Chi soffre di abulia, ovvero quella particolare condizione della psiche che aumenta esponenzialmente la difficoltà del soggetto nel prendere decisioni, ha bisogno di sostegno e supporto da familiari e amici. Occorre infatti evitare ogni isolamento, poiché potrebbe aggravare la condizione. Il sostegno emotivo e il rispetto dei tempi personali fanno la differenza nel processo di recupero, aiutando a ritrovare gradualmente la motivazione smarrita e riconquistare un senso di controllo sulla propria vita. Il disturbo è subdolo e viene troppo spesso sottovalutato. Nell’approfondimento che segue desideriamo spiegarlo e dare qualche consiglio su come sia meglio affrontarlo.
Che cos’è l’abulia?
L’abulia è una condizione psicologica caratterizzata da un’estrema difficoltà a prendere decisioni. L’individuo è costantemente indeciso su cosa debba fare e si contraddistingue per mancanza di motivazione e volontà. La persona abulica non ha il desiderio, né l’energia, necessari per intraprendere alcun tipo di attività. Ciò vale anche per quelle obiettivamente piacevoli o che, una volta, prima di incappare nelle sabbie mobili dell’abulia, si ritenevano stimolanti o gratificanti. Questa mancanza di iniziativa è spesso accompagnata da un senso di apatia. Tale sensazione influisce profondamente su vita quotidiana e relazioni sociali. L’abulia è una condizione che va oltre la semplice pigrizia o stanchezza. Si tratta di un vero e proprio blocco motivazionale. La situazione rende difficile, se non impossibile, portare a termine anche le azioni più semplici.
Cosa la causa?
Le cause dell’abulia possono essere legate a fattori emotivi, psicologici e neurologici. In molti casi, si associa a disturbi psichici come la depressione, le crisi d’ansia o alcune patologie neurologiche. Non è raro che l’abulia insorga come sintomo secondario di altra condizione, oppure in seguito a situazioni di stress cronico e/o traumi emotivi. Una caratteristica distintiva dell’abulia è che la persona è consapevole della sua difficoltà nel prendere decisioni, o nel trovare la motivazione, ma non riesce a fare nulla per superarla. Per questo motivo, sentimenti di frustrazione e autostima bassa insorgono con frequenza, dal momento che la persona si sente bloccata, costretta in una condizione di impotenza.
Origini e cause possono essere svariate. Molte sono interconnesse tra loro. A livello neurologico, la si collega a disfunzioni dovute ai livelli sballati di dopamina, neurotrasmettitore fondamentale per la motivazione. Si tratta dell’elemento legato al meccanismo della gratificazione. Quando ne abbiamo in circolo troppo poca si può verificare un indebolimento della capacità di provare piacere o gratificazione. Si riduce così la motivazione e la volontà di agire. Ciò spiega perché molte persone con disturbi come depressione o morbo di Parkinson, che non sono più capaci di una corretta regolazione della dopamina, sperimentano sovente sintomi di abulia.
Dal punto di vista psicologico, l’abulia può essere scatenata, o aggravata, da eventi traumatici, da un ambiente eccessivamente stressante o da scarsa autostima. Il senso di impotenza, l’ansia o la percezione di fallimento possono creare un terreno fertile per lo sviluppo dell’abulia. Ad esempio, una persona che è stata ripetutamente esposta a situazioni di stress, senza avere mai avuto modo di sfogarsi, o comunque recuperare, potrebbe sviluppare un blocco motivazionale come meccanismo di difesa, come leva protettiva preposta a evitare ulteriori sofferenze. Questa reazione, però, si rivela controproducente. Alla fine, porta soltanto a un circolo vizioso di apatia e mancanza di iniziativa.
Chi ne soffre
L’abulia colpisce persone di tutte le età e generi. Alcune categorie restano comunque più a rischio di altre di sviluppare questa condizione. Chi soffre di disturbi dell’umore, come depressione maggiore o disturbo bipolare, può sperimentare episodi di abulia. Ciò è specialmente vero durante le fasi depressive. Anche i pazienti con disturbi neurologici, come la demenza, possono manifestare sintomi di abulia. Queste condizioni alterano il funzionamento dei circuiti cerebrali responsabili della motivazione e della ricompensa. Chi vive in contesti altamente stressanti, come ambienti di lavoro opprimenti o situazioni familiari difficili, può sviluppare abulia. La condizione è infatti, spesso, una risposta a stress prolungato. Per tal motivo, chi abbia subito traumi psicologici, come una perdita o un evento altamente destabilizzante, è più suscettibile allo sviluppo di questa condizione. Tra i giovani, l’abulia può manifestarsi a causa di insicurezze o pressioni sociali che portano a inadeguatezza o impotenza.
L’abitudine a confrontarsi con ideali irrealistici, come per esempio quelli veicolati dai social media, indebolisce la fiducia in sé stessi e sviluppa, nel tempo, atteggiamenti abulici.
Come affrontare l’abulia
Affrontare l’abulia è possibile. È bene combinare tecniche psicoterapeutiche, modifiche nello stile di vita e, quando necessario, terapie farmacologiche. Si parte dall’identificazione dei pensieri negativi, agendo sullo stile di vita e l’approccio alla quotidianità. Si procede poi alla modifica degli schemi di comportamento che mantengono la condizione. In alcuni casi, la terapia farmacologica può essere utile. È il caso di quando l’abulia si accompagna alla depressione. In questo caso, fare uso di antidepressivi aiuterà anche per questa seconda condizione.
Oltre alla terapia, è fondamentale cercare di stabilire routine semplici, le quali diano alla persona un senso di struttura e realizzazione. Si deve stimolare la produzione di dopamina, migliorando motivazione e volontà. Piccoli obiettivi giornalieri, facilmente raggiungibili, aiutano a combattere l’abulia, fornendo una gratificazione immediata.