Commento all’articolo di Massimo Recalcati apparso su La Repubblica il 23/11/2010
Massimo Recalcati ci riparla di quel classico freudiano che è “Psicologia delle masse e analisi dell’Io”, che tratta del fanatismo di un gruppo sottomesso a un capo alla cui onnipotenza sente di partecipare tramite una illusoria identificazione: tutto ciò ha finito col portarci all’affermarsi dei totalitarismi e al disastro della seconda guerra mondiale. Cose che ben sappiamo, certo, ma che forse vale la pena ripensare.
E’ importante tenere a mente che la premessa di tutto ciò è stata la radicale sfiducia e disprezzo per i governanti fino a quel momento in carica, privi di questo potere fascinatorio: si ammirava il gesto di Guido Keller che sorvolando in aereo Montecitorio vi lanciava un pitale: o Gabriele D’Annunzio che chiamava “Cagoia” Francesco Saverio Nitti.
Oggi il movimento no-vax – minoritario ma non piccolo – riconosce anche questa matrice. Ho incontrato uno di loro che motiva il proprio rifiuto affermando che la campagna vaccinale è orchestrata dai poteri forti: che il rischio del Covid è esagerato o addirittura inventato; che le aziende produttrici alleate con Bill Gates cospirano per sterminare l’umanità con il vaccino; ovviamente con la complicità dei governi. Non si tratta di un delirio individuale, poiché con una mini-inchiesta ho potuto verificare che con molte varianti è abbastanza condiviso in quell’area.
Naturalmente, è vero che Bill Gates ha investito nell’industria farmaceutica, e che il vaccino è anche fonte di profitti: ma la conclusione trattane può essere francamente folle.
Questo ci porta alla profonda crisi di sfiducia nei confronti di istituzioni poco capaci di controllare abusi del potere reale: la gente comune si sente con fondamento manipolata e gestita, più che dal potere politico, da quello economico – finanziario, ma è poco capace di elaborare questa consapevolezza, che può prendere invece le forme deteriori del complottismo e di fantasie suggestive più che di analisi realistiche.
Credo che questa tensione abbia scelto di esprimersi, più che in tante altre occasioni, proprio in quella della campagna vaccinale; ciò non per caso ma perché essa chiama in causa direttamente qualcosa di centrale per ciascuno di noi: il corpo e la sua integrità “minacciata”, sollecitante una risposta emotiva-pulsionale forte quanto paradossale. Torno a Massimo Recalcati, che si rifà a Jacques Derrida e Roberto Esposito: “la difesa della propria vita finisce, paradossalmente, per contare più della vita stessa…l’ostinazione per la difesa della vita, anziché conservare la vita, può distruggerla”.
E’ lecito pensare che siano queste dinamiche a sollecitare certe risposte di piazza così intense da sfiorare talora la sovversione violenta, anche in paesi di riconosciuta e solida tradizione democratica.