Commento alla notizia: Salute mentale e rischio di violenza, cosa accade dopo gli OPG
Ho già detto e ribadisco che accorgersi che gli ospedali (!) psichiatrici giudiziari non erano luoghi di cura non ci voleva molto, bastava utilizzare il buon senso e un minimo di civiltà.
Eppure ci sono voluti decenni per chiuderli ed in realtà non lo sono ancora del tutto.
Il varo delle REMS, brutto acronimo che definisce le Residenze (si spera sanitarie) per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, è avvenuto col mare in burrasca ed in alcuni casi non si è nemmeno verificato; in altri si è solamente cambiato il nome al contenitore, ad esempio per l’OPG di Castiglione delle Stiviere sotto la dizione REMS appare ancora evidente la precedente scritta.
Il rischio concreto è quello di alimentare ancora di più la confusione tra cura e giustizia con scarso dialogo tra competenze diverse: quelle dei giudici, degli avvocati dei direttori sanitari di struttura, dei dipartimenti di salute mentale e dei periti tecnici di ufficio.
Si sono chiusi cinque ospedali psichiatrici giudiziari e si rischia di riaprirne almeno una ventina.
Ci vuole un deciso segnale di discontinuità con la tradizione precedente: laddove un reo è effettivamente un paziente psichiatrico si deve privilegiare la cura sulla custodia senza negare il rischio di recidive che però se il soggetto in questione è effettivamente seguito psichiatricamente, sono sufficientemente prevedibile ed evitabile.
Penso sia necessario prevedere dei percorsi possibili di tipo residenziale per questi pazienti utilizzando quindi in tempi diversi strumenti diversi, per evitare un sovraffollamento delle REMS che diverrebbero allora semplici contenitori riproducendo tutte le contraddizioni tipiche delle istituzioni totali.