Fare “coming out” vuol dire rivelare la propria identità sessuale o di genere ai genitori, familiari, amici, colleghi e alla società in generale.
In particolare, con fare coming out ci riferiamo a quando si dichiara la propria omosessualità, bisessualità o transessualità, l’essere non-binari o comunque qualsiasi orientamento e identità sessuale e di genere che non coincide con quello eterosessuale.
Essendo quest’ultimo infatti l’unico considerato come “normale” dalla nostra società, non necessita di essere dichiarato.
Fare coming out è passo importante e significativo nel percorso di accettazione di sé, ma è spesso un momento complesso e difficile da affrontare e gestire.
Sebbene il coming out possa rappresentare un gesto di liberazione e autenticità, questo rischia di essere accompagnato da una serie di criticità e per superarle è richiesto coraggio, sostegno e resilienza.
Fare coming out: definizione e origine del termine
L’espressione inglese “coming out” si utilizza per definire il momento in cui si dichiara apertamente a chi ci circonda il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere.
È ironico scoprire che questa locuzione era usata per indicare – come in alcuni casi succede ancora oggi – il momento in cui le adolescenti partecipavano al ballo delle debuttanti, cioè il loro “debutto in società”.
A ben vedere, “coming out” deriva dall’abbreviazione della frase inglese “coming out of the closet”: letteralmente “uscire dal ripostiglio” o “uscire dall’armadio”. Il significato di questa frase era inteso come “uscire allo scoperto”.
Nella sua forma abbreviata, la traduzione letterale in italiano sarebbe “uscire fuori”, ma ha prevalso l’utilizzo della versione inglese non tradotta per riferirci in maniera specifica a quel momento, appunto, in cui una persona dichiara orientamento o identità sessuale o di genere differenti dalla “normale” eterosessualità.
In gergo, chi ha fatto coming out viene indicato come “dichiarato”, mentre sono spesso utilizzati gli aggettivi “velato” o “riservato” per definire chi non esplicita la propria condizione sessuale o di genere.
Un errore di interpretazione diffuso, soprattutto di Italia, è quello di confondere l’espressione “coming out” – che si riferisce appunto a una scelta deliberata – con il termine “outing”, che sta invece a indicare il dichiarare l’omosessualità – o in generale un orientamento differente da quello etero o binario – di qualcuno da parte di terze persone, senza che il diretto interessato abbia dato il suo consenso o ne sia al corrente.
Le principali difficoltà del fare coming out
Se è vero che ogni situazione è diversa dall’altra, poiché condizionata dall’ambiente familiare, dal contesto lavorativo, dalla dimensione personale e da tantissimi altri fattori sociali e culturali, è anche vero che esistono alcune difficoltà nel fare coming out che riguardano la quasi totalità delle persone interessate.
Prima fra tutte è la paura del rifiuto, del ritrovarsi ostracizzati ed essere respinti o emarginati dalla propria famiglia, dagli amici, dalla propria comunità in generale o dal proprio posto di lavoro o contesto scolastico. Tra i giovani prima della maggiore età, o finché ancora dipendenti dai propri genitori, l’ostacolo più grande nel trovare il coraggio di fare coming out è la paura di perdere il supporto o il sostegno della propria famiglia.
La discriminazione nei confronti delle persone LGBTQIA+ è, purtroppo, ancora oggi troppo diffusa in molti contesti sociali, lavorativi e culturali e la consapevolezza di tale pericolo genera inevitabilmente un clima di insicurezza e di timore nel momento in cui si valuta di fare coming out.
Inoltre, al di là della dimensione personale e dei timori relativi alla propria comunità o cerchia di affetti, un fattore particolarmente triste e significativo è dovuto dalla paura per la propria sicurezza e incolumità.
Nella società in cui viviamo, e in alcuni contesti ancor più di altri, l’omofobia o la transfobia sono piuttosto diffuse, tanto da poter degenerare in azioni di odio e di violenza nei confronti di chi non si identifica come eterosessuale. Quotidianamente si registrano ancora episodi di cronaca legati ad aggressioni, di vario genere e gravità, ai danni di persone LGBTQIA+.
È infatti tristemente necessario constatare che, tutt’oggi e nella nostra società, fare coming out rappresenti un rischio reale per la sicurezza personale e emotiva della persona coinvolta.
Superare le difficoltà e fare coming out: qualche consiglio
Prima di fare coming out, è importante assicurarsi di avere intorno a sé una rete di supporto e individuare persone di fiducia con cui condividere i propri sentimenti e le proprie paure. Che siano amici, familiari, un gruppo di supporto LGBTQIA+, è necessario non sentirsi soli nell’affrontare questo processo.
Altrettanto importante è essere consapevoli di ciò a cui si sta andando incontro e considerare l’eventualità che si riveli un’esperienza particolarmente intensa e difficile.
Prepararsi mentalmente e avere aspettative realistiche può aiutare a gestire le reazioni degli altri e il modo in cui queste vengono percepite. Inoltre, consapevolezza e preparazione mentale aiuteranno a vivere questo processo e gli eventuali ostacoli in maniera lucida, contribuendo a salvaguardare il benessere mentale e ad affrontare questa fase senza uscirne emotivamente stravolti o psicologicamente sopraffatti.
In molti casi, il supporto di terapeuti e consulenti specializzati sul tema è consigliabile, in quanto può offrire un ambiente sicuro in cui esplorare i propri sentimenti e sviluppare strategie per affrontare le difficoltà del coming out.
Il momento giusto per fare coming out non esiste
Non c’è un modo o un momento “giusto” per fare coming out. Ogni persona deve decidere quando, come e con chi condividere la propria identità in base alle circostanze, al contesto specifico, alla propria condizione emotiva e molto altro.
Fare coming out è un atto di coraggio che può portare a una maggiore autenticità e felicità personale: già solo per questo, possiamo affermare che è un gesto in ogni caso positivo, che promuove il nostro benessere generale e la consapevolezza e accettazione di sé.
Tuttavia, le difficoltà associate a questo processo non possono essere sottovalutate. Per questo è importante garantirsi una rete di sostegno emotivo e armarsi delle risorse adeguate per affrontare le eventuali sfide relative al fare coming out.
Ma alla fine grazie alla consapevolezza, al sostegno esterno e al trascorrere del tempo, l’aver fatto coming out rappresenterà il primo passo per raggiungere quella sensazione di appartenenza e di accettazione di sé necessarie per poter vivere appieno la propria identità.
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