Maurizio Costanzo è stato sicuramente un personaggio di rilievo: lo verifico anche da come la sua scomparsa abbia colpito e abbia rilevanza nelle comunicazioni dei media e di importanti persone.
Devo confessare subito che io non c’ero, non seguivo i Costanzo show, distrattamente vedevo qualcosa con la sua presenza: ma non per snobismo intellettuale, semplicemente perché la mia testa era altrove e dibattiti, dichiarazioni, talk show, mi trovano impermeabile. E magari, seguo e seguivo, cose più sceme.
Premesso questo, ho invece registrata in una cassetta (quelle vecchie che non so più dove poter vedere), un pezzo della sua trasmissione. In quella occasione erano presenti tre persone ospiti delle comunità Redancia e credo che non fosse certo un caso, ma il giusto e intelligente lavoro di Giovanni Giusto perché ci fossero testimonianze reali in una situazione di grande visibilità.
Arrivo ai protagonisti: Chiara, Andrea e Mancio (Andrea anche lui, ma così soprannominato nel nostro gruppo teatrale). Chiara era una gran donna, intelligente, bella, sicuramente se la psicosi non avesse interrotto il suo cammino avrebbe raggiunto risultati rilevanti. Era stata accettata al Piccolo Teatro, ma poco tempo dopo era iniziata la sua sofferenza e confusione ed un lungo iter in residenzialità psichiatriche diverse fino alla Redancia. Chiara era intuitiva, presente, prepotente, impossibile manipolarla. Così inizia a descrivere a Costanzo il proprio esordio psicotico e dice “vedevo i miei genitori scoiattolini” . Questa immagine colpisce Maurizio Costanzo che la ripete ridendo come esperienza esilarante al pubblico con Chiara vicino. Chiara lo interrompe (non era facile dicono interrompere Costanzo) “non c’è proprio niente da ridere: vedere i miei genitori scoiattolini non era per nulla bello, stavo male mi sentivo perseguitata … e i miei genitori mi apparivano scoiattolini….”. Sparisce il sorriso benevolo e finalmente Chiara può parlare della malattia in termini reali levando quell’aspetto grottesco che forse poteva piacere al pubblico ma non si addiceva e soprattutto impediva una comprensione. Parla poi Andrea suo compagno e futuro marito e Mancio, il clima è più serio. Grazie Chiara. A volte bisogna avere il tuo coraggio nell’interrompere chi sembra più importante e sapere tutto.
Detto questo sicuramente quella trasmissione e i temi che Costanzo affrontava mostravano la sua intelligenza e forse ho sbagliato nel rifugiarmi in altre cose.
Grazie a Costanzo per quello spazio.
Ho iniziato a seguire il Maurizio Costanzo show durante l’università a Padova con le altre cinque compagne di appartamento.
Grandi puntate che accendevano dibattiti tra di noi sia per gli argomenti sia per gli ospiti.
Per anni, anche dopo l’università ho continuato a guardare le sue puntate.
Un altro pezzo di storia, e come ricorda Roberta, spesso ha trattato argomenti delicati lasciando gli ospiti liberi di esprimersi.
Un’esperienza importante , dev’esserlo stata anche per Costanzo , uomo molto intelligente . Mi pare una fotografia molto pregnante di un aspetto grottesco che si presentifica in esperienze psicotiche a volte producendo un effetto “comico”a causa di incapacità empatiche o cinismo, ma anche difensive rispetto al distacco dalla realtà . Purtroppo ho visto spesso reazioni così inappropriate anche in contesti “sanitari” è una situazione molto dolorosa, anche da osservatore , a cui è indispensabile controbattere anche se può essere difficile: bravissima la vostra Chiara! Grazie della condivisione.
Episodietto, ma istruttivo. Ci parla della difficoltà di trasmettere e di ricevere quella che, con efficace termine Gaddiano, potremmo chiamare la cognizione del dolore. Ce ne difendiamo banalizzando il messaggio, rendendolo falsamente comico, rovesciandone il senso; ma anche lo psicotico può contribuire a mascherarlo, magari ricorrendo a immagini dolci e divertenti: “gli scoiattolini”. Brava Chiara perchè ha saputo gestire, prima che l’atteggiamento di Costanzo, innanzi tutto la propria angoscia.
Chiara era circondata da terroristi, Gli scoiattoli sono indifesi. Tanto più se piccoli.
In quell’incontro c’era anche Valter. Oggi me lo ha ricordato.
Si sono immagini. Fotografie.
Si leggono.
Sono passati un bel po’ di anni (quasi 20) e tante, troppe cose, sono cambiate ma il ricordo di quella esperienza è ancora forte. Roberta con il tuo intervento hai smosso in noi, che accompagnammo i ragazzi, ricordi, emozioni e riflessioni. Partimmo in 6 (2 operatori e 4 ospiti) verso qualcosa che ci appariva favoloso ma allo stesso tempo ignoto e pieno di insidie. Soprattutto per Chiara. Lei era consapevole del valore della sua testimonianza e desiderava che essa fosse forte, diretta e priva di ambiguità. Chiara si sentiva fortemente coinvolta nel progetto Redancia e ci teneva a trasmettere il valore dell’esperienza di Comunità. Ci stupimmo di quante volte pronunciò la parola Redancia durante il suo intervento sul palco. Costanzo era curioso. Attento ascoltatore, genuinamente affettivo e seriamente preoccupato del benessere dei suoi ospiti. Prima della trasmissione, ricordo, ci prese da parte e ci chiese di stare vicine ai ragazzi in cui aveva colto la tensione. E lo fece in maniera dolce e semplice quasi paterna. Mancio e Valter non dovevano salire sul palco ma, a trasmissione già avviata, Costanzo intuì la ricchezza dei loro interventi e li coinvolse spontaneamente. La tensione si dissolse rapidamente in noi lasciando posto ad una emozione, comune e condivisa, di gioia ,di libera soddisfazione e di una comunanza nel fare e nello stare insieme. Costanzo sarà sempre nella nostra memoria come lo sarà chi di quel gruppo di allora oggi non c’è più. Grazie Gianni per aver permesso quella emozionante esperienza.
Grazie Monica. Devo al mio carattere il mio concentrarmi su un particolare, arrabbiarmi, perdere, dimenticare, sfocare tutto il resto. Il tuo commento, e ricordo, ricostruisce.
Con questo, condivido le osservazioni di Caterina e continuo a sentire, in contesti diversi, risate fuori luogo per me intollerabili, anche se capisco difensive a volte, a volte solo superficiali, a volte sceme.
In tema di ricordi, mi viene in mente la giornalista che venne ad invitarmi al Maurizio Costanzo Show: era carina, simpatica, affettuosa; in genere diffido dalla spettacolarizzazione della sofferenza.
Chiedete ad Anna Codino quando circa un anno fa mi disse di aver ricevuto un invito per una trasmissione su Rai Tre strappalacrime.
In quel caso accettai perché mi resi conto che Costanzo e i suoi collaboratori avevano la giusta sensibilità e l’adeguata curiosità per le persone sofferenti.
Monica ce lo conferma e le sono grato della descrizione fatta che conferma, che in quel caso, avevamo visto giusto.
Poi la Chiara ha fatto il suo; protagonista drammatica di un mondo che ci appartiene.
Maurizio e Chiara due protagonisti umani.
A Roberta: certo, le immagini vanno lette al di là delle difese di chi le offre e di chi le riceve, compito non semplice.
E’ sempre attuale Eraclito: il Signore non dice nè nasconde, ma allude. A noi capire, con l’intelletto e con gli affetti: certo, ci tocca come professionisti, ma non solo: anche come persone