Il fenomeno del mukbang watching è strettamente legato alle nuove tecnologie. Si tratta di fruire di contenuti online come video e reels (filmati brevi, diffusissimi su piattaforme social come TikTok o Instagram) ove si ingurgitano enormi quantità di cibo. Per strano che possa apparire, il fenomeno è diffusissimo. Questi video attirano più utenti di contenuti con i gattini – da sempre molto popolari – e filmati a sfondo sessuale. La pratica di guardare video di questo tipo è nata in Corea del Sud, da qui il nome così particolare, e si è poi via via diffusa in tutto il mondo.
Esistono streamer e utenti social che totalizzano migliaia di visualizzazioni grazie al mukbang. Tipicamente, queste persone si procurano ingenti quantità di cibo e poi se ne ingozzano a favor di camera. Il tutto, mentre interagiscono con il pubblico che li guarda. Le trasmissioni audiovisive che trattano questo tema hanno riscontrato un’impennata di visualizzazioni in tempi recenti.
Le origini del mukbang watching
La complicata parola mukbang è una crasi di due termini coreani. In lingua, mangiare si dice mokta mentre bangsong è la traduzione del verbo trasmettere. A questo punto, l’etimologia è chiara. Facciamo però ancora fatica a capire come mai possano aver successo dei video come questi. Molto si deve all’educazione sudcoreana, per così dire. A quelle latitudini, infatti, l’atto di consumare cibo è improntato a un’etichetta molto rigida. Ciò si deve sia alla ben nota compostezza asiatica sia a questioni legate alla salute. Chi si ciba in maniera grottesca e animalesca appare come un ribelle, un trasgressore che rompe tutte le rigide regole. Si rende infatti protagonista di atti che si discostano in modo drastico dalla tradizionale maniera di considerare il rituale del pasto.
A questo dobbiamo aggiungere un secondo aspetto. In Corea l’isolamento sociale non è un fenomeno nuovo, sorto magari come conseguenza del duro periodo pandemico. Si tratta piuttosto di qualcosa di profondamente radicato, dovuto a peculiari fattori culturali e lavorativi. Un’altra causa di successo del mukbang watching potrebbe dunque essere dovuta alle ridotte opportunità di socialità offerte da quello specifico contesto socio-culturale.
Il mukbang watching era dapprima considerato soltanto una forma di intrattenimento e socializzazione online ma, nel corso del tempo, ha acquisito varie sfaccettature. Il fenomeno ha acquisito rapidamente una popolarità tale da attirare milioni di spettatori, anche molto lontani dall’isola di Corea, e comprende oggi aspetti sociali, sessuali e di fuga dalla realtà, oltre che di intrattenimento. Esistono comunità online numerose, e in costante crescita, che si riuniscono con il solo e unico scopo di guardare il mangiatore, che in gergo si chiama mukbanger, consumare il suo pasto. Sempre che pasto lo si possa definire.
La messa in scena di un mukbang show
Fare mukbang watching non è nulla di raffinato. Il pubblico si trova infatti ad assistere a una persona che mangia in maniera sgraziata e disgustosa, parlando con la bocca piena e masticando molto rumorosamente. In alcuni di questi spettacoli è possibile assistere anche alla preparazione del pasto. Questa peculiarità rende il mukbang show più vicino a uno dei programmi di cucina che vediamo ogni giorno in tv, ma attenzione a non confondere i due format. Il focus del mukbang resta sul mangiare fuori da ogni regola. Il mukbanger condivide apertamente le sue opinioni su quel che sta consumando e, non di rado, pubblicizza alcuni alimenti, se è affiliato a determinati brand. Tra la strumentazione tecnica si prediligono i microfoni ad alta sensibilità per creare un’esperienza quanto più immersiva possibile. È importante far sentire ogni suono della masticazione, il rumore delle posate e il fruscio delle bevande gassose appena aperte.
La popolarità del mukbang watching
Alla luce di quanto scritto finora, dobbiamo ancora capire perché il mukbang watching sia così popolare. Abbiamo già elencato alcune cause che giustificano la scelta di sedersi di fronte a smartphone o computer e guardare un mukbanger ma non ci è chiaro perché le persone tornino, con costanza, a guardare un simile show. Una volta che si è trasgredito, perché ritornare a farlo? Ebbene, tra le motivazioni individuate dai sociologi, per il continuo e ripetuto successo del mukbang watching, c’è la solitudine dei sudcoreani non sposati. Il tema è delicato. Pensiamo a questi giovani adulti costretti a vivere in spazi angusti all’interno di megalopoli sovrappopolate dove è difficilissimo conoscere nuove persone, poiché tutti si curano soltanto dei fatti propri. Il mukbang watching dà allo spettatore l’impressione di mangiare con qualcuno, di allungare il suo tavolo e coinvolgere un’altra persona.
Ci sarebbe poi anche lo stimolo voyeuristico. Secondo Charles Spence, professore di psicologia sperimentale presso alcuni atenei britannici, il food-voyeurismo soddisfa un desiderio recondito. Guardando gli altri cucinare e mangiare, a suo dire, allevierebbe le nostre preoccupazioni, normalizzando la nostra giornata e calmandosi. La normalità di sedersi in cucina, infatti, ha il potere di rilassarci, mettendo un punto alle nostre preoccupazioni e consentendoci di concentrarci sul qui e ora. Le piattaforme social possono ampliare i nostri spazi domestici, allargando la nostra idea di casa ed enfatizzando il senso di relax dovuto al sedersi comodamente nell’ambiente che ci è più congeniale in assoluto. Nel suo libro, intitolato Gastrophysics, Spence insiste molto su questa dimensione psicologica alla base del mukbang watching.
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