Vaso di Pandora

PizzAut. Nutriamo l’inclusione

L’inaugurazione di PizzAut a Monza, presente il presidente della Repubblica, ha avuto un ampio rilievo mediatico. Un’iniziativa importante che evidenzia come le persone con autismo possano contribuire attivamente alla vita sociale ed economica del nostro Paese.

La disabilità più duratura o transitoria, va tenuta presente nella costruzione di progetti di vita e affrontata con interventi specifici e competenti, anche attraverso lo studio, il lavoro, la cultura, lo sport, turismo e la socialità.

Un messaggio di speranza che contrasta fortemente la tendenza alla solitudine, all’abbandono delle persone e delle loro famiglie da un lato e i rischi di esclusiva “sanitarizzazione” o di neoistituzionalizzazione dall’altro.

La disabilità non come problema ma piuttosto come una nuova, diversa possibilità per la persona, la famiglia, il contesto.
Un confronto con le diversità che può arricchire, reciprocamente, tutti quanti.

Se quindi molti messaggi sono positivi essi vanno visti come un primo passo per una cura e un progetto di vita di /nella comunità di tutti.
Il nostro Paese ha deciso da oltre 45 anni fa di abolire scuole speciali e differenziali e di avere una “scuola di tutti e per tutti” e di non avere più ospedali psichiatrici, pensati nell’ottocento come luoghi ideali per la cura dei malati mentali, così protetti dalla società.

Sarà il timore di un vecchio psichiatra ma non vorrei che il suffisso “aut” venisse applicato non solo alla pizza ma anche a scuolAut, marketAut, repartoAut… case protette aut e così via. Uno stigma anche se positivo è pur sempre uno stigma e può cambiare segno e portare e nuove e più gravi separazioni.

Occorre creare competenze per l’accoglienza delle diversità, di tutte le diversità, con strumenti e percorsi specifici adatti ad affrontare i problemi di comunicazione, socializzazione di tutte le persone evitando di avere un circuito sanitario e sociale totalmente dedicato e separato. Tante esperienze interessanti, magari meno conosciute, sono in atto e realizzano il principio dell’inclusione di tante “diversità” nei progetti produttivi e nelle attività di tutti.

In fondo “da vicino nessuno è normale”. Quando il Presidente Mattarella dice “sono uno di voi” indica la via dell’eguaglianza nella diversità.
PizzAut è la dimostrazione che si può fare e sono certo che i promotori, converranno che è la via affinché le persone con autismo (e con ogni altro disturbo) possano vivere nella comunità ed essere, ciascuno a suo modo, partecipi e produttivi insieme agli altri. Da “Aut Aut” a “Et Et”.

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Commenti su "PizzAut. Nutriamo l’inclusione"

  1. A proposito di percorsi specifici e conoscenza della diversità…
    La settimana appena trascorsa, nella nostra struttura di Diano Marina, abbiamo aperto le porte a tre studentesse del liceo scienze sociali di Imperia. La chiamano alternanza scuola lavoro. Così grazie ad una nostra psicologa abbiamo aperto le porte e reso partecipi le ragazze alle attività settimanali della struttura Il Cicalotto.
    È stata una bella esperienza da entrambe le parti: le studentesse hanno portato entusiasmo, sorrisi, idee, allegria soprattutto agli ospiti che escono poco o che temono di uscire. Tutti con educazione e rispetto reciproco hanno partecipato alle attività, hanno condiviso conoscenze, esperienze e ci siamo lasciati con la promessa di rivederci ancora. Et… Et…

    Rispondi
  2. Desiderei tanto che anche per mio figlio con disturbo psichiatrico si aprisse un nuovo percorso inclusivo supportato in collaborazione con la struttura che attualmente lo ospita per cura e riabilitazione.

    Rispondi

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