Il cinema è da sempre uno specchio della società e delle esperienze umane. Ogni film offre l’opportunità agli spettatori di farli immergere in mondi fantastici o realistici, ma è attraverso la psicologia dei personaggi cinematografici che si possono esplorare tutte le sfumature delle emozioni. I protagonisti dei film riescono infatti a rappresentare aspetti complessi della mente, offrendo così spunti di riflessione per la propria crescita personale e insegnamenti per la vita reale. Da una maggiore accettazione di sé e delle emozioni – anche negative – a un minore giudizio nei confronti degli altri: sono molte le circostanze dove il cinema può dare un prezioso contributo, e non a caso è nata la cinematerapia.
La creazione di legami
Il principale motivo per cui i personaggi cinematografici riescono a penetrare nella psicologia dello spettatore è il legame che quest’ultimo instaura con loro. Ci sono tre tipologie di legame che consentono al pubblico di creare un collegamento con personaggi fittizi. Si parla di legame H per un rapporto d’odio (hate), legame L per un rapporto d’amore (love) e un legame K per un rapporto di conoscenza (knowledge). I protagonisti dei film, dunque, fungono da catalizzatori, da personificazione di legami dai connotati diversi.
A questo punto entrano in gioco due meccanismi psicodinamici fondamentali, che permettono allo spettatore di partecipare emotivamente alla vicenda filmica: l’identificazione e la proiezione. Per identificazione si intende il processo psicologico attraverso cui un soggetto assimila un aspetto di un altro individuo e lo rende proprio; questa è possibile tramite l’empatia, ossia la “capacità di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro”. Per proiezione, invece, ci si riferisce a quel processo con cui il soggetto “espelle” da sé e localizza nell’altro desideri o sentimenti che egli non riconosce.
L’esplorazione della psicologia dei personaggi cinematografici
Ma perché capire la psicologia dei personaggi cinematografici è così importante? L’identificazione o, al contrario, il rigetto che un personaggio può suscitare nello spettatore può di conseguenza portare a una maggiore comprensione delle nostre emozioni e alla scoperta di modi nuovi e più efficaci per gestirle. Ecco che l’esperienza di guardare certi protagonisti navigare attraverso le sfide emozionali può aiutare a trovare modi di affrontare situazioni analoghe nella vita reale. Le scelte che i personaggi fanno, per esempio, per affrontare la loro rabbia o per ritrovare la forza interiore possono servire da spunto di riflessione sulle proprie strategie di fronteggiamento.
Ad esempio, il personaggio di Forrest Gump nel film omonimo è un’illustrazione vivida di come l’innocenza e la gentilezza possano coesistere con le sfide della vita. La sua genuinità suscita empatia nel pubblico e, allo stesso tempo, fa riflettere sul potere di affrontare l’ignoto con un cuore aperto.
Cambiando genere, il personaggio di Tony Stark, noto come Iron Man, nei film della Marvel passa attraverso momenti di gioia, tristezza, paura e rabbia. Questa varietà di emozioni offre l’opportunità di analizzare come tali sentimenti interagiscano tra loro e come possono influenzare le proprie decisioni e le proprie relazioni.
L’insegnamento attraverso la metamorfosi dei personaggi
Molti film presentano personaggi che subiscono una trasformazione emotiva significativa nel corso della storia. Queste metamorfosi possono rappresentare una potente raffigurazione di un percorso di crescita personale ed emotiva. Per esempio, il personaggio di Ebenezer Scrooge nel film A Christmas Carol è inizialmente rappresentato come un uomo avaro e insensibile, ma attraverso gli incontri con gli spiriti natalizi subisce una trasformazione radicale che lo porta a diventare compassionevole e altruista. Nel più recente Barbie, invece, una incredibile Margot Robbie vede un processo di maturazione e cambiamento tramite una presa di coscienza di se stessa e del mondo che la circonda.
Trasformazioni come queste sono in grado di mostrare al pubblico come si possa cambiare e crescere nel tempo; ricordano che le emozioni negative possono essere superate e trasformate in insegnamenti positivi. Questi personaggi ispirano dunque ad abbracciare il cambiamento, a lavorare su se stessi e a cercare una maggiore comprensione dei propri stati emotivi.
Psicologia e contraddizioni
Con la loro psicologia complessa, personaggi cinematografici spesso incarnano le contraddizioni umane, mostrando come le emozioni possano coesistere all’interno di una stessa persona. Si pensi, per esempio, ai personaggi con disturbi mentali o al Joker interpretato da Joaquin Phoenix nel film del 2019, protagonista che incarna il caos e la violenza ma al contempo mostra momenti di vulnerabilità e solitudine. Questa ambivalenza riflette la complessità delle emozioni umane e dimostra che nessuno è semplicemente “buono” o “cattivo”, ma che la gamma delle emozioni è vastissima e che trovare la propria morale a volte non è semplice come sembra. Guardando queste contraddizioni nei personaggi, si può imparare ad accettare le sfaccettature delle proprie emozioni senza giudizio o, al contrario, non giudicare gli altri in maniera superficiale. I film, quindi, aiutano non solo ad avere una maggiore consapevolezza di se stessi, ma anche a sviluppare una mente aperta nei confronti delle emozioni degli altri.