Stanotte sogno di essere in un’aula fra molte persone. Sembra un’aula universitaria primi ‘900. Un uomo mi chiede se credo veramente che l’origine della psicosi possa essere nelle relazioni tra genitori e figli. Io nel sogno rispondo così.
Il rapporto genitori-figli all’origine della psicosi
Tra un genitore e un figlio si viene sempre a tessere una trama costituita dai fili mentali di ciascuno dei due individui. Se la tessitura di un genitore ha punti di rottura, cuciture mal fatte, strappi, i fili della mente del figlio andranno naturalmente a riparare queste imperfezioni. In questo modo, il tessuto che si viene a formare tra un genitore e un figlio, si ispessisce, in pratica diventa un tessuto cicatriziale, quindi per sua natura più fibroso e rigido, cioè meno adatto a quelle inevitabili estensioni elastiche che i tessuti mentali richiedono accompagnando gli individui nelle diverse fasi della vita.
In pratica questi tessuti mentali sono costituiti da fili infiniti che rappresentano i legami affettivi e che, soprattutto nel caso dei rapporti genitori-figli, entrano a fare parte della struttura di personalità. Un figlio legato ad un genitore, avvolto in un tessuto troppo spesso e rigido, al momento dell’adolescenza, o quando la vita chiama e impone cambiamenti, distacchi, allontanamenti, si troverà costretto, per seguire i propri desideri a strappare quel tessuto. Questi strappi producono un dolore molto forte sia nei genitori che nei figli e lasciano parti della mente dei figli legate a brandelli di tessuto mentale genitoriale.
I fili mentali all’origine della psicosi
L’uomo della domanda mi dice che non capisce bene, dice che in fondo qualcosa del genere succede sempre, che tutti crescendo strappano legami, e tutti si allontanano, si distaccano dai propri genitori. Allora io ricordo un tessuto colorato da cui mia nonna Anna tirava i fili che le servivano per cucire. Era una treccia formata da fili di tutti i colori, ma erano tessuti in modo tale da essere facilmente sfilabili e utilizzabili per vari lavori di riparazione. Nel sogno utilizzavo persino una fotografia per mostrare questo tessuto e spiegavo che questo era un tessuto sano, mentre quello che si forma nel caso della psicosi è un tessuto pieno di nodi da cui i fili non possono essere sfilati.
Mi sono svegliato davvero sorpreso per la chiarezza di questo sogno, se avessi dovuto spiegare durante la veglia a qualcuno come penso si origini la sofferenza mentale non sarei stato capace di utilizzare parole e immagini così nitide.
L’origine della cronicità
Poi rifletto su una questione che ho in mente da tanto: l’origine della cronicità. Perché il grosso scoglio che sento nel trattamento dei disturbi mentali gravi non sta tanto nella crisi, quando i sintomi positivi irrompono. Non a caso la psichiatria biologica utilizza questa immagine di positività, come a rappresentare qualcosa che emerge e tenta di risolvere, seppur in modo esagerato, un problema. Quando irrompono i sintomi positivi è il momento dello strappo, della sofferenza acuta, è il momento in cui un figlio tenta un distacco difficile da realizzare.
Il ruolo della psichiatria
Qui entra in gioco la psichiatria che invece di sostenere il tentativo, dare senso al delirio, ricomporre il tessuto sciogliendo con delicatezza i nodi, mette in campo anestesia e fantasie di restitutio ad integrum. Una psichiatria che ha l’orrore della crisi, con le sue parole chiave: tranquillizzazione rapida, contenzione meccanica, stabilizzazione, e i suoi farmaci antipsicotici, antidepressivi, ansiolitici, scimmiottando quegli “anti” a cui siamo tanto affezionati quando parliamo di virus, batteri, ipertensione, ma a cui dovremmo pensare quando spazziamo via il senso dei sintomi senza avere capito nulla delle cause.
Allora la cronicità avvolge tutto, mette a posto i sensi di colpa, trasforma i familiari in care giver, risolve l’urgenza del fuoco a cui gli psichiatri-pompieri corrono con sirene e getti di acqua. La cronicità segna la rottura definitiva di quel tessuto che la psicosi ha iniziato a strappare, la cronicità attacca le capacità, le intuizioni, le fantasie, i desideri, le voglie e, mischiata alla collateralita’ drammatica di molti trattamenti farmacologici, avvolge di nebbia i casi che pensiamo risolti.
Da tanti anni mi fermo ogni settimana a parlare con centinaia di famiglie dove la psicosi ha fatto capolino, nei grandi gruppi multifamiliari ritroviamo vecchi tessuti logori ma ancora utilizzabili e con la pazienza di mia nonna, ago e filo, sfiliamo, sciogliamo, ricuciamo.