Quando pensiamo alla genitorialità ci immaginiamo una mamma o un papà nel momento della nascita del figlio, dunque, si pensa ad una capacità che si sviluppa a partire da questo momento; in realtà la funzione genitoriale non corrisponde alla nascita di un figlio: il concepimento e la nascita di un “bambino reale” sono soltanto alcune delle diverse espressioni della funzione genitoriale.
Le prime espressioni delle competenze genitoriali
La genitorialità è una funzione complessa che implica la capacità di comprendere i bisogni dell’altro, di proteggerlo e accudirlo, riconoscendone la soggettività, includendo anche l’attivazione di competenze di cura a livello fisico, affettivo e relazionale. Le prime espressioni delle competenze genitoriali compaiono precocemente nel corso dello sviluppo dell’individuo e sono osservabili dalla prima infanzia, dalla fine del primo anno di vita, periodo nel quale il bambino inizia a cercare di comprendere i bisogni dell’altro nella relazione. Inoltre, si tratta di una capacità che evolve nel tempo, sia nel corso del ciclo di vita dell’adulto, sia lungo lo sviluppo del bambino. Le competenze genitoriali non sono date “una volta per tutte” ma si modificano nel corso dei cambiamenti individuali dell’adulto, dello sviluppo del bambino e dell’evoluzione della relazione.
La transizione alla genitorialità
Il processo di transizione alla genitorialità adulta si fonda su una scelta autonoma e consapevole da parte dei partner di diventare genitori, che può essere letta come desiderio di espressione creativa e coronamento della vita di coppia.
La transizione alla genitorialità comporta un vero e proprio processo riorganizzativo da parte di entrambi i membri della coppia e implica un riassestamento e una rielaborazione delle dinamiche sia interne sia esterne agli individui, alla coppia stessa e alla famiglia in senso generale.
I neogenitori sono chiamati ad affrontare un riassestamento delle relazioni con il proprio ambiente di riferimento con un importante cambiamento nei ruoli e nelle relazioni intergenerazionali. Ciò implica differenziarsi dalla famiglia, rielaborare la propria posizione di figlio e figlia nella relazione con i propri genitori.
La rappresentazione di sé nel ruolo di genitore comporta una ristrutturazione a livello personale e individuale di identità, della propria vita interiore, del senso di sé e della visione del mondo.
La dimensione della cogenitorialità
È però solo con la nascita reale del bambino che i due partner accedono concretamente alla dimensione della cogenitorialità confrontandosi con le difficoltà e le dinamiche che durante i mesi di gravidanza hanno affollato le loro fantasie e pensieri. I neogenitori hanno quindi un compito organizzativo, legato alla costruzione di uno stile di parenting, che viene applicato nella pratica di tutti i giorni.
Anche la relazione coniugale tra i partner va incontro a diverse trasformazioni, in seguito a nuove esigenze, infatti, viene integrata la funzione genitoriale all’interno della relazione coniugale. Tutti questi cambiamenti scatenano complesse dinamiche di rinegoziazione dello spazio della coppia, sul piano sia affettivo-relazionale sia socioeconomico.
Non per ultimo, la qualità di tutti i cambiamenti che abbiamo considerato sull’asse co-genitoriale avrà un impatto sulla qualità dell’interazione e della futura relazione con il bambino. Le modalità attraverso cui i partner affrontano la fase di transizione alla genitorialità risultano avere un importante peso non solo in merito al cambiamento del proprio ruolo che li vede passare da partner a genitori, ma anche a livello dell’assunzione del ruolo genitoriale in relazione al figlio che verrà.