Vaso di Pandora

Recensione del libro “La reputazione” di Ilaria Gaspari

“La reputazione” di Ilaria Gaspari, Guanda Edizione, 2024

“Un fiume nasce – l’avevo già studiato sul sussidiario di geografia, anche se non potevo certo dire di aver assistito a un evento paragonabile – dal confluire di innumerevoli ruscelli e torrenti di montagna in un unico letto sassoso, che si rafforza e si gonfia di quelle acque fresche, noncuranti del destino che le spinge a scivolare a valle, a ingrossarsi fino a far saltare argini e ponti. Non diversamente nasce una calunnia. Neppure a questo fenomeno avevo mai assistito, e oltretutto non era contemplata la sua descrizione in nessun sussidiario; per cui allora tardai – tardammo tutti – a rendermi conto di cosa stava succedendo”.

Una calunnia. Come nasce una calunnia.

Di questo parla il bel romanzo di Ilaria Gaspari, filosofa, scrittrice e soprattutto persona generosa, che ho avuto la fortuna di conoscere grazie ad un corso di scrittura creativa.

La storia del romanzo “La reputazione”

Il romanzo è ambientato nella Roma degli anni ’80. Una donna francese, Marie-France, proprietaria di una boutique, nel cuore dei Parioli, dove gli affari vanno a gonfie vele, ha un’idea che si rivelerà catastrofica: aprire una linea per adolescenti. Giorno dopo giorno, la superficie della serenità apparente comincia a incrinarsi. Compaiono strani messaggi in codice, minacce e intorno alla boutique si diffonde una calunnia infamante che non risparmia nessuno. Le voci serpeggiano e nel quartiere cresce l’ostilità verso Marie-France e i suoi collaboratori, fra cui Barbara, eterna laureanda in filosofia, arrivata in negozio per caso, pronta a lasciare che Marie-France le insegni a vivere.

Una ragazzina scompare: c’è una relazione con quel che si dice in giro e con quello che succede nei camerini della boutique?

Il romanzo procede come con la calunnia: si parte da lontano, apparentemente non c’è niente che non vada, ci si concentra su Marie-France, una donna che ha fatto diventare la moda, una missione, un antidoto al dolore e all’angoscia. Che si intuisce, ma non si comprende. E “imbellettare” è il modo per non entrare in contatto con quello che c’è sotto. L’apparenza che diventa l’unica possibilità di incontrarsi.

Quando sotto, non si sa cosa si vuole, chi si è, chi si vuole diventare.

I rapporti della protagonista

E allora il romanzo “La reputazione” prosegue raccontando del rapporto di Marie-France con i suoi collaboratori: con Giosuè, suo socio, che semina indizi relativi a sé, ma che non si svela, fino alla fine quando sente di potersi mostrare; con Marta e con Micol, che nel rapporto con la francese si sentono viste e riconosciute, altrimenti smarrite. Ma che poi, non sarà che nello smarrimento ci si trova? E che relazioni che abbelliscono in realtà limitano? 

E poi c’è Barbara. Che entra in contatto con la maldicenza. E non riesce più a tornare indietro. Perché tutto, a quel punto, s’impregna di diffidenza e di quel “se ne parlano, è perché qualcosa c’è”, di cui tutti, intimamente, siamo vittime. Barbara che prende le distanze e vede al di là. E se prima c’erano solo luci, ora si vedono le ombre. E capisce che è dentro di sé che deve cercare.   

Non succede apparentemente niente, finchè tutto succede. E miete vittime.

Senza che nessuno abbia avuto la forza e il coraggio di fermare quelle voci.

La calunnia

La calunnia è un reato. Di chi, con dolo, incolpa un’altra persona pur sapendola innocente e ne compromette, inevitabilmente, la reputazione.

Chi ne è vittima, deve denunciare.

La calunnia era una divinità minore dell’antica Grecia, malefica e menzognera.

La calunnia è anche un quadro di Botticelli, una complessa costruzione allegorica in cui ogni personaggio raffigurato si fa emblema di una divinità o di un concetto metafisico, che narra l’accusa di un uomo, ingiustamente calunniato e condannato da un giudice corrotto, Re Mida con orecchie da asino e consigliato da due donne, ovvero Ignoranza e Sospetto. E di fronte al giudice Re Mida si desta Rancore, uomo vestito di stracci di color marrone scuro, con indosso un cappuccio che gli copre gran parte del viso. Tenuta per la mano da Rancore, Calunnia, donna di bell’aspetto, dai capelli dorati, si fa sistemare i capelli dalle personificazioni di insidia e Frode, mentre trascina per i capelli il destinatario delle diffamazioni, un pover’uomo con le mani giunte richiedenti pietà, le cui magre membra sono coperte soltanto da un panno.   

E vicina a Calunnia c’è Rimorso, invizzita e carica di pesanti vesti, che torce il busto per osservare il personaggio all’estrema sinistra dell’opera che è la figura della Nuda Veritas, personificata come una donna dalle angeliche sembianze, il cui corpo nudo è coperto soltanto dai lunghi capelli biondi. Essa guarda in cielo, laddove proviene l’unica fonte di vera giustizia che, contrariamente a quella terrena, è incorruttibile.

Calunnia e verità.

Colpa e giustizia.

Donne, dai capelli biondi.

Come Marie-France, la protagonista del romanzo di Ilaria Gaspari.

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