L’orientamento sessuale ego-distonico rappresenta una sfida complessa e profondamente radicata nella vita emotiva e psicologica di una persona. Quando parliamo di “ego-distonico”, ci riferiamo a una discordanza tra l’orientamento sessuale di un individuo e il sé percepito, ovvero come l’individuo vede e sente se stesso. Questo stato può generare un significativo disagio psicologico, poiché l’orientamento sessuale non è accettato come parte della propria identità.
Secondo Davide Dèttore (2001), Presidente dell’Istituto Miller di Genova, Psicoterapeuta e sessuologo, l’orientamento sessuale ego-distonico è spesso il risultato di una complessa interazione tra fattori interni ed esterni. Le pressioni sociali, culturali e religiose giocano un ruolo significativo nel generare sentimenti di vergogna e colpa associati a un orientamento sessuale che si discosta dalle norme del contesto in cui una persona vive.
Dèttore, sottolinea come sia necessario distinguere l’orientamento sessuale dall’ identità sessuale. L’orientamento sessuale sarebbe l’attrazione erotico-affettiva verso individui di un determinato sesso o genere, mentre l’identità sessuale è il modo in cui una persona percepisce e definisce se stessa in relazione alla propria sessualità. Quando c’è una dissonanza tra l’orientamento sessuale e l’identità sessuale, può emergere un conflitto ego-distonico.
Le cause dell’orientamento ego-distonico
Le cause dell’orientamento sessuale ego-distonico possono essere molteplici. Spesso, esse risiedono in pressioni sociali, culturali e religiose che stigmatizzano alcune forme di orientamento sessuale. Questi contesti possono indurre un individuo a interiorizzare sentimenti di vergogna, colpa e inadeguatezza, poiché il loro orientamento sessuale è in conflitto con le norme e le aspettative della società.
Dal punto di vista psicologico, questo conflitto può generare una profonda crisi d’identità. L’individuo può sentirsi diviso tra il desiderio di vivere autenticamente la propria sessualità e la necessità di conformarsi a ciò che viene percepito come socialmente accettabile. Questa dicotomia può portare a stati di ansia, depressione e altri disturbi psicologici.
Nel corso della storia le teorie sulla differenziazione dell’orientamento sessuale sono state diverse, così come i dibattiti se essa sia più o meno volontaria. Attualmente vi sono forti prove a sostegno di un’ origine non controllabile dell’orientamento sessuale.
Tali teorie, hanno tentato di spiegare l’esistenza nell’essere umano di diversi orientamenti sessuali: la bisessualità, l’eterosessualità, l’omosessualità, sono state influenzate dalle più disparate correnti di pensiero. Solo di recente viene presa in considerazione anche l’asessualità.
Risalgono solo alla fine del XIX secolo le prime classificazione dell’orientamento sessuale, e il concetto di devianza venne evidenziato da Karl– Maria Kertbeny, scrittore ungherese, padre del termine “omosessualità”. L’indagine sull’orientamento sessuale è nata con il definitivo consolidarsi della scienza moderna e con la società moderna. In tempi anteriori qualsiasi indagine in tale campo è assente, sia per motivi sociali, sia per mancanza di reale interesse al riguardo.
La ricerca di Kinsey
Alfred Kinsey, biologo e sessuologo statunitense negli anni 50, disapprovò l’uso di termini rigidi e categorizzazioni a proposito dell’orientamento sessuale, per questo introdusse il concetto di scala Kinsey. La Scala Kinsey fu uno dei primi tentativi di introdurre il concetto di una sessualità umana fluida le cui sfaccettature non sono rappresentate a compartimenti stagni, ma secondo un criterio di gradualità anche nel medesimo individuo a seconda delle circostanze.
Kinsey, nel corso della sua carriera, si batté non solo per i diritti degli omosessuali e dei bisessuali ma anche per la legittimazione di pratiche sessuali come la masturbazione e altre tipologie definite deplorevoli e addirittura pericolose. Pregiudizi, accompagnati da dogmi religiosi e scarsa informazione sul proprio corpo avevano contribuito ad alimentare paure e credenze infondate molto difficili da scardinare.
La ricerca Kinsey è stata molto importante, non solo per comprendere il comportamento sessuale, ma anche, per definire l’identità di genere. Questi studi hanno gettato le basi per le ricerche sulla conoscenza del sé, del proprio corpo e della sessualità, fu così che nel campo della scienza e della sessuologia iniziò ad affacciarsi il concetto di gender che si articola in uno spettro non riducibile ai poli maschio/femmina, così come con la Scala Kinsey viene considerata una gamma di sfumature tra i due estremi eterosessuale/ omosessuale.
Il concetto di gender
Il concetto di gender, in aggiunta a quello di orientamento sessuale, ha portato nel linguaggio comune nel corso degli anni all’utilizzo nel linguaggio comune di alcuni neologismi per indicare le varie sfumature sessuali: cisgender, transgender, transessuale, genere non binario, genderqueer, genderfluid, agender.
Questa lenta rivoluzione, così come la ricerca Kinsey negli anni 50, spesso viene criticata e osteggiata da gruppi conservatori, ma il processo innescato da quegli studi procede fornendo forza e diritti alle comunità LGBTQ+. L’idea che emerge oggi è che l’identità sessuale e l’identità di genere costituiscano due spettri molto ampi, quindi i sistemi binari maschio/femmina, eterosessuale/omosessuale risultano molto limitati nel descrivere una realtà eterogenea e complessa.
Strumenti terapeutici per l’orientamento sessuale ego-distonico
L’obiettivo del nostro intervento, come terapeuti, è di aiutare l’individuo a integrare il proprio orientamento sessuale nella propria identità in modo armonico. Questo processo inizia con l’ascolto empatico e il riconoscimento del dolore e del disagio vissuto. E’ molto importante lavorare per decostruire le credenze e le norme internalizzate che alimentano il conflitto ego-distonico, promuovendo una maggiore accettazione di sé.
Tra gli strumenti utilizzati, in sessuologia c’è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) che risulta essere particolarmente efficace nel trattare i pensieri distorti e le credenze negative associate all’orientamento sessuale. Parallelamente, l’approccio narrativo ci permette di esplorare insieme al paziente punti di vista diversi del problema e ristrutturare le storie personali dei nostri clienti, aiutandoli a costruire una narrazione di sé più coerente e positiva.
Un altro aspetto cruciale del nostro lavoro è coinvolgere le famiglie e le reti di supporto di chi si rivolge per una richiesta di aiuto. Spesso, il cambiamento e l’accettazione possono essere facilitati quando anche i familiari e gli amici più stretti sono coinvolti nel processo terapeutico, imparando a sostenere e comprendere il vissuto del loro caro.
Verso un futuro di accettazione e integrazione
L’orientamento sessuale ego-distonico è una condizione in cui una persona prova una forte discrepanza tra il proprio orientamento sessuale e l’immagine di sé che desidera avere. Questo può causare disagio significativo, ansia, depressione e difficoltà relazionali.
Il percorso verso l’accettazione di sé è spesso lungo e faticoso, ma è anche profondamente liberatorio. Come terapeuti, la nostra missione è accompagnare i nostri clienti in questo viaggio, offrendo supporto, comprensione e strumenti per affrontare e superare il disagio ego-distonico.
In un mondo ideale, la società intera si muoverebbe verso una maggiore accettazione e celebrazione della diversità sessuale. Fino a quel momento, il nostro lavoro rimane essenziale nel sostenere coloro che lottano con il proprio orientamento sessuale, aiutandoli a trovare pace e integrazione dentro di sé.
In sintesi, l’obiettivo dovrebbe essere quello di aiutare la persona a raggiungere un’auto-accettazione autentica e a vivere in modo più armonioso con il proprio orientamento sessuale.
“La suprema felicità della vita è
essere amati per quello che si è, o meglio,
essere amati a dispetto di quello che si è.”
Victor Hugo