“Se il Presidente ha un tratto psicopatico” ci presenta un paradosso solo apparente: è ben più di una notazione pittoresca, perchè ci riporta all’eterno problema dei rapporti fra violenza, potere, norma, Stato, etica. Dunque i supremi garanti della convivenza civile e della legalità possono essere inclini alla aggressività e alla violenza? Non sono qualcosa di molto diverso da un capo branco?
Certo lo Stato non può fare a meno della forza, e va già bene quando questa diventa virtuale ed esercitata secondo linee di sufficiente giustizia ed equilibrio. Ciò che è crimine per il privato può divenire prassi per l’autorità sovrana.
Nella Bibbia, Jahvè rivendica il proprio diritto – quale incarnazione della norma – ad azioni che ci appaiono proprio criminose, come quelle compiute contro il povero Giobbe; Machiavelli, se in realtà non proprio “il fine giustifica i mezzi” ha comunque scritto “l’effetto scusa il fatto”; Hobbes risolveva il problema della guerra “tutti contro tutti” riservando allo Stato Leviatano l’esclusiva della violenza; per Merleau Ponty ogni potere è criminale; Akira Kurosawa in quel grande film che è Kagemusha faceva dire al protagonista signore della guerra “io sono il più grande criminale”… e fermiamoci qui.
Nelle rivoluzioni violente, la spinta al cambiamento è ritenuta criminale finchè non diviene norma e riesce a incarnarsi in Diritto, criminalizzando l’avversario. E l’azione politico – militare certo si differenzia dalla violenza delinquenziale perchè rivolta comunque a finalità collettive e non individuali; ma il confine può divenire labile, come fra gli altri ci ha insegnato Fenoglio – Autore tutt’altro che revisionista – mostrandoci ne “La paga del Sabato” un partigiano che diviene delinquente comune quasi senza transizione. E potremmo continuare….
Anche vere e proprie patologie individuali possono spianare la strada alla conquista e alla gestione del potere: basta pensare alla paranoia di Stalin e a quella di Hitler che ha compattato dietro di sè una nazione nella guerra interna, prima che esterna, contro il giudaismo.
Certo, oggi siamo in democrazia, e la divisione dei poteri in legislativo, esecutivo e giudiziario ha limato gli spigoli più evidenti: ma il problema rimane, probabilmente non eliminabile.