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Transfert e controtransfert, le differenze tra le due dinamiche terapeutiche

Il transfert e il controtransfert, in psicoterapia, si basano sulla capacità umana di partecipare al mondo interno dell’altro. Ogni giorno, quando nel corso della vita ci ritroviamo ad affrontare una particolare esperienza, qualunque essa sia, per orientarci e viverla al meglio, abbiamo bisogno di confrontarla con un episodio passato simile. Se non lo facciamo, non siamo in grado di riconoscerla. Pare una grossa complicazione, ma è così che funziona la nostra psiche. Una volta che avremo evocato il passato nel presente, reagiremo sfruttando le stesse modalità già messe in pratica in precedenza. Quando parliamo di transfert ci riferiamo al reindirizzamento inconscio di sentimenti tra una persona e l’esterno (in terapia, da paziente a terapeuta) mentre con il termine controtransfert indichiamo il percorso opposto, tra il ricevente del transfert e colui, o colei, che lo abbia fornito (da terapeuta a paziente).

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Utilizzare transfert e controtransfert per acquisire informazioni

Il transfert e il controtransfert sono una straordinaria fonte di informazioni sul mondo che ci circonda. Diciamo pure che sono la principale sorgente per questo tipo di input. È proprio per questo motivo che i terapeuti psicodinamici considerano il transfert uno strumento potentissimo, indispensabile per comprendere il paziente e progettare un cambiamento. I professionisti di questa branca evidenziano da tempo quanto sia limitante la poca importanza data al fenomeno da parte della psicologia cognitivo-comportamentale. L’interpretazione del transfert, infatti, non è un elemento centrale della terapia cognitiva, tutt’altro.

Ogni pensiero e sentimento automatico, relativo alle interazioni con il terapeuta, rientra ampiamente nell’ambito dell’esplorazione e può fornire preziose opportunità per testare e modificare i pensieri disfunzionali. Il terapeuta cognitivo comportamentale mira generalmente a stabilire una relazione collaborativa e aperta all’inizio del percorso. Predilige infatti lavorare in modo concreto e diretto con il paziente. Gli schemi disfunzionali, le credenze e le ipotesi che condizionano la percezione del paziente influenzeranno, con ogni probabilità, anche quella del terapeuta. Le strategie disfunzionali di comportamento interpersonale possono manifestarsi nella relazione paziente-terapeuta e, se non le si affronta in modo efficace, è possibile andare incontro a difficoltà anche serie. Il transfert si verifica quando il paziente sovrappone le sue precedenti esperienze interpersonali alla relazione con il terapeuta.

Transfert e controtransfert: due ragazze a colloquio
Il transfert e il controtransfert ci permettono di veicolare esperienze ed emozioni tra due o più persone

Transfert e controtransfert in terapia psicodinamica

Secondo la tipica prospettiva psicodinamica, transfert e controtransfert efficaci sono facilitati dal terapeuta se quest’ultimo si presenta come imparziale, rendendo il paziente libero di sovrapporre e trasferire i sentimenti provati verso una persona significativa. Il professionista deve identificare delusione, rabbia, frustrazione e tutte le altre emozioni sperimentate dal paziente acquisendo da lui quante più informazioni possibili. Il bravo practitioner non chiederà mai esplicitamente qualcosa. Si limiterà a cogliere la risposta che cerca dalle riflessioni del suo assistito. Il compito del camice bianco è duplice: da una parte deve tollerare abbastanza il transfert ed evitare di impegnarsi nella messa in atto di controtransfert. Dall’altro, deve aiutare il paziente a comprendere il significato e le conseguenze delle valutazioni e svalutazioni indirizzate verso il professionista.

Dinamiche cognitivo-comportamentali

Dopo aver evidenziato le dinamiche terapeutiche di transfert e controtransfert per la terapia psicodinamica, vediamo come incidano all’interno di un ambito cognitivo-comportamentale. Per la CBT avere una formulazione clinica condivisa con un paziente può aiutare a mantenere un’alleanza terapeutica durante rievocazioni difficili. Non è raro che questa disciplina faccia uso di schemi e credenze funzionali di base come focus della terapia. Recepire informazioni sfruttando questo meccanismo di trasferimento emozionale, se così vogliamo definirlo, può allontanare modelli interpersonali disadattivi e favorire la buona riuscita del rapporto paziente-terapeuta durante l’intera durata dell’iter di cura.

L’elemento centrale della terapia cognitivo-comportamentale non riguarda l’interpretazione del transfert. Tale aspetto è meno importante in questo percorso e non riveste la stessa rilevanza che ha in psicodinamica. Ciononostante, i pensieri automatici e le emozioni associate alle interazioni con il terapeuta sono importanti anche per questa branca della psicoterapia e possono fornire preziose opportunità di rimodellazione della ruminazione. In questa terapia specifica, transfert e controtransfert consistono nella discussione esplicita della relazione in corso tra paziente e terapeuta. Ciò si dimostra particolarmente efficace quando è ben chiara e definita la distinzione tra realtà e fantasia. Tanto al paziente, quanto a chi lo abbia in cura. Il controtransfert si verifica quando il terapeuta reagisce in modo complementare al transfert ricevuto. Questi deve riconoscere, etichettare e comprendere le sue stesse emozioni. Qualora sia necessario, può poi esprimerle.

Fare leva sul meccanismo di transfert e controtransfert

Elaborare transfert e controtransfert è piuttosto importante, per ambedue le dinamiche terapeutiche evidenziate. Ciò è vero, in particolar modo, quando si abbia a che fare con pazienti che presentano relazioni interpersonali problematiche di lunga durata. Il terapeuta che voglia sfruttare questo meccanismo di scambio potrà trarne grandi vantaggi, in termini di tempo e risultati, ma dovrà dimostrarsi in grado di saperlo fare. Farà bene a monitorare sempre le sue reazioni, riconoscendo quando siano troppo forti, sia in positivo, sia in negativo. Per aiutarsi, è lecito fare uso di domande introspettive, domandandosi se si stia esagerando o superando qualche soglia che sarebbe bene non attraversare.

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