È il titolo della campagna organizzata da Fondazione Libellula (nata con lo scopo di agire su un piano culturale per prevenire e contrastare la violenza di genere e ogni forma di discriminazione), dopo un’indagine, la Survey Teen 2024, effettuata su un campione di 1.592 adolescenti tra i 14 e i 19 anni, che ha fornito dati allarmanti sul grado di consapevolezza e percezione delle dinamiche relazionali tra i più giovani.
I dati della ricerca fatta da Fondazione Libellula
In particolare, dai dati diffusi con un comunicato stampa pochi giorni fa, risulta che 1 adolescente su 5 non riconosce gli abusi nelle relazioni, dimostrando una confusione tra ciò che costituisce amore e ciò che invece è controllo e possesso. Il 20-25% degli adolescenti non considera come violenza, azioni invasive come il toccare, baciare o diffondere informazioni intime senza il consenso. Nel comunicato stampa venivano riportati alcuni esempi: «Se mi controlla il telefono è perché mi ama» sostiene il 50% degli adolescenti, Il 25% ritiene comprensibile reagire con violenza a un tradimento, oltre la metà conosce una persona che ha subito abusi e il 40% non considera stalking l’invio ossessivo di messaggi.
L’opinione diretta di un giovane
Mi sono incuriosita, ho chiamato un giovane dell’età degli intervistati, da poco maggiorenne, gli ho chiesto se aveva voglia di leggere il comunicato stampa, di dirmi che ne pensa delle domande rivolte al campione intervistato: lui si è preso un po’ di tempo, il giusto, e nel suo stile mi ha risposto con un lungo messaggio.
A proposito di «se mi controlla il telefono è perché mi ama», risponde: non c’è un sì o un no, il telefono può essere controllato se il/la partner ha delle insicurezze o se vuole controllare qualcosa, cosa che sicuramente non deve essere quotidiana o un obbligo per il/la partner che possiede il dispositivo. Alla domanda, se sia comprensibile reagire con violenza a un tradimento la risposta, scrive, è più che ovvia: è un no, soprattutto gli uomini al giorno d’oggi devono riuscire ad accettare un no detto da una ragazza e non reagire in modo errato, soprattutto senza violenza.
Mi scrive di conoscere un’amica che alla prima uscita con un ragazzo si è sentita toccare senza essere stata d’accordo, che lei se n’è andata, che ha chiuso con lui, giustamente, aggiunge.
Rispetto ai messaggi insistenti, ritiene che sia importante valutare i contenuti dei messaggi, riconoscendo che in alcuni casi si può diventare pesanti o assillanti.
Lo chiamo.
L’insicurezza nei rapporti tra giovani
Mi colpisce la prima risposta: il controllo del telefono per placare le insicurezze del rapporto. Gli chiedo se non sia meglio parlarne se ci sono insicurezze nel rapporto, per costruire fiducia e rispetto, che nascono e crescono giorno dopo giorno. Mi dice che è d’accordo, ma che per avere la sciura certezza, per avere delle prove concrete si può anche controllare il cellulare, potrebbe essere una sicurezza maggiore.
Lo ringrazio, ma non posso non pensare alle sue parole.
Cos’è la sicura certezza? L’assenza di dubbi? Controllare il cellulare per avere una sicurezza maggiore.
Tanti sono gli stimoli: penso al registro elettronico, alle assenze viste dai genitori in tempo reale. Che non puoi più fare le cose di nascosto. Mando un messaggio alla mia amica Monica, mia compagna di classe del liceo, una sola volta abbiamo cercato di “bigiare” (che a seconda della zona di provenienza, potrebbe essere marinare, fare sega, fare filone, fare forca, bucare etc. ) e mentre andavamo in stazione, il vice preside, in auto, si è fermato, ha tirato giù il finestrino: Silvia, Monica mi sembra che stiate andando dalla parte sbagliata! Alla prima ora, quella di storia, è venuto in classe per verificare che fossimo tra i banchi e poi ha chiamato i miei genitori! Il mio, era un liceo di provincia, tutti conoscevano tutti! Non ci abbiamo più provato.
L’influenza dei genitori
Mi vengono in mente alcuni genitori che vedo in studio, che controllano i movimenti dei figli grazie (si fa per dire) ad un’applicazione dello smartphone che li localizza, in ogni momento; genitori che grazie a quell’applicazione hanno anche scoperto il tradimento di un coniuge, localizzato in un motel e non in ufficio. Mariti, mogli e figli che nella maggior parte dei casi non sanno nemmeno di essere costantemente controllati.
E a proposito di genere e discriminazione, penso a un insegnante molto appassionata, con cui ho parlato questa mattina, che, preoccupata, mi ha riferito di aver ricevuto una diffida dall’avvocato dei genitori di un suo alunno (scuola secondaria di primo grado, “la scuola media”) che la invita a non parlare più, in classe, di sessualità, problemi di identità di genere e cambiamenti climatici.
Ripenso alle parole che ho detto al giovane, perché non ne parlate? Perché non cercate di capire come state, insieme? mi chiedo se non siano superate, fuori tempo. No, non lo credo.
Le conclusioni dell’indagine della Fondazione Libellula
Mi sembra importante che l’esito dell’indagine organizzata da Fondazione Libellula sia l’organizzazione di percorsi formativi e laboratori per le scuole, e non solo: anche per le famiglie, e per le aziende. Momenti di incontro per colmare vuoti educativi che permettono al controllo di diventare normale; moduli educativi per docenti e ragazzi e ragazze finalizzati a riconoscere e decostruire gli stereotipi di genere; incontri per genitori e per chi ha un ruolo di cura sul tema dell’educazione al rispetto; coinvolgimento delle aziende per creare un ponte tra educazione e responsabilità sociale d’impresa.
I problemi degli adolescenti non devono e non possono riguardare solo gli adolescenti.