La diffusione dei Disturbi del Comportamento Alimentare, ha avuto una rapidità ed una rilevanza sconcertante negli ultimi anni. Queste patologie si prestano bene a rappresentare la nostra epoca, connessi come sono all’immagine corporea, all’ossessione dell’apparire e la sovrabbondanza di cibo. L’attenzione estrema all’immagine corporea, al culto della magrezza non sono la causa, ma la loro funzione sembra essere quella di suggerire la strada attraverso la quale, un malessere più profondo, grave, strutturale si esprime e cerca una sua risoluzione.
E’ necessario dare alla comunità educativa (scuola, sport, famiglia…) gli strumenti per offrire ai più giovani strade differenti di espressione del disagio e del malessere che cerca di trovare una risposta ad una mancanza di senso. Un vuoto che altrimenti rischia di essere terreno fertile per l’insorgere di alcune patologie. Un lavoro di questo tipo richiede la fatica da parte del mondo adulto di entrare in contatto con se stessi e con i propri nuclei di dolore e sofferenza che ci accomunano e ci rendono vulnerabili . Solo tramite l’accettazione e l’integrazione delle nostre parti fragili possiamo evolvere e crescere, anche come società.
Diventa quindi fondamentale e urgente non banalizzare il tema della prevenzione così spesso nominata ma allo stesso tempo raramente compresa nel suo significato profondo. Prevenire vuol dire creare degli spazi dove poter guardare quel vuoto, arredarlo trasformandolo in tunnel generativi di possibilità.
Perdere la bussola comporta emozioni non piacevoli come il sentirsi disorientati e spaventati a tal punto da doversi costruire dei rifugi ,“tane”, che con il tempo possono rilevarsi “gabbie” allontanandoci da ogni possibile risposta .
“Chi essere tu?” Disse il Brucaliffo ad Alice persa nel paese delle meraviglie.
Alice è disperata, non trova più la strada verso casa, se vediamo il suo viaggio come un viaggio interiore, la casa si presta bene a rappresentare la nostra dimora ovvero noi stessi, il nostro corpo.
Durante il suo viaggio Alice incontrerà vari personaggi, il suo corpo più volte cambierà dimensione quasi a dover trovare una struttura dove poter stare comodi..si sperimenta nelle tante stature.
Può succedere di perdersi, soprattutto nella fase adolescenziale dove ancora la nostra identità non è ben definita.
La comunità ha il compito di creare spazi dove poter cercare insieme delle risposte da dare al Brucaliffo di Alice, questo è possibile attraverso vari strumenti offerti per esempio dal mondo artistico, il canale più diretto per esprimere le proprie emozioni e conoscersi.
Ho contribuito a fondare la prima Comunità Terapeutica a Genova dedicata ai Disturbi del Comportamento Alimentare, ma non ho mai capito se si tratta di una patologia o di un sintomo.
Io propendo per il sintomo al quale va data dignità di malattia, se utile.