altra tecnica piuttosto efficace è quella della mentalizzazione guidata. Essa consiste nell’aiutare il soggetto a comprendere meglio i propri pensieri e sentimenti, domandando che cosa provi in maniera diretta e incoraggiando la riflessione. Il terapeuta può anche agevolare l’individuo a comprendere meglio i pensieri e i sentimenti degli altri, allenandolo a prestare maggiore attenzione e a provare più empatia.
Perchè mentalizzare?
La terapia MBT ha dimostrato di essere efficace nella riduzione dei sintomi dei disturbi di personalità borderline. Essa può anche essere utile quando si affrontano altre condizioni, come per esempio nella battaglia contro depressione o ansia. Chi si sottopone a questo iter sviluppa tipicamente una maggiore capacità di gestire le emozioni e le relazioni con gli altri, grazie alla sua rinnovata capacità di filtrare le situazioni nella mente, mettendosi nei panni del suo interlocutore e mostrandogli, o mostrandole, empatia fin da subito. Mentalizzare ci dà modo di instaurare una forte relazione con il prossimo, poiché ci consente di afferrare al meglio pensieri, sentimenti e comportamenti, nostri e di coloro con i quali stiamo dialogando. Di fatto, la mentalizzazione ci permette di sviluppare una comunicazione più efficace e gradevole, portandoci a conoscere meglio, e prima, le opinioni e sensazioni di chi parli con noi.