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Disturbo borderline: un test per la valutazione

Il disturbo borderline di personalità (BPD) è una condizione psicologica che si caratterizza per un’instabilità emotiva, relazionale e comportamentale, che interferisce con il benessere e il funzionamento della persona. Chi soffre di BPD può avere difficoltà a regolare le proprie emozioni, a gestire i conflitti, a tollerare la frustrazione e a mantenere un’immagine di sé positiva e coerente. Spesso, il disturbo borderline si accompagna a sintomi di depressione, ansia, abuso di sostanze, autolesionismo e tentativi di suicidio.

Per diagnosticare il disturbo borderline, è necessario valutare la presenza e la gravità di una serie di criteri clinici, che riguardano le aree dell’affettività, della cognizione, dell’impulsività e delle relazioni interpersonali. Tuttavia, non sempre è facile riconoscere il disturbo borderline, sia perché i sintomi possono variare da persona a persona, sia perché possono sovrapporsi o confondersi con quelli di altre patologie psichiatriche.

Per questo motivo, esistono dei test psicologici che possono aiutare a identificare il disturbo borderline, sia come strumento di screening, sia come supporto alla diagnosi e al trattamento. In questo articolo, vedremo quali sono i principali test per il disturbo borderline, come funzionano e quali sono i loro limiti e vantaggi.

I test per il disturbo borderline di personalità

disturbo borderline

I test per il disturbo borderline di personalità sono questionari che misurano la presenza e l’intensità di alcuni sintomi o tratti tipici del disturbo, in base alle risposte fornite dal soggetto. I test possono essere auto-somministrati, cioè compilati direttamente dalla persona interessata, oppure etero-somministrati, cioè somministrati da un operatore qualificato, che può essere uno psicologo, uno psichiatra o un altro professionista della salute mentale.

I test per il disturbo borderline di personalità non sono sufficienti a stabilire una diagnosi definitiva, ma possono essere utili per orientare la valutazione clinica, per monitorare l’andamento dei sintomi nel tempo e per valutare l’efficacia delle terapie. I test non sostituiscono il colloquio con uno specialista, che è indispensabile per approfondire la storia personale, le difficoltà attuali e le risorse del soggetto, e per formulare un piano di trattamento personalizzato.

Tra i test più noti e utilizzati per il disturbo borderline di personalità, possiamo citare:

  • Il McLean Screening Instrument for Borderline Personality Disorder (MSI-BPD), che si basa sui nove criteri diagnostici del DSM-IV per il disturbo borderline. Il test consiste in 10 domande a risposta si/no, che indagano la presenza di sintomi quali paura dell’abbandono, relazioni instabili, immagine di sé distorta, impulsività, autolesionismo, sbalzi d’umore, senso di vuoto, rabbia e paranoia. Il test ha una buona sensibilità e specificità, cioè è in grado di rilevare il disturbo borderline nella maggior parte dei casi e di escluderlo in quelli negativi. 
  • Il Borderline Personality Disorder Severity Index (BPDSI), che è uno strumento etero-somministrato, basato su un’intervista semi-strutturata. Il test valuta la frequenza e la gravità di 24 sintomi del disturbo borderline, suddivisi in sette dimensioni: disturbi dell’umore, disturbi della cognizione, impulsività, comportamenti autolesivi, comportamenti ostili, disturbi delle relazioni e disturbi della funzionalità sociale. 
  • Il Borderline Evaluation of Severity over Time (BEST), che è un test auto-somministrato, basato sui criteri del DSM-5 per il disturbo borderline. Il test consiste in 15 domande a risposta multipla, che indagano la presenza e l’intensità di sintomi quali paura dell’abbandono, relazioni instabili, immagine di sé instabile, impulsività, autolesionismo, sbalzi d’umore, senso di vuoto, rabbia, paranoia e dissociazione. 

I limiti e i vantaggi dei test per il disturbo borderline di personalità

I test per il disturbo borderline di personalità, pur essendo strumenti di grande utilità, non sono esenti da errori. Tra le possibili problematiche, si riscontrano falsi positivi o falsi negativi, ovvero la tendenza a identificare erroneamente il disturbo borderline in individui che non ne sono affetti, o a non rilevarlo in coloro che invece lo manifestano. Diversi fattori possono influenzare questi risultati, come la soggettività delle risposte, la presenza di altri disturbi psichiatrici, la variabilità dei sintomi nel tempo, o una scarsa adesione ai criteri diagnostici.

Allo stesso tempo, i test possono incontrare difficoltà nel cogliere la complessità e la specificità del disturbo borderline, che non può essere semplicemente ridotto a una serie di sintomi o di punteggi. Ogni individuo con disturbo borderline ha una storia unica, esigenze specifiche e potenzialità individuali che necessitano di essere esplorate e valorizzate nel contesto di una relazione terapeutica.

Un altro limite è la possibilità di generare ansia, vergogna o rifiuto in chi si sottopone al test, che potrebbe sentirsi etichettato, giudicato o stigmatizzato. Il test, tuttavia, non deve essere percepito come una condanna, bensì come un’opportunità di conoscenza e di cambiamento.

Nonostante questi limiti, i test per il disturbo borderline di personalità presentano anche dei vantaggi rilevanti. Tra questi, la facilità e la rapidità di somministrazione e di interpretazione, che ne fanno strumenti accessibili e pratici. Inoltre, offrono la capacità di fornire una misura oggettiva e quantitativa dei sintomi, utili sia per confrontare diversi soggetti, sia per valutare l’efficacia delle terapie e per prevenire le ricadute.

Infine, un ulteriore vantaggio è la possibilità di stimolare la consapevolezza e la motivazione in chi si sottopone al test, che potrebbe riconoscere i propri problemi e cercare aiuto.

Disturbo borderline: l’uso responsabile dei test diagnostici

Il disturbo borderline è un disturbo della personalità è una condizione psicologica che richiede una diagnosi accurata e un trattamento adeguato. I test devono essere utilizzati con cautela e competenza, tenendo conto dei limiti e dei vantaggi che presentano, e soprattutto rispettando la persona che li compila, che non deve essere ridotta a un numero o a una categoria, ma ascoltata e compresa nella sua unicità e complessità.

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