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Baby Blues: comprendere il disturbo post-partum

Cos’è il baby blues? Questa espressione è sempre più diffusa e indica un fenomeno comune che interessa molte neo-mamme nei giorni o settimane immediatamente successivi al parto.
Si tratta di una condizione temporanea e che differisce significativamente dalla ben più nota depressione post-partum. Ma ciò non vuol dire che non si tratti in ogni caso di un’esperienza sconvolgente per le donne che la affrontano.  Diffondere consapevolezza sull’argomento è importante per far sentire le donne supportate in questa fase e per aiutarle a trovare le giuste strategie per superarla.

Cos’è il Baby Blues?

Il baby blues, noto anche come “maternity blues” o “third day blues”, è una condizione emotiva transitoria che colpisce circa il 70-80% delle neo-mamme. Si manifesta generalmente entro i primi due-tre giorni dopo il parto e può durare da pochi giorni a un paio di settimane.
Sperimentare il baby blues vuol dire affrontare giornate caratterizzate da ansia, tristezza e sentirsi irritabili e sopraffatte dagli eventi. Si tratta di sentimenti passeggeri, che tenderanno a diminuire con il tempo e che non interferiscono in maniera significativa con la capacità di prendersi cura del neonato o di svolgere le attività quotidiane.

Quali sono le cause del Baby Blues?

Le cause di questa condizione passeggera così diffusa sono diverse e spesso convergenti, in base ai casi specifici.
I cambiamenti ormonali sono sicuramente tra i fattori principali da tenere in considerazione.
Dopo il parto infatti, i livelli di estrogeni e progesterone, che aumentano durante la gravidanza, diminuiscono drasticamente. Questo rapido cambiamento ormonale può influenzare negativamente l’umore e contribuire all’insorgenza del baby blues. Anche le fluttuazioni nei livelli di prolattina, l’ormone responsabile della produzione di latte, possono giocare un ruolo destabilizzante nei primi giorni successivi al parto.

Inoltre, non bisogna sottovalutare il fatto che il parto sia un evento fisicamente ed emotivamente esauriente. I momenti immediatamente successivi non offrono il tempo di riposarsi, ma sono anzi caratterizzati spesso da mancanza di sonno e da tutto ciò che comporta l’avere la nuova responsabilità di prendersi cura di un neonato. Le eventuali complicazioni mediche possono aggravare lo stress e la fatica, aumentando il rischio di sviluppare il baby blues.

Dal punto di visto psicologico, inoltre, diventare madre può generare sentimenti di inadeguatezza o insicurezza: si tratta di un cambiamento significativo che porta con sé nuove responsabilità e che richiede alla donna di adattarsi al nuovo ruolo che mettere al mondo una vita comporta.

mamma tiene in braccio il figlio neonato al tramonto
Il Baby Blues è una fase passeggera che interessa molte neo-mamme nei giorni immediatamente successivi al parto. Essere consapevoli dell’esistenza di questo fenomeno è fondamentale per offrire alla donna tutto il supporto di cui ha bisogno in questa fase delicata.

I sintomi del Baby Blues

Nonostante si tratti di un’esperienza spiacevole e intensa, i sintomi del baby blues sono generalmente lievi, dal momento in cui sono transitori e passeggeri e non degenerano dunque in condizioni di disagio o malessere significativi.

Tra i più diffusi vi sono il sentirsi tristi senza una ragione apparente e piangere frequentemente, ma anche sperimentare rapidi cambiamenti di umore, passando dalla felicità alla tristezza in breve tempo.

Le neo-mamme tendono a sentirsi ansiose riguardo alla cura del neonato e questo le può rendere particolarmente irritabili nei confronti del partner o della famiglia.

Sentirsi esauste ed affaticate è molto comune, sia a causa della fatica fisica del parto che alla cura del neonato. Ad aggravare questa condizione subentrano la difficoltà a ritrovare una regolarità nel ciclo di sonno, i problemi di concentrazione e la sensazione di sentirsi così sopraffatte da non riuscire a prendere decisioni anche semplici.

Come affrontare il Baby Blues?

Uno dei modi più efficaci per affrontare il baby blues è cercare supporto sociale. Parlare con il partner, i familiari e gli amici delle proprie emozioni e non esitate a chiedere aiuto per le faccende domestiche o la cura del neonato, è necessario per permettere a chi ci sta intorno di comprenderci, ma anche per riuscire così ad avere il tempo per riposare e recuperare energie.
Il riposo è infatti fondamentale dopo il parto, soprattutto se si affronta il baby blues. Anche brevi sonnellini durante il giorno possono fare una grande differenza.

Diventare madri non vuol dire smettere completamente di avere del tempo per sé stesse. Al contrario, in questa fase per una donna è necessario ritagliarsi dei momenti per la cura di sé, anche semplicemente fare una passeggiata, leggere un libro o praticate una breve meditazione può aiutare a ricaricarsi. L’esercizio fisico leggero può aiutare a migliorare l’umore e ridurre lo stress. Una semplice passeggiata all’aperto con il neonato può essere benefica sia per la madre che per il bambino.

Anche la dieta gioca un ruolo cruciale nei giorni subito successivi al parto: l’alimentazione corretta può aiutare a stabilizzare l’umore e migliorare il benessere generale. Evitare di saltare i pasti, includervi cibi ricchi di nutrienti essenziali e idratarsi a sufficienza aiuta il corpo a riprendersi dallo stress subito.

Parlare con un professionista della salute mentale è sempre una buona idea

Il baby blues è una condizione comune e temporanea che molte neo-mamme sperimentano.
Con il giusto supporto e le strategie appropriate, la maggior parte delle donne riesce a recuperare rapidamente e a godersi pienamente la nuova esperienza della maternità.

Ma se i sintomi del baby blues persistono per più di due settimane o peggiorano, è importante parlare con un professionista della salute mentale. Medico e psicologi possono fornire ulteriori strategie di supporto e, in casi gravi, valutare se ci siano segni di depressione post-partum così da intraprendere un trattamento specifico.

Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un passo importante verso il benessere e la salute mentale.

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