Il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Dominicana due sorelle della borghesia locale vollero andare a far visita ai loro mariti detenuti in carcere, accompagnate dalla sorella maggiore.
Non arrivarono mai al carcere perché morirono in un‘imboscata tesa loro dai servizi segreti militari. Furono stuprate, torturate ed uccise ed i loro corpi furono gettati in un fosso, a simulare un incidente.
Non erano solo mogli di detenuti ma militanti politiche contro il regime dittatoriale di allora, scelta che pagarono con la tortura e la confisca dei beni di tutta la loro famiglia.
Anche i loro compagni erano in carcere come dissidenti contro il regime; le sorelle osarono sfidare la dittatura di allora, in un’epoca di predominio dei valori tradizionalmente maschili di violenza, repressione e forza bruta, dove la dittatura non era altro se non l’iperbole del maschilismo.
Perché il 25 novembre è la data della giornata contro la violenza sulle donne
L’assassinio delle sorelle provocò indignazione nel paese, seppur piegato da decenni alla dittatura di Trujillo.
Negli anni ’80, a Bogotà, il primo consiglio femminista latinoamericano decise di celebrare il 25 novembre come Giornata Internazionale per la lotta contro la violenza di genere, in memoria delle sorelle dominicane.
Da lì ad oggi sono passati anni, sono cambiate leggi e si è assistito ad un dibattito pubblico sempre più intenso sul fenomeno.
Si sono creati centri antiviolenza e si sono sviluppate volonterose campagne di sensibilizzazione dirette agli uomini.
La violenza sulle donne: i numeri sono allarmanti
Ma i numeri non ci sono di conforto, si parla addirittura del 30% delle donne nel mondo ad aver subito una qualche forma di violenza, fisica o sessuale negli ultimi 5 anni.
Non voglio e non credo di dover esporre qui le mie idee rispetto al quanto incida la scelta del partner in base alle caratteristiche personali e di ognuna di noi.
Quanto sia importante la stima che abbiamo di noi stesse e quanto spesso ci andiamo a cercare situazioni che ci intrigano ma che sono potenzialmente pericolose.
Abbiamo uno spirito salvifico, pensiamo a volte di essere interessanti se provochiamo, senza renderci conto che molti uomini non sono in grado di reggere il gioco delle provocazioni.
Non voglio semplificare un tema cosi delicato, ma penso che ogni situazione dove si riscontrano abusi o violenze vada contestualizzata, analizzata senza un giudizio a priori di tendenza o di presa di posizione.
Una società intrisa di maschilismo
Sta di fatto che la nostra società è ancora intrisa di maschilismo, che affonda le sue radici nel patriarcato dove le donne devono essere protette e mantenute dai maschi.
Non è difficile trovare molti esempi di maschilismo ai giorni nostri: la donna è ancora oggetto di pubblicità a sfondo allusivo o sessuale, come casalinga o mamma.
L’ uomo casalingo, il mammo che sta in casa e pulisce è dipinto nelle pubblicità con un tono patetico.
In molte famiglie la donna che lavora ha sulle spalle anche il mantenimento della casa.
D’altra parte il cammino da fare per raggiungere una completa parità di genere penso sia ancora lungo e negli ultimi tempi pericolosamente passibile di retrocessione.
Trump e il maschilismo
Basti pensare a ciò che dichiara Trump, che “proteggerà le donne, che a loro piaccia o meno”, come ha detto in un recente comizio nel Wisconsin, rilanciando la promessa, che suona un po’ minacciosa, di voler essere il “paladino delle donne”.
Trump stesso è stato accusato di molestie sessuali per eventi accaduti prima che diventasse Presidente.
E rivendica il suo diritto – “la storia ci insegna che succede sempre così, e non so se sia un male o un bene”, ha detto – che gli uomini potenti, le star, possono “prendere per la f**a” chiunque passi nei loro paraggi.
Non dimentichiamo che anche da noi ci sono eredi del pensiero fascista, dove si sosteneva che la donna dovesse obbedire .
Si liquidava la questione femminile così, in un periodo di uomini, nel quale la donna aveva solo il destino di silenzioso angelo del focolare.
Eppure Mussolini amava le donne e le temeva a tal punto che aveva sviluppato un’ostilità declinata in leggi e divieti (il delitto d’onore era una di queste).
La parità dei sessi è ancora troppo lontana
Siamo sempre pericolosamente in bilico anche se tanta strada si è fatta; c’è chi sostiene che per raggiungere la completa parità di genere occorrano ancora 134 anni da oggi. Credo ci sia bisogno di competenza, di esperienza, di visioni allargate per volgersi al percorso complesso che innovazione e globalizzazione ci hanno aperto davanti.
Ho sentito un commento televisivo molto appropriato in cui si parlava di crisi della mascolinità, più che di maschilismo. Come a dire: le donne hanno fatto e ottenuto tanto in questi ultimi decenni. E gli uomini sono rimasti gli stessi, non sono cambiati altrettanto. Mi sembra un commento doveroso, ad un articolo equilibrato e pieno di ragionevolezza.