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Sexting e psicologia: comprendere le implicazioni emotive

Il fenomeno del sexting si è diffuso a macchia d’olio tra gli adolescenti, da quando i cellulari, prima, e gli smartphone, ora, sono diventati naturali appendici delle nostre mani. Negli ultimi tempi, sta diventando sempre più popolare anche tra adulti.

Il sexting è direttamente correlato con la psicologia. Quando lo si porta avanti con criterio può portare grandi benefici alla coppia, specie nelle relazioni a distanza, dal momento che è in grado di abbattere le barriere geografiche. Se invece una delle due persone coinvolte lo subisce controvoglia, siamo di fronte a un vero e proprio abuso, foriero di rischi da non sottovalutare per la psiche della vittima.

Definiamo il sexting

La parola sexting deriva dalla crasi di due termini inglesi: sex e texting. Ciò significa che parliamo di messaggistica testuale (chat o messaggi, nel caso di persone che impieghino mail o sms) a sfondo sessuale. Si tratta, in sostanza, della condivisione di messaggi sessuali espliciti tra due, o talvolta più, persone. Le piattaforme possibili sono tutte quelle digitali che ci consentono di mantenerci in contatto: chat, messaggerie, social network e così via. Il fenomeno potrebbe apparire negativo a primo acchito, ma non è sempre questo il caso. Fare sexting consapevole comporta benefici importanti, sia dal punto personale, poiché accresce l’autostima, sia da quello relazionale, in quanto migliora l’affiatamento di coppia.

D’altra parte, naturalmente, un uso improprio e scriteriato di questa pratica è nocivo e dannoso. Chi se ne serva in maniera ossessiva corre il serio rischio di entrare in un nero tunnel: la dipendenza da sexting è un problema reale e gravoso.

Caratteristiche e diffusione del sexting

Sexting: un ragazzo e una ragazza parlano al telefono in maniera esplicita
Il sexting non richiede immagini o video, possono essere sufficienti le parole.

Che cosa contraddistingue un messaggio riconducibile al sex texting? Per esempio, una foto di nudità con chiara visione dei genitali o l’invio di immagini in pose sessualmente esplicite sono tipici casi di sexting. Quando esso viene portato avanti in maniera consensuale si utilizzano i consueti canali privati come WhatsApp, Facebook e gli indirizzi di posta elettronica. Quando invece lo si fa senza richiedere approvazione o disponibilità al destinatario (e qua sfociamo nell’abuso) si utilizzano spesso siti e applicazioni finalizzati all’incontro, come Tinder e i suoi simili. Non è comunque sempre necessario passare per le immagini, anche le semplici parole sono sufficienti ad attizzare il fuoco del sexting.

La pratica è molto diffusa tra gli adolescenti, e questo non stupisce. Parliamo infatti di una generazione che si esprime principalmente attraverso gli schermi degli smartphone. Non è quindi sorprendente che passino per quel canale anche le emozioni legate alla sfera affettiva e privata. Colpisce di più il dato relativo agli adulti, i quali sono sempre più attratti dall’universo del sexting. Ce lo indicano chiaramente i dati elaborati dall’American Pychological Association (APA), secondo cui 8 persone su 10, con almeno 18 anni di età, inviano e ricevono messaggi sessualmente espliciti. Il report è stato reso noto durante la centoventitreesima convention dell’associazione, risalente al 2015. È probabile che il dato si sia ulteriormente alzato a causa delle restrizioni pandemiche di questi ultimi anni.

Con gli strumenti odierni è diventato facilissimo fare del sexting. Sono infatti davvero molto numerosi i siti e le applicazioni che ci consentono di inviare foto e video. È un gioco da ragazzi, per chiunque sia abbastanza disinibito, o disinibita, riprendersi in atteggiamenti provocatori ed espliciti e renderne poi partecipe chiunque si desideri. Numerose piattaforme, tra l’altro, consentono di effettuare l’invio restando completamente anonimi, dunque tutelando l’identità di chi si denudi a favor di camera. Ciò ha naturalmente aumentato di molto il bacino di coloro i quali si mettono a nudo. Il fenomeno generato è stato ribattezzato dagli psicologi online disinhibition effect.

Profilo psicologico del sexter

Il sexter, ovvero la persona che fa sexting, non è né narcisista né antisociale. O meglio, può esserlo. Sfruttare i mezzi tecnologici è infatti un modo per evitare di dover affrontare una conversazione di persona e poterlo fare protetti da una barriera com’è lo schermo retroilluminato del dispositivo prescelto. Persone manipolative e prive di empatia potrebbero servirsi del sexting per controllare e condizionare gli altri. Ciò non significa che ogni singolo sexter rientri in uno di questi due profili.

Come già scritto, al sexting sono connessi anche numerosi benefici e farne uso può essere un toccasana nell’ambito relazionale interpersonale. Per evitare di incorrere in brutte sorprese (o cadere vittima di veri e propri reati come revenge porn, cyberbullismo e sextortion) sarebbe consigliabile limitarlo e portarlo avanti solo con persone che si conoscono e di cui ci si possa fidare.

Il sex texting può portare una maggior consapevolezza del proprio immaginario erotico, così come di quello del proprio partner, e agevolare in tal modo i rapporti fisici futuri. Inoltre è una pratica di trasparenza nella comunicazione all’interno della coppia. Essa consente infatti di rendere edotta l’altra metà di quello che si desidererebbe sperimentare e che dà piacere. Naturalmente, queste situazioni si riferiscono a un uso consapevole della pratica, portata avanti per rafforzare il legame. Quando si ricorra a essa per timore di essere abbandonati, e si scelga di assecondare le fantasie del partner non corrispondenti alle nostre, è facile ottenere il risultato opposto.

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