Si sa che l’adolescenza è il periodo delle scoperte e delle nuove esperienze: tra i 12 e i 25 anni il cervello è sottoposto a una crescita fisica e psicologica importante, alla quale è associato un piacere emotivo per l’ignoto. Uno di questi piaceri “proibiti” è l’alcol, il quale si può rivelare un grande nemico se non se ne valutano accuratamente i rischi associati.
Perché l’alcol fa più male ai giovani?
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’alcol è il primo fattore di rischio per malattie croniche, invalidità e morti premature tra i giovani. Ma perché questa categoria è più vulnerabile all’effetto dell’alcol? Fisiologicamente, nel nostro corpo si sviluppano degli enzimi che sono in grado di metabolizzare l’alcol, come l’alcol deidrogenasi; tuttavia, fino ai 16 anni di età, questi enzimi sono completamente assenti nel nostro organismo, e terminano la loro maturazione non prima dei 21 anni. Di conseguenza, l’alcol non dovrebbe essere assunto nemmeno in quantità moderate fino a 21 anni poiché il corpo non è in grado di smaltirlo.
Che quello dell’alcol sia un problema non c’è dubbio, e lo confermano i dati ISTAT 2022 sul consumo in Italia: infatti, nel 2020, il 49,4% dei ragazzi e il 44,4% delle ragazze di età compresa tra gli 11 e i 25 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica in quell’anno.
Le conseguenze fisiche dell’alcol sui giovani
L’alcol agisce sui meccanismi cerebrali di ricompensa, generando una sensazione di piacere che induce l’uomo a ripetere l’esperienza; tuttavia, questo è un effetto domino nel tempo, poiché più si beve e più ci si abitua, e l’essere umano tende a ricercare quelle stesse sensazioni aumentando la dose di alcol assunta.
Così, nel corso della serata, si tende a bere sempre più spesso, e si instaura anche un meccanismo psicologico alla base di ciò: i ragazzi sono più disinibiti, si sciolgono di più, e si sentono più a loro agio in una situazione in cui – di solito – sarebbero più goffi e impacciati: ma ciò è l’inizio di quello che potrebbe diventare una dipendenza. E un cervello immaturo come quello dei giovani – che sono appena entrati nel mondo degli adulti – ha un effetto ancora più devastante.
Come ci si accorge precocemente dell’abuso di alcol?
Il consumo smoderato di alcol può essere associato anche a manifestazioni di disagio psichico o ad altri disturbi di tipo comportamentale: bere – come detto precedentemente – può essere un simbolo di “autodifesa”, che viene messo in atto dall’adolescente come risposta a insicurezze e ansie che l’ambiente intorno a lui creano.
Inoltre, l’alcol può dare origine a comportamenti impulsivi, può facilitare l’uso di stupefacenti o compromettere l’emotività del soggetto. Per questo motivo, è estremamente utile e necessario intercettare i segnali premonitori e diagnosticare:
- Tratti disfunzionali del soggetto, come impulsività e incapacità di controllo delle emozioni;
- Disturbi che possono esporre l’individuo a creare un rapporto morboso con l’alcol.
Cosa si può fare per prevenirlo?
La comunicazione è il pilastro fondamentale di tutti i tipi di relazione: questo vale anche per la prevenzione dell’abuso di alcol e danni correlati. Per questo, è importante informare i giovani – ma questo vale anche per tutte le categorie – sui possibili e probabili danni dell’alcol, in modo tale da sensibilizzare gli individui quanto prima e renderli consapevoli che le proibizioni di vendita dell’alcol ai minori non sono una punizione, ma sono volte a preservare la propria salute fisica e mentale.
Quindi, anziché dover far leva su divieti e punizioni – che non sono mai produttivi e a volte sortiscono l’effetto contrario – è meglio giocare d’anticipo e iniziare a sensibilizzare già dall’infanzia attraverso attività informative e strumenti di comunicazione di massa.
Educazione nelle scuole
Anche la scuola dovrebbe giocare un ruolo fondamentale nella promozione della salute: potrebbero essere messi in atto moltissimi progetti e lezioni durante le ore di educazione civica, volte a istruire gli studenti – cittadini del futuro – sui rischi salutari legati al consumo di alcol in giovane età.
Molti ragazzi e ragazze, soprattutto in età adolescenziale, canalizzano i loro problemi nel consumo compulsivo di alcol, ma i problemi galleggiano bene nei bicchieri… Si troveranno dove li si sono lasciati. Illudersi di poter scappare è solo una soluzione fugace e temporanea.
Dare il buon esempio in famiglia
I genitori sono i modelli a cui i bambini si ispirano, e con cui trascorrono la maggior parte della loro infanzia. Come non aver sognato almeno una volta di diventare come il proprio papà o la propria mamma? Quindi, banalmente, il ruolo educativo che investono è cruciale nella crescita del loro figlio.In uno studio sul consumo di alcol in Italia, L’ISTAT rileva che il 30,5% dei giovani che vivono in famiglie in cui almeno un genitore beve alcol in maniera smoderata ha – a sua volta – un alto consumo dello stesso; tale percentuale scende drasticamente – al 16,2% – se si vive con genitori che non bevono o non eccedono nel consumo di alcolici.