L’ultima dell’estate afosa è una lettera della parrocchia di Carcare che tramite un legale fa presente alla Comunità Terapeutica per minori che i ragazzi hanno inopportunamente, con grave danno estetico, deturpato la facciata della struttura in affitto a Kos e gestita dalla Redancia cooperativa.
Favoloso!
Vorrei farla vedere a Papa Francesco, spero che qualche persona di animo buono gliela faccia leggere, magari su Il Vaso di Pandora.
Al di là di contratti o altro, il punto sta che i murales scritti dai ragazzi indicano un’appartenenza: appunto la Corte di Carcare che per un periodo più o meno lungo diventa la casa, il rifugio emotivo, il luogo in cui essere riconosciuti.
Ritengo le due scritte un’espressione artistica di valore che quindi migliora il contesto e lo rende accogliente.
Penso che un critico attento come Sgarbi la penserebbe come me (magari lo contattiamo per parlare di estetica).
Ma che siano proprio dei preti ad aggredire senza dialogare, facendo scrivere da un avvocato, spiega la progressiva perdita di credibilità dei valori cristiani di comprensione, compassione, condivisione, amore per il prossimo, soprattutto per ragazzi sofferenti.
Bravi davvero, continuare così!
Io credo che padre Italo, e magari anche qualche suo parrocchiano benpensante, dovrebbe leggere meglio il Vangelo e forse qualche altro libro sulla storia dei rapporti tra fede, arte e carità. Migliorebbe la sua visione del mondo
Accoglienza, appunto. La Chiesa perde terreno anche perchè ne difetta, al di là delle esperienze di grossi personaggi come Don Milani, Don Gallo, il nostro (pur discusso) Don Ghilardi. Ma sono eccezioni sporadiche, di solito guardate con sospetto dalle gerarchie. La risposta della collettività è nota: da un lato il “successo” delle allocuzioni papali, da Giovanni Paolo II a Francesco, dove una folla acclamante realizza entusiasmi fusionali fondamentalmente non molto diversi da quelli realizzati in uno stadio o in un concerto Rock, anche se decisamente più composti. Dall’altro lato, chiese desolatamente vuote; chi ci va, non mi pare racconti di aver ricavato spunti di riflessione e meditazione dall’ascolto delle rituale predica. Qualche tentata modifica, come messa in italiano, celebrante che non volge più le spalle ai fedeli, ha avuto poco effetto. Più di una chiesa è abbandonata perchè mancano i sacerdoti, ruolo ben poco attrattivo per i giovani. Credo che questa difficoltà di reclutamento costringa le gerarchie a non sottilizzare sulle scelte, aprendo la porta a personaggi come il parroco che ci minaccia causa giudiziaria, con iniziativa che lascia basiti.
Forse abbiamo ancora qualcosa da imparare dagli indiani: a Kathmandu ho visto templi dove la gente stendeva tranquillamente ad asciugare le lenzuola sulle scale di accesso (forse perchè era il luogo più pulito). Ed era luogo di tutti (magari non dei paria, aboliti per legge ma non dal costume).
Totale mancanza di senso estetico, Gesù li avrebbe ringraziati per aver dato luce e colore alla sua dimora.
Comunità terapeutica per minori che vivono l’inferno in terra.
Il dolore innocente, il grande tema, irrisolto, della teologia.
Dovremmo essere tutti insieme, dalla stessa parte, solidali.
Perché non è così?
Cancellare i dipinti a persone cui sono già stati cancellati affetti, diritti, sensazioni di valere.
Davvero non capisco.