Fig.1 La Tomba della non esistenza
In questo dipinto, Miriam si rappresenta come se fosse un cadavere congelato in una tomba. Tre figure di cui una in alto a sinistra vestita di nero, gettano terra sul suo corpo per seppellirla. La figura nera rappresenta lo scheletro che comparve tra le sue allucinazioni sin dall’inizio della malattia.
Nel quadro osserviamo anche l’immagine del terapeuta, con il capo circondato da una aureola che getta sul suo bianco cadavere gelato una terra rossa, come per donarle colore e riscaldarla. La paziente sembra cogliere l’intenzione terapeutica di portare emozioni colorate nella sua vita grigia, per sciogliere il ghiaccio che la avvolge nella tomba della non esistenza. Nel dipinto della paziente Gaetano sembra riuscire a penetrare attraverso le difese di Miriam, aprendo una via alla rinascita di emozioni vitali.
Fig.2 Il terapeuta entra nella tomba della non esistenza psicotica
Al centro di questo quadro osserviamo l’immagine del terapeuta che entra nella tomba della paziente immergendosi nell’inferno della non esistenza.
Miriam rappresenta Gaetano scisso in quattro parti, circondato da frammenti psichici raffigurati come demoni, specchio della frammentazione interiore della paziente. Tuttavia una delle quattro parti scisse del terapeuta è più grande delle altre e possiede un’aureola luminosa.
La paziente si sente raggiunta nel suo inferno: ora non è più sola nella sua dimensione psicotica.
Non è facile immergersi nell’interiorità così dolorosamente frammentata dei pazienti conservando una struttura egoica coesa ed integra.
Questo atto richiede una condivisione parziale del dolore della paziente da parte del terapeuta che identificandosi con la sofferente riesce allo stesso tempo a differenziarsi da lei.
Così Gaetano porta un nuova luce, una nuova speranza nel mondo desolato di Miriam, dominato da vissuti di morte, persecuzione, distruttività e rabbia, caratteristiche che la paziente stessa manifestava attraverso azioni particolarmente violente.