Non amo le cerimonie e tantomeno i funerali.
Purtroppo è deceduto prematuramente dopo una impari lotta contro il cancro un caro e Valente collaboratore del nostro gruppo, nonchè fratello di un caro amico di gioventù.
Sono stato quindi al funerale, molto partecipato affettuosamente, come Giorgio meritava e si attendeva.
Riflettendo sulla natura effimera di ciascuno di noi e di conseguenza sul senso della vita e sul mistero dell’esistenza mi sono incontrato con l’Impensabile mentre ascoltavo alcuni commenti dei presenti che oscillavano tra la convinzione che non ci fosse altro oltre la vita terrena e la fede nella resurrezione come il celebrante esponente della chiesa cattolica sosteneva.
Nel mentre ero tempestato dalle notizie sull’Afganistan e sul ritorno dei talebani che mi facevano riflettere sulle contraddizioni della natura umana e sulla distruttività della nostra specie.
Alla fine di queste frammentarie e brevi riflessioni, mentre il feretro usciva dalla chiesa, mi è venuto in mente la necessità per sopravvivere di credere e sperare.
Ciascuno scelga (liberamente) l’oggetto di queste funzioni…
Mi pare che la chiave del discorso sta nella parola “impensabile” che tu molto opportunamente impieghi. Tanti credono a una vita dopo la morte perchè è impensabile non esserci, anzi non essere. Come faccio a dire “io non sono?”. E’ un discorso impossibile. Molto più accettabile dire “io sono da qualche altra parte”
Caro Gianni ricorderemo tutti Giorgio per il suo impegno la sua dedizione la sua energia sia nelle cose positive che nella lotta contro la malattia.
Mi dispiace molto di non essere stata presente ma il mio cuore era con voi e con lui e spero continueremo a pensarlo tutti noi che lo abbiamo conosciuto e voluto bene.
Nonostante tutto ,l’esistenza deitalebani i potenti che ci raccontano impossibili verità, in realtà sciocchezze e grandi umane miserie, noi possiamo credere nell’umanita dolente
Penso che il pessimismo sull’uomo , mai come in questi gg ,sembrerebbe ben inevitabile
Ma poi c’il dolore per il bravo collega mancato, c’è il dolore per la morte di Gino Strada e ci sono tante persone che combattano, lavorano per un mondo migliore…ci sono le donne ed i giovani scesi in piazza a Kabul rischiando e morendo ,
da sempre L’ uomo combatte contro la sua disumanità! Forse qui c’è una specie di immortalità in cui credere
Anche se a piccolissimi passi il mondo è migliorato e
migliorerà ( voglio ricordare il bellissimo libro Speranze del filosofo Paolo Rossi)er tutti quelli che credono ed operano perché migliori un po’ .
Gianni , in questa possibilità noi crediamo
Pur sapendo che Eros e Thanatos operano sempre insieme, nel mondo ed in noi
Ma il dolore per il collega morto ci avvicinano e ci fanno sentire L importanza di salvare il nostro essere umani
Caro Gio’
Siamo qui che ti facciamo festa,come tu volevi
Non volevi un funerale ma un matrimonio
Abbiamo lasciato gli abiti consueti e ci raccogliamo insieme alla tua famiglia per te
Per te che ci hai rallegrato e fatto ridere tante volte,che sei stato capace di sdrammatizzare in momenti critici,che hai amato la vita sopra ogni cosa
Oggi è la tua festa,so che ridi guardandoci e sicuramente ci fai qualche appunto sullo stile.
Onore a te ed alla tua forza
Onore a chi ha provato in tutti i modi a sconfiggere il destino che beffardamente ti ha scelto
Ora vai e tieni allegro il tuo nuovo gruppo di lavoro.
…
Questo era ciò che volevamo dirti ma non ne abbiamo avuto il tempo
Te lo abbiamo lasciato scritto sul tuo cuscino,bianco di fiori come tu lo volevi.
Grazie per averci regalato anni di lavoro allegro di combriccola scanzonata ma moralmente ineccepibile.
Eri dedicato ai pazienti,che volevi ben vestiti,ben sbarbati e pettinati anche se non avevano impegni esterni
Tu hai incarnato il rispetto,elemento fondamentale del nostro modello di lavoro.
E poi,sei stato un collega amico confidente esigente e comprensivo,presente e severo nel sottolineare i nostri difetti.
Lo skipper parla ancora di te
Quei tromp d’oeil credo nessuno li toglierà dalle scale della Caup.
Ci stanno proprio bene
Le tue parole accarezzano Giorgio suo misterioso viaggio. Grazie Gianni
Sollievo…pensavo a lui stasera e la parola che mi è venuta subito in mente è stata questa. Secondo me tra le altre già usate anche questa gli si addice. Il sorriso di Giorgio era sollievo per me, tirocinante infermiera immersa in un reparto in cui sofferenza e dolore erano una costante sui volti dei pazienti. Un sorriso fortemente in contrasto con l’avanzare della malattia che lo torturava, ma che ha regalato lo stesso a chi lo accudiva, fino a quando ha potuto e oltre. Sollievo è la sensazione che trasmetteva il suo viso anche oltre la vita. Sollievo è la sensazione che provo ogni volta che fa e farà capolino tra i miei pensieri. Un abbraccio lassù ❤️