Vaso di Pandora

IV Festival dell’Outsider Art e dell’Arte Irregolare

Presentazione del Progetto per la partecipzione alla Mostra di Verona 4-5-6 Ottobre 2019

Curatori del Progetto: Simonetta Porazzo, Giovanni Giusto, Nicole Asnong, Milena Meistro

Concept a cura di: Simonetta Porazzo

In lak’ ech Ala k’in

io sono te, tu sei me… a modo mio

Il titolo In lak’ ech Ala k’in – io sono te, tu sei me … a modo mio della performance che abbiamo piacere di presentare alla mostra “IV festival dell’Outsider Art di Verona”, esprime come ognititolo, l’essenza di quello che vogliamo trasmettere ed evidenziare: il rapporto di unicità–reciprocità e interdipendenza fra noi e il mondo, sia esseri senzienti che esseri non senzienti.

La performance vuole sollecitare una riflessione su alcuni temi che interessano sia il mondo dell’arte che il mondo della psicologia, quali la relazione, il dialogo che si instaura fra opera d’arte e autore dell’opera, fra opera d’arte e fruitore, caratterizzate da una quasi totale unicità e reciprocità, se non fosse per quell’ “a modo mio” che ci preserva dall’impazzire e tutela la nostra salute mentale.

Quale autonomia l’opera sviluppa in relazione all’autore o autori e ai fruitori?

Quanta vitalità e nuove potenzialità riesce ad evocare nei fruitori l’installazione?

Esiste ancora la necessità di utilizzare il termine arte outsider?

Questi alcuni interrogativi proposti.

L’installazione prevede come prima e preferita possibilità l’utilizzo di una stanza in cui collocare al centro due sagome speculari realizzate in acciaio bianco e unite tra loro da una base – sempre inacciaio – che le separa di 20 cm; le sagome sono differenziate per altezza e proporzioni nelle forme (da slim a large).

Sulle pareti della stanza verranno proposti “gli abiti” su cui saranno inseriti elementi scelti da artisti cosiddetti outsider che lavorano e producono nei laboratori legati all’atelier “IntelligenzeRovesciate” del gruppo Redancia e Asl2 Savonese e che rappresentano gli elementi cardine della loro ricerca espressiva.

Il mondo dei fiori per Patrizia, il mondo degli animali per Giorgio, il mondo dei pesci per Vittorio, le scene medioevali per Massimiliano, ecc.

Fiori, uccelli, pesci da apporre sulle sagome che verranno realizzate nei vari materiali – ceramica, plastica, tessuti, cartoncino, legno, ecc.

Saranno presenti, collocate nella vicinanza delle sagome, alcune ceste con i vari elaborati declinatinei diversi soggetti e materiali, dotati di calamite che ogni visitatore potrà utilizzare per adornare, per “vestire” e abbigliare a suo modo le sagome di acciaio poste al centro della sala. Ogni visitatore “attivo” al termine del lavoro avrà a disposizione una Polaroid con la quale poter fotografare l’opera compiuta e, se vorrà, se stesso in relazione all’opera.

Le fotografie verranno collocate attraverso fili predisposti all’interno di una sagoma vuota già predisposta solo definita da un contorno in ferro.

Nel caso non si potesse utilizzare una stanza, posizioneremo i lavori fatti dagli artisti “irregolari” attorno alle sagome centrali di acciaio come a definire uno spazio “sacro”, circolare, all’interno del quale ogni partecipante-fruitore potrà cimentarsi “artista” e realizzare la propria interpretazione delle sagome.

Ovviamente, realizzate le “istantanee fotografiche”, ogni partecipante dovrà riporre nei contenitori i materiali e lasciare le sagome nuovamente nude e pronte ad assumere nuove vite con nuovivisitatori.

In lak’ ech Ala kin’ – è un saluto che deriva dalla saggezza Maya Io sono te, tu sei me.

La legge di In lak’ ech Ala kin’n è un onorarsi l’un l’altro. È una dichiarazione di unità e unicità. Il suo significato esprime la sacralità di alcuni saluti, come Namastè per gli Indù, Wirococha per gliInca e Mitokye Oyasin per i Lakota, indipendentemente dalla cultura di provenienza, vi è un gesto in comune per tutti questi saluti sacri: quello di portare le mani sul cuore.

Nel Mayar inspired poem, Luis Valdez così scrive:

Tu sei l’altro me

se faccio male a te,

faccio del male a me stesso.

Se ti amo e ti rispetto

amo e rispetto me stesso.

Abbiamo pensato di proporre due citazioni di due diversi autori che in modo mirabile hanno espresso i presupposti guida di questo lavoro.

“In fondo al sé c’è l’altro e in fondo all’altro c’è il sé. Che io veda l’altro assoluto nel mio io significa che io vedo me stesso vedendo l’altro assoluto. È cosi che si stabilisce la coscienza individuale.”

Nishida Kitaro (1911) Studi sul bene.

__________ o__________

“L’amore è la forza vitale, l’anima, l’idea …

Non c’è relazione dialogica senza amore, come non c’è amore nell’isolamento.

”Patterson D. (1988) L’amore è dialogico – Literature and Spirit. Essay on Bkhtin and hiscontemporaries 142.

Simonetta Porazzo

INDICAZIONI TECNICHE PER LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE – opere dedicate alla vestizione delle due sagome di acciaio e sagome-abiti da appendere alla parete.

Ogni Atelier che aderisce al progetto dovrà produrre:

1. “accessori” con cui vestire le sagome di acciaio. Gli accessori saranno riposti in ceste ai piedi dell’installazione e a disposizione del visitatore che avrà la possibilità di interagire con l’opera “vestendola”.

2. Sagome-abiti, che saranno appesi alle pareti o, in assenza di una stanza dedicata, posizionati intono all’installazione centrale.

ACCESSORI: Gli accessori possono essere realizzati con qualsiasi materiale e saranno muniti di calamita, così da poter essere attaccati alla sagoma di acciaio. L’accessorio può essere liberamente interpretato e declinato: si potranno produrre accessori “reali” – cappelli, collane, magliette, orecchini ecc. – o accessori “di fantasia” purché adatti alla vestizione della sagoma. Le dimensioni e proporzioni delle due sagome corrispondono ai cartamodelli che ogni Struttura e Atelier hanno avuto in dotazione.

SAGOME-ABITI: Le opere realizzate saranno appese alle pareti e/o posizionate intorno all’installazione centrale, pertanto le stesse dovranno essere munite di attaccaglie, elementi per il sostegno adattiall’esposizione. Ogni Atelier potrà riprodurre entrambe o soltanto una delle due sagome a partire dai cartamodelliforniti; le sagome realizzate potranno riprodurre fedelmente le sagome originali nelle dimensioni o essere riprodotte in scala (più piccole o più grandi). La scelta dei materiali è libera, così come l’interpretazione che dovrà però restare fedele al concept elaborato da Simonetta Porazzo, ovvero “una riflessione sulla relazione, sul dialogo che si instaura fra opera d’arte e autore dell’opera, fra opera d’arte e fruitore, sul rapporto di unicità – reciprocità e nterdipendenza fra noi e il mondo, sia esseri senzienti che esseri non senzienti”.

INFO SULLA MOSTRA: La mostra si terrà a Verona, dal 4 al 6 Ottobre 2019. L’inaugurazione sarà venerdì 4 Ottobre alle ore 18.00. Gli Atelier avranno uno spazio espositivo dedicato in cui poter raccontare il proprio lavoro e i propri artisti attraverso i vari linguaggi e rispettando il tema del Festival. Il titolo di quest’anno è Memoria Futura, per sottolineare l’importanza della dimensione storica che si proietta verso l’oggi e il domani, in una direzione progettuale, grazie al contributo innovativo diatelier, esperienze e artisti contemporanei che contribuiscono a disegnare nuove prospettive e nuovilinguaggi.

Simonetta Porazzo

Nicole Asnong

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