Il suicidio è un fenomeno complesso e drammatico, che coinvolge ogni anno milioni di persone nel mondo. Chi pensa al suicidio vive una profonda sofferenza psicologica, spesso causata da situazioni di crisi, stress, perdita, isolamento, malattia o disturbo mentale. Il suicidio non è una soluzione, ma una fuga da un problema temporaneo. Esistono modi per prevenire il suicidio e aiutare chi ha pensieri suicidari a trovare altre vie di uscita.
Quali sono i fattori di rischio del suicidio?
Non esiste un profilo psicologico unico che caratterizzi una persona predisposta al suicidio, tuttavia, la presenza di certi fattori può elevare la probabilità di pensare o commettere tale gesto. Ad esempio, è rilevante la presenza di un disturbo psichiatrico, quali possono essere la depressione, l’ansia, la schizofrenia, il disturbo bipolare, il disturbo di personalità, l’alcolismo o la tossicodipendenza.
Inoltre, la storia personale o familiare di tentativi di suicidio o di suicidi completati possono aumentare la sensibilità verso questo rischio. Allo stesso modo, l’esposizione a eventi traumatici, stressanti o luttuosi, come la violenza, l’abuso, il bullismo, la separazione, il divorzio, la perdita del lavoro, una malattia grave o la morte di una persona cara, rappresentano fattori di rischio significativi.
A volte, il sentimento di colpa, di vergogna, di inadeguatezza, di disperazione, di solitudine o di isolamento sociale può guidare verso pensieri suicidari. In questo contesto, la mancanza di sostegno emotivo, di relazioni significative, di progetti di vita o di speranza nel futuro può acuire questi sentimenti. Infine, l’accesso a mezzi letali, come armi da fuoco, farmaci, veleni o altri oggetti pericolosi, può facilitare l’esecuzione di tali pensieri.
Quali sono i segni di allarme del suicidio?
Coloro che contemplano il suicidio spesso mostrano diversi segni di allarme, che possono manifestarsi a livello verbale, comportamentale o emotivo. Ad esempio, potrebbero esprimere pensieri o desideri di morire, di autolesionarsi, di sparire o di percepire la vita come priva di significato.
A volte, queste persone possono fare piani o preparativi per il suicidio, come procurarsi mezzi letali, scrivere lettere di commiato, donare i propri beni o dire addio alle persone a loro care. Un cambiamento radicale del proprio stile di vita è un altro segno potenziale; possono trascurare l’igiene personale, l’alimentazione, il sonno, il lavoro, lo studio o gli hobby.
L’isolamento sociale è un altro indicatore; potrebbero ritirarsi dalle relazioni sociali, familiari o affettive, evitando il contatto con gli altri o interrompendo le attività abituali. Mostrare segni di depressione, come tristezza, apatia, pessimismo, senso di vuoto, perdita di interesse o di piacere, difficoltà di concentrazione o di memoria, senso di colpa o di inutilità, disturbi del sonno o dell’appetito può essere un segnale di allarme.
Anche l’ansia può essere un sintomo, manifestandosi come agitazione, nervosismo, paura, panico, irritabilità, impulsività, aggressività, inquietudine o iperattività. Avere comportamenti a rischio, come abusare di alcol, droghe, farmaci, gioco d’azzardo, sesso o altre sostanze o attività pericolose può essere un altro segnale.
Avere sbalzi di umore, passando da uno stato di depressione a uno di euforia, o viceversa, può essere un altro indicatore. Infine, mostrare sintomi psicotici, come allucinazioni, deliri, paranoia o confusione mentale, può segnalare un rischio elevato di pensieri suicidari.
Come prevenire il suicidio e aiutare chi ha pensieri suicidari?
La prevenzione del suicidio è possibile attraverso l’intervento sui fattori di rischio e il rafforzamento dei fattori di protezione. Questo processo può iniziare informandosi sul suicidio e sui suoi segni di allarme, permettendo così di riconoscere chi è in difficoltà e offrire il proprio aiuto.
L’ascolto attento, empatico e rispettoso di chi ha pensieri suicidari è fondamentale, evitando giudizi, minimizzazioni, critiche o consigli non richiesti. È importante chiedere apertamente se la persona ha pensato al suicidio, quali piani ha fatto e se ha accesso a mezzi letali, per valutare il livello di rischio e agire di conseguenza.
Esprimere il proprio sostegno, la propria preoccupazione e la propria disponibilità è un passo significativo, poiché mostra interesse, affetto e fiducia. È utile incoraggiare la persona a cercare aiuto professionale, come un medico, uno psicologo, uno psichiatra, un servizio di emergenza o una linea telefonica di ascolto e supporto.
Infine, è importante prendersi cura di sé. Cercare il proprio benessere fisico, psicologico e sociale e chiedere aiuto se si sente sopraffatti, stressati o impotenti può contribuire a mantenere la propria capacità di supporto.
Esistono diverse vie di uscita, che possono essere trovate con l’aiuto di chi ci vuole bene e di chi ci può aiutare. Non si è mai soli, c’è sempre qualcuno disposto ad ascoltare e a sostenere. Un’altra soluzione è sempre possibile.