Vaso di Pandora

Bambini in guerra, i fattori scatenanti disagi psicologici nei più piccoli

24 milioni di bambini che vivono in zone di guerra dichiarano di soffrire di gravi disagi psicologici” secondo dati raccolti da Save the children. Psichiatri e psicologi unanimemente affermano che il trauma maggiore dei conflitti si verifica per i bambini. Vivere in età di sviluppo situazioni di pericolo e minacce costanti porta allo sviluppo di svariate problematiche tra cui disturbi dell’attenzione, difficoltà di concentrazione o cali di memoria. Inoltre, chi dovrebbe occuparsi dei più piccoli fa fatica nel provvedere al sostentamento e all’accudimento dei piccoli e questo porterebbe l’insinuarsi in loro della paura di essere abbandonati.

Ovviamente tutto ciò influisce anche sulla possibilità di creare dei legami di attaccamento saldi, inficiando così lo sviluppo affettivo e dando origine a disturbi somatici e depressivi e in alcuni casi alimentando il senso di vendetta e odio.

Subire la guerra per i più piccoli vuol dire essere continuamente esposti alla violenza eliminando una tappa fondamentale del loro sviluppo, quella del gioco, della conoscenza che li porterà ad essere gli adulti del domani. Oltre ad effetti devastanti sul corpo un conflitto mette a repentaglio anche la loro salute mentale

 Cause di disagio psicologico per i bambini in guerra 

I fattori scatenanti di questo malessere psicologico nei bambini in guerra sono diversi: 

  • Assistere agli orrori e alla violenza del conflitto. Esperienze del genere possono convertirsi in tormenti e ossessioni, come accade per tanti bambini siriani (colpiti tra l’altro anche dal sisma) o ucraini spaventati dal rumore di qualsiasi aereo.
  • Scarso accesso ai servizi di base e agli aiuti umanitari. Le guerre lacerano il tessuto sociale che teoricamente dovrebbe supportare la sana crescita di ogni bambino (frequentare la scuola, avere a disposizione delle strutture sanitarie) e, purtroppo, frequentemente tagliano fuori le reti di sostegno facendo venir meno i loro aiuti necessari in tali contesti (come ad esempio le cure, il cibo, la protezione).
  • Violenze, abusi e sfruttamento. Chiaramente si va incontro ad un aumento del rischio di essere vittima di violenze (sessuali, domestiche, di genere, bullismo), sfruttamento (lavoro minorile). Ma, soprattutto molti bimbi vivono il dramma di essere arruolati in gruppi armati
  • Paura del futuro. Il domani è incerto per tutti coloro che subiscono il conflitto e lo è anche per i bambini in guerra e ciò provoca inevitabilmente stress e ansia. Molti pensieri negativi come “la guerra potrebbe non finire”, “posso perdere i miei genitori”, “potrebbe non esserci più cibo” risuonano nelle loro menti. La sovraesposizione allo stress e la prolungata attivazione del naturale sistema di risposta dell’organismo possono avere una serie di conseguenze negative sulla salute mentale dei minori e la ripresa da queste non è immediata. 
  • Interruzione del sostegno e separazione dagli operatori. Lo sviluppo sociale ed emotivo di ogni bambino è legato a una presenza costante e attenta degli adulti. I bambini in guerra non solo vengono separati dai propri familiari o, nei casi peggiori, diventano orfani, ma esiste un ulteriore rischio: i bambini potrebbero vivere l’“abbandono” anche da parte di quegli operatori umanitari a causa di un’interruzione delle attività della rete di sostegno oppure per problemi psicologici degli stessi. (Gli operatori possono subire le terribili conseguenze di quel che vivono e vedono, pregiudicando così la capacità di fornire l’adeguata assistenza al bambino). Così i minori si ritrovano in totale solitudine, sofferenti e esposti ancor di più ai rischi di sfruttamento, rapimento e/o arruolamento nei corpi armati.
     
  • Si deve anche considerare il rischio di traumatizzazione secondaria. Il bambino o il ragazzo, infatti, subisce anche tutto l’impatto di vedere un genitore o una figura di riferimento traumatizzata, esperienza potenzialmente disorganizzante sul proprio sviluppo.

I disturbi e il malessere psicologico provocati da quanto descritto potrebbero incidere sullo sviluppo e il comportamento dei bambini, oltre che il benessere generale, e se non adeguatamente trattati in tempo potrebbero trasformarsi in patologie permanenti e difficilmente curabili in età adulta. Ricordiamo che iniquità e vulnerabilità spesso sono già esistenti in alcuni territori anche in periodi di pace  e che si inaspriscono molto di più durante la guerra.

I tragici numeri del conflitto Russia-Ucraina

Oltre 13 mesi di guerra hanno causato la morte di più di 500 bambini in Ucraina. “Alla data del 2 aprile, almeno 501 bambini sono stati uccisi e 991 feriti a causa dell’escalation del conflitto, la maggior parte dei quali ha dai 12 anni in su, ma si teme che i numeri reali siano significativamente più alti.  Basti pensare che 1 civile su 8 ucciso o ferito da mine antiuomo e ordigni inesplosi è un bambino”. Anche questo tragico report è di Save the Children che ha sottolineato queste tragiche cifre in occasione della Giornata internazionale per la consapevolezza e l’assistenza nelle azioni antimine.

Dal febbraio 2022 in Ucraina, è stato ucciso almeno un bambino al giorno, secondo l’analisi di Save the Children e questi dati sono stati verificati anche delle Nazioni Unite.

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