Nella ricerca sulla mente umana e sulla comprensione dei processi cognitivi, un approccio innovativo sta guadagnando sempre più attenzione: la “cognizione incarnata” o “embodied cognition”. Questa prospettiva sostiene che la nostra cognizione non sia limitata al solo cervello, ma coinvolga anche il nostro corpo e l’interazione con l’ambiente circostante. In altre parole, il nostro modo di pensare e comprendere il mondo è strettamente connesso all’esperienza sensoriale e motoria che deriva dal nostro corpo, la linea che separa mente e corpo è infatti sottilissima. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Emdodied cognition, come è nata?
L’idea di embodied cognition affonda le radici nella filosofia e nella psicologia. Filosofi come Martin Heidegger e Maurice Merleau-Ponty hanno sottolineato l’importanza del corpo nell’esperienza umana e nella comprensione del mondo. Secondo questa prospettiva, il corpo non è solo un veicolo passivo che ospita la mente, ma è attivamente coinvolto nella costruzione del significato e della conoscenza. La psicologia cognitiva ha poi sviluppato ulteriormente queste idee, offrendo prove empiriche e teorie che supportano l’importanza del corpo nella cognizione umana.
Il corpo come mappa dell’anima
Un aspetto fondamentale dell’embodied cognition è la nozione che il corpo stesso sia una “mappa dell’anima” o una “base” dell’esperienza umana. Il modo in cui percepiamo il mondo e interagiamo con esso è influenzato dalle caratteristiche sensoriali e motorie del nostro corpo. Ad esempio, la nostra capacità di comprendere la spazialità e la relazione tra oggetti dipende dalla nostra abilità di muoversi e interagire fisicamente con l’ambiente. I nostri sensi, come la vista e il tatto, ci forniscono informazioni cruciali che vengono integrate nella nostra comprensione del mondo. Un esempio concreto di embodied cognition è il concetto di “mappa corporea” o “schema corporeo”. Questo termine si riferisce alla rappresentazione mentale che abbiamo del nostro corpo e delle sue parti. La nostra mappa corporea ci consente di coordinare i movimenti, di percepire le sensazioni corporee e di comprendere le azioni degli altri. Ad esempio, quando vediamo qualcuno che alza il braccio, abbiamo la capacità di immaginare come sarebbe alzare il nostro braccio e comprendere l’azione.
Embodied cognition, le evidenze empiriche
Le evidenze empiriche a sostegno dell’embodied cognition sono numerose e variegate. Gli studi mostrano che le metafore corporee influenzano il nostro modo di pensare. Ad esempio, quando diciamo che qualcosa è “in alto”, tendiamo a guardare verso l’alto con gli occhi, sperimentando fisicamente la metafora. Inoltre, la ricerca ha dimostrato che l’esperienza motoria può influenzare la nostra comprensione concettuale. Ad esempio, studi hanno mostrato che il modo in cui manipoliamo oggetti fisici influisce sulle nostre rappresentazioni cognitive degli stessi oggetti.
Embodied cognition, il supporto a psicologia e neuroscienza
L’approccio dell’embodied cognition ha importanti implicazioni per la psicologia e la neuroscienza. In psicologia, questa prospettiva mette in discussione il tradizionale modello computazionale della mente, che considera la mente come un elaboratore di informazioni astratto e separato dal corpo. L’embodied cognition sottolinea invece l’importanza dell’esperienza corporea nella formazione della cognizione e nella comprensione del comportamento umano. Questo approccio apre nuove strade per la comprensione di fenomeni come l’apprendimento, la memoria, l’emozione e il linguaggio, considerandoli strettamente connessi all’esperienza corporea. Nella neuroscienza, ad esempio, l’embodied cognition suggerisce che i processi cognitivi non siano localizzati esclusivamente nel cervello, ma coinvolgano anche il sistema sensoriale e motorio del corpo. Studi utilizzando tecniche di neuroimaging hanno evidenziato l’attivazione di aree cerebrali associate alle sensazioni e ai movimenti quando i partecipanti immaginano o comprendono azioni o concetti correlati al corpo. Ciò supporta l’idea che il cervello sia strettamente integrato con il corpo e che le rappresentazioni cognitive siano distribuite in tutto il sistema mente-corpo.
Embodied cognition per terapia e riabilitazione
L’approccio dell’embodied cognition può anche avere implicazioni per la terapia e la riabilitazione. Considerare il corpo come parte integrante della cognizione può portare a nuovi approcci terapeutici che coinvolgono l’esperienza sensoriale e motoria per favorire il cambiamento e il benessere psicologico. Ad esempio, la terapia somatica utilizza l’attenzione al corpo e l’esplorazione dei movimenti per favorire la consapevolezza emotiva e il cambiamento comportamentale. L’embodied cognition rappresenta un’importante svolta nel nostro modo di comprendere la mente umana. Questo approccio mette in luce l’importanza del corpo come mappa dell’anima, evidenziando il ruolo fondamentale dell’esperienza sensoriale e motoria nella nostra cognizione.
Le implicazioni per la psicologia e la neuroscienza sono significative, aprendo nuove prospettive di ricerca e promuovendo un’idea più integrata della mente e del corpo umano, sino ad offrire un supporto concreto anche agli individui che, tramite la conoscenza di determinati studi, possono imparare a conoscere meglio sé stessi e, perché no, imparare così anche a conoscere meglio gli altri, senza avere paura di esplorare tutte le mappe dell’anima.