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Come aiutare una persona con disturbi alimentari?

I disturbi alimentari rappresentano una sfida complessa per chi li vive e non è facile riuscire a offrire il giusto supporto a un nostro caro che ne è vittima.

Si tratta di una tipologia di disturbi che possono assumere forme e dinamiche differenti, ma che sono in generale caratterizzati da un rapporto disfunzionale con il cibo e con il proprio corpo.
Le conseguenze sulla salute fisica, mentale ed emotiva possono essere devastanti e per questo non vanno sottovalutati.
Per affrontarli al meglio è necessario ricevere il sostegno adeguato, percepire la comprensione empatica di chi ci circonda.
Ecco perché il ruolo delle persone vicine a chi soffre di disturbi alimentari è fondamentale per facilitare il percorso verso la guarigione ed è quindi necessario essere consapevoli sull’argomento e sulle giuste strategie da perseguire.

Educazione e consapevolezza sul tema

La prima e più importante azione da compiere per aiutare una persona con disturbi alimentari è educarsi in merito.
Conoscere le diverse forme, sintomatologie e dinamiche con cui si presentano questi disturbi è fondamentale per riconoscere a quale ci troviamo di fronte. Tra i disturbi alimentari più diffusi vi sono, ad esempio, l’anoressia, la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata (BED): già solo questi tre disturbi presentano sintomi e segnali molto diversi tra loro.

Riconoscerli, provare a comprendere le cause sottostanti e le possibili complicanze è la base di partenza necessaria per poter offrire il supporto necessario a un nostro caro che è in balia di uno di questi disturbi.

una ragazza di tiene il jeans per vedere quanto è dimagrita con il disegno di una bilancia dietro
Gettare le basi per capire come aiutare una persona con disturbi alimentari vuol dire prima di tutto capire di quale disturbo si soffre e quali sono i sintomi principali.

Empatia e sostegno emotivo

Rendersi conto che una persona a noi cara soffre di un disturbo alimentare può essere molto doloroso a causa della consapevolezza dei rischi anche gravi e irrimediabili sulla salute e il benessere di chi ne è afflitto. Ma sono proprio l’ambiente circostante e le persone che circondano la vittima ad avere un ruolo chiave del facilitare il superamento e la guarigione dal disturbo.

È essenziale creare e garantire un ambiente sicuro e non giudicante, in cui la persona affetta da disturbi alimentari si senta libera di esprimere i propri sentimenti e le proprie preoccupazioni. L’ascolto attivo, attento e privo di giudizi può aiutare a costruire un legame di fiducia. Mostrare empatia verso i sentimenti e il vissuto è importantissimo per aiutare quella persona a sentirsi meno sola.

Soffrire di un disturbo alimentare vuol dire dover affrontare emozioni complesse, contrastanti, totalizzanti. Ansia, vergogni, senso di colpa e stati depressivi sono frequenti. Essere presenti, mostrare la propria volontà a stargli vicino, offrire conforto e sostegno emotivo può essere estremamente significativo nel favorire e migliorare il percorso di guarigione.

L’importanza di sostenere e promuovere il trattamento professionale

Nella maggior parte dei casi per guarire da un disturbo alimentare è necessario l’intervento clinico professionale e il seguire un percorso con gli specialisti della salute dedicati.
Incoraggiare e supportare la persona affetta da un disturbo alimentare a cercare aiuto attraverso il trattamento medico, se necessario, e a consultare psicologi, psichiatri e dietisti è fondamentale per il recupero.

Promuovere un atteggiamento e un approccio positivo

Ricordarsi di promuovere un approccio salutare verso il cibo e verso il corpo è fondamentale per contribuire a creare un ambiente positivo attorno a chi sta lottando con dei disturbi alimentari. Questo vuol dire non solo evidenziare l’importanza di una dieta sana, equilibrata e soddisfacente o promuovere in maniera moderata l’attività fisica, ma anche mostrarsi inclini all’accettazione del proprio corpo e di quelli diversi dal proprio, anche nei piccoli gesti e discorsi quotidiani.

Di conseguenza, è bene evitare di parlare in modo negativo del cibo, del peso o dell’aspetto fisico, demonizzare eccessivamente il concedersi dei peccati di gola o idolatrare e promuovere standard estetici irrealizzabili.

una ragazza porge tra le mani una mela e una ciambella
Promuovere un atteggiamento positivo e sano verso il cibo e la cura del proprio corpo non vuol dire sponsorizzare una dieta ferrea e rigida: al contrario, concedersi dei pasti e delle pietanze goduriose e che ci piacciono è sinonimo di benessere ed equilibrio, a prescindere delle proprietà nutrizionali.

Il recupero dai disturbi alimentari è un processo complesso e spesso lungo, che può essere caratterizzato da alti e bassi. È importante essere pazienti, comprensivi e persistenti nel supportare la persona nel suo percorso, anche quando sembra difficile o frustrante, e mostrare positività, fiducia e vicinanza incondizionata.

Aiutare una persona con disturbi alimentari richiede dunque una combinazione di comprensione, empatia, sostegno pratico e accesso a risorse professionali.
Anche se può essere impegnativo e troppo difficile per noi stessi, dobbiamo ricordarci che il sostegno degli amici, della famiglia e dei professionisti della salute mentale può fare la differenza nel processo di guarigione e nel miglioramento del benessere complessivo della persona affetta e scongiurare le conseguenze più spaventose e gravi.

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