La patata è un tubero importato in Europa dal Perù e dal Messico verso la fine del 1500 dagli Spagnoli. In Italia arriva più tardi per merito del granduca Ferdinando dei Medici.
Valida dal punto di vista nutritivo, si presta a vari tipi di cottura e si adatta facilmente al gusto.
Esteticamente piacevole con forme tonde e sinuose, anche tattilmente gradevole ci aiuta brevemente a riflettere sulle risorse essenziali al nutrimento in un momento nel quale pare che la sopravvivenza sia garantita solo dalla tecnologia ma questa come ci avverte Faggin “deve essere usata per aiutarci a scoprire la nostra vera natura, non per imprigionarci ulteriormente in un mondo virtuale e senza significato…”.
Spread, PIL, Pnrr, Nasdaq …. Acronimi che inquinano la nostra vita quotidiana e ci costringono a mangiare patatine fritte che con la patata originale non hanno nulla a che vedere.
Giorni fa con la mia fida Embt insieme ad un amico, siamo andati alla festa della patata in una frazione di un paesino dell’entroterra savonese.
Abbiamo riscoperto il valore dello stare insieme, del condividere la naturalità della coltivazione, del piacere di vedere come essa ci rende vivi e autentici.
Ho comprato 5 chili di patatine novelle; le aveva coltivate un laureato in economia col massimo dei voti: pareva sereno.
Senza essere nostalgici e rendendoci conto del valore della conoscenza e del progresso, non abbiamo potuto fare a meno di ritornare a pensare quanto Faggin ci racconta nel suo libro “IRRIDUCIBILE”.
La patata è vera ed è vita.
Sarebbe utile per i pazienti avere un pezzetto di terra nelle loro residenzialita’ assistite e riabilitative per piantare patate 🥔 e raccoglierle e poi anche cucinarle in vari modi.
Letto l’interessante intervento di Giusto mi sono nati due desideri:
– comprare patate novelle
– leggere il saggio Irriducibili di Faggin.
Tempo fa lessi un articolo che spiegava come anche il croccante della patatina da confezione sia stato studiato per attrarre e invogliarne il consumo.
Ero ragazza e avevo promesso ad un amico, che con la famiglia coltivava ortaggi in una zona agricola di Gorizia, di aiutarlo nella raccolta delle patate. Quando vidi il campo mi venne un colpo, ma eravamo tanti, la raccolta avvenne senza l’utilizzo di mezzi agricoli, tutto a mano… fu un pomeriggio di quelli che non si dimenticano!
Due insegnamenti portai a casa.
La terra è bassa e il mestiere del contadino è faticoso, quindi tanta riconoscenza e ammirazione per chi lo fa quotidianamente.
Il campo ti regala ortaggi belli e buoni, ma talvolta ti capitano tra le mani pure quelli marci, un po’ come la vita!
Ma la virtù del contadino è la perseveranza.
Adoro le patate ma sono ricche di carboidrati ahimè!