Vaso di Pandora

“L’equazione” di Giorgio Gaber e la forza fragile di G.

“E ora prova un po’ a semplificare”: così riporta “L’equazione”, un monologo di Giorgio Gaber che mi è capitato di ascoltare per caso dopo uno dei tanti lunghi colloqui con G., un ragazzo di 28 anni  con una storia personale travagliata, caratterizzata da svariati cambiamenti di progetti di vita e momenti di cadute e “ricadute”.

G. è una persona schiva, diffidente, a tratti ambigua, che fatica a fidarsi e affidarsi. 

Negli anni, le sensazioni che ho provato nei suoi confronti sono state varie, spesso in contrasto tra loro e confuse.

Alcuni spezzoni del monologo “L’equazione” mi hanno aiutata a comprendere maggiormente, e successivamente a elaborare meglio, quanto accaduto in lui e nella relazione con lui.

L’inizio del monologo “L’equazione”

E quando ti senti profondamente solo… ecco, quello è il giorno dell’appuntamento con il bilancio della tua vita. Generalmente non è un bel giorno… e non tanto perché il cielo si fa un po’ più grigio… quanto perché tu, ti fai un po’ più schifo

Così inizia il monologo. La parola “schifo” veniva spesso riportata implicitamente da G. In colloquio quando descriveva sé stesso e la sua vita, nei momenti in cui provava maggiore tristezza e senso di solitudine e in cui si sentiva  “fallito e sbagliato”. 

Momenti in cui risultava difficile riportarlo indietro e in cui a tratti provavo rabbia per la sua cocciutaggine, ma allo stesso tempo anche molta tenerezza.

La storia famigliare

Ma se si fallisce sempre, ci sarà una ragione. Dov’è che si sbaglia? Eh? Colpa mia… colpa tua… no, io a quelle cose lì non ci credo. L’errore dev’essere prima. Non una cosa recente. Probabilmente da bambino, un errore che ha influenzato tutta la nostra vita affettiva. Chi lo sa? Forse, il famoso Edipo. Forse, mamma ce n’è una sola. Anche troppa. Oppure nonni, zii fratelli, insomma figure, fotografie dell’infanzia che rimangono dentro di noi per tutta la vita.

All’interno della storia di G., molta rilevanza ha la storia familiare. La mamma e il papà, seppur in modo diverso, sono figure fondamentali; ma al tempo stesso sono entrambe state figure ingombranti. Questo ha influito per molto tempo sulle sue capacità di prendere decisioni in maniera autonoma, soprattutto poiché spesso il risultato delle decisioni di G. era, tra le altre cose, anche il riflesso delle loro aspettative.

Ad oggi, grazie al lavoro svolto insieme, i genitori stanno imparando a comprendere il figlio e a provare nuovamente (o forse in realtà per la prima volta) a fidarsi di lui.

G. Inoltre sta pian piano riuscendo a riacquistare il rapporto con il fratello minore, con il quale i rapporti sembravano essere stati chiusi definitivamente. 

La percezione dello sbagliare

Sì, un errore innocente impercettibile, che poi col tempo si è ripetuto moltiplicato ingigantito, fino a diventare gravissimo, irreparabile.
Già, ma perché l’errore si ingigantisce? Dev’essere un po’ come quando a scuola, facevamo le equazioni algebriche. Cioè, tu fai uno sbaglietto una svista, un più o un meno, chi lo sa… È che poi te lo porti dietro, e nella riga sotto cominci già a vedere degli strani numeri. E dici, va bè tanto poi si semplifica. E poi numeri sempre più brutti più grossi, sgraziati anche. Addirittura enormi, incontenibili, schifosi.

G. ha sempre vissuto lo “sbaglio” come un fallimento totale all’interno della sua vita, a partire dai percorsi di studi intrapreso e sbagliati fino ad arrivare ad errori più grossi e potenzialmente autodistruttivi.

L’equazione: “E ora prova un po’ a semplificare”

Il suo tentativo di “provare a semplificare” l’errore era quello di provare a cancellarlo, cercando di cambiare percorso ed eliminare tutto quello che era stato fatto prima, non rendendosi conto di quanto sia importante in un percorso anche sbagliare strada e accorgersene per poter andare avanti.

G. è rimasto intrappolato in questo meccanismo per molti anni, ma nell’ultimo periodo, da quando ha cominciato a fidarsi di più e a sentirsi maggiormente accolto e ascoltato, sembra stia riuscendo a intravedere anche quanto gli sia stata utile tutta la strada fatta, compresi i percorsi sbagliati.

Forse, la semplificazione dell’errore non sta nel cancellarlo, ma bensì nel comprenderlo, nell’accoglierlo e nell’includerlo dentro un qualcosa di più ampio, vero e imperfetto. 

Questo è il lavoro che stiamo facendo insieme a G. e alla sua famiglia. 

Uno sguardo sul nostro lavoro

Raccontare la storia di G., è anche raccontare un piccolo pezzo del nostro lavoro. Un lavoro che, come operatori, ci mette spesso di fronte a emozioni ambivalenti e contrastanti: rabbia, frustrazione, impotenza, ma anche empatia, speranza e tenerezza.

Ogni cambiamento e ogni progresso, richiedono da parte nostra e da parte del paziente un investimento emotivo enorme. Ma ogni volta che accade, il significato di questo lavoro si riempie sempre di più.

È inimmaginabile la fatica che G. deve aver fatto per riuscire ad esprimersi in maniera più aperta, superando la paura di sentirsi giudicato e non compreso e di doversi mettere a nudo rispetto a quelle che sono le sue difficoltà e fragilità. 

Trovo emozionante vedere la sua forza di volontà mentre prova a creare e mantenere una propria stabilità, ed è ancora più emozionante vederlo finalmente fidarsi di noi, trovando il coraggio di chiedere aiuto e supporto, quando necessario.

Questo lavoro è spesso frustrante e faticoso, ma al tempo stesso ricco di emozioni, storie e persone che lasciano sempre un arricchimento, anche personale, ad ognuno di noi.

Argomenti in questo articolo
Condividi

Lascia un commento

Leggi anche
segnali di gelosia maschile
8 Luglio 2025

Segnali di gelosia maschile: i comportamenti da osservare

La gelosia è un’emozione antica e potente, spesso associata alla paura della perdita e al desiderio di controllo. Quando emerge all’interno di una relazione, può manifestarsi in molteplici modi: dalla semplice insicurezza a comportamenti più…

Nasce Mymentis

L’eccellenza del benessere mentale, ovunque tu sia.

Scopri la nostra rivista

 Il Vaso di Pandora, dialoghi in psichiatria e scienze umane è una rivista quadrimestrale di psichiatria, filosofia e cultura, di argomento psichiatrico, nata nel 1993 da un’idea di Giovanni Giusto. E’ iscritta dal 2006 a The American Psychological Association (APA)

Patologia
Leggi tutti gli articoli
1 Luglio 2025

Adolescenza e rischio: l’influenza dei coetanei

L’adolescenza rappresenta un periodo cruciale nello sviluppo psicologico dell’individuo, caratterizzato da profondi cambiamenti cognitivi, emotivi e sociali. I dati presentati sottolineano come l’influenza dei pari giochi un ruolo centrale nel determinare i comportamenti, in particolare…

19 Giugno 2025

Immagini dalla Rems

Il vecchio. Un uomo ha 62 anni portati non male, malissimo. Nonostante sia in Rems per un crimine violento, ha l’apparenza di quel nonno sicuramente un po’ burbero, ma in fondo buono. Una chioma canuta…

anoressia nervosa
3 Giugno 2025

Le forme gravi di anoressia nervosa

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), e soprattutto l’Anoressia Mentale, sono un topos[1] che ci chiama a una riflessione sulla pratica clinica, sulle emergenze che caratterizzano il divenire della psicopatologia e quindi non di rado…

Storie Illustrate
Leggi tutti gli articoli
8 Aprile 2023

Pensiamo per voi - di Niccolò Pizzorno

Leggendo l’articolo del Prof. Peciccia sull’ intelligenza artificiale, ho pesato di realizzare questa storia, di una pagina, basandomi sia sull’articolo che sul racconto “Ricordiamo per voi” di Philip K. Dick.

24 Febbraio 2023

Oltre la tempesta - di Niccolò Pizzorno

L’opera “oltre la tempesta” narra, tramite il medium del fumetto, dell’attività omonima organizzata tra le venticinque strutture dell’ l’intero raggruppamento, durante il periodo del lock down dovuto alla pandemia provocata dal virus Covid 19.

Pizz1 1.png
14 Settembre 2022

Lo dico a modo mio - di Niccolò Pizzorno

Breve storia basata su un paziente inserito presso la struttura "Villa Perla" (Residenza per Disabili, Ge). Vengono prese in analisi le strategie di comunicazione che l'ospite mette in atto nei confronti degli operatori.