Gli exergames, noti anche come active games, sono videogiochi di una nicchia particolare. Essi rientrano in quella categoria di gaming che unisce la realtà virtuale a quella effettiva. L’exergaming è nato come esperienza riabilitativa, tanto fisica quanto cognitiva. Si tratta di un’attività che si rivolge a platee di persone eterogenee ed è tenuta in considerazione come soggetto di studio da parte di diverse branche della medicina. Il termine è un vocabolo di origine inglese (crasi di exercise, esercizio, e games, videogiochi) e indica questa particolare tipologia di videogiochi che, di fatto, non esisteva prima della comparsa della console Nintendo Wii.
All’interno di questo particolare ambito videoludico, l’attività fisica fa da dispositivo di input e le istruzioni visualizzate a schermo ci suggeriscono come muoverci per raggiungere obiettivi prefissati di abilità fisico-atletica. Si tratta di un gaming che rovescia il tipico stereotipo della pigrizia e della sedentarietà dell’appassionato di videogiochi, incentivando uno stile di vita attivo e dinamico.
Gli effetti positivi degli exergames
Attraverso l’alternanza di tentativi ed errori l’utente, grazie alla rilevazione dei propri movimenti del corpo combinati con l’ausilio di biofeedback visivi tipici dei videogiochi, esplora innumerevoli esperienze e strategie, fino a trovare quella corretta che lo porta a completare il livello. Il training neuromotorio compiuto in questa maniera induce, allo stesso tempo, una modificazione della plasticità del cervello. Ciò porta, in breve, al ripristino o alla creazione di corretti modelli motori. Gli exergames danno origine a una forte relazione tra corpo e mente. Questi giochi si offrono a un pubblico straordinariamente ampio, per via della loro elevatissima fruibilità. Può giocarci tanto un bambino in fase di sviluppo quanto un anziano dalla limitata libertà motoria. Le persone che si mettono davanti allo schermo, pronte ad avviare un videogioco di questo tipo, saranno stimolate al movimento in maniera coinvolgente. Le stesse, trarrano da ciò benefici cognitivi e riabilitativi.
Studi scientifici associati
Secondo alcuni ricercatori dell’Union College, autori di uno studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience, gli exergames sono dotati di un potenziale tutt’altro che sottovalutabile. Sono infatti capaci di rallentare il cosiddetto MCI, Mild Cognitive Impairment, ovvero il lieve decadimento cognitivo che è precursore del più serio morbo di Alzheimer.
La ricerca si svolse su un campione di oltre 100 anziani, con un’età media di 78 anni, divisi in due gruppi. Al primo gruppo si richiese di svolgere un exertour, mentre il secondo gruppo si dedicò a un exerscore, attività ben più impegnativa, tanto cognitivamente quanto fisicamente.
Il tour consisteva nel pedalare su una cyclette tradizionale. A schermo appariva soltanto l’avatar di un ciclista situato lungo una pista ciclabile panoramica. La progressione del personaggio dipendeva dalla velocità della pedalata dell’utente. La seconda mansione richiedeva invece alla persona la ripetizione della stessa attività dell’exertour, ma non solo. Aggiungeva infatti l’esperienza di giocare a un videogame in cui si dovevano inseguire dei draghi, raccogliendo monete in uno spazio d’azione ampio 360 gradi. Il fine ultimo dell’attività era segnare più punti possibile. Ogni gruppo doveva praticare l’attività di exergaming con regolarità, in base alle indicazioni ricevute, per 6 interi mesi.
I ricercatori hanno ammesso, al termine dei loro test, che sarebbe necessario un più esteso studio controllato randomizzato (o RCT, dall’inglese Randomized Controlled Trial) per confermare i risultati. Ciononostante, al termine della sperimentazione clinica, i due gruppi di partecipanti presentavano una funzione esecutiva migliore. Ciò si rivelò determinante ai fini del processo decisionale e della capacità di multitasking. Ulteriori ricerche effettuate in ambito cognitivo hanno dimostrato che giocare agli exergames migliora le performance scolastiche. Aspetti quali attenzione, consapevolezza spaziale o comprensione delle relazioni causa-effetto sono continuamente stimolati. Oltre all’ambito cognitivo, la pratica degli exergames ha comportato effetti benefici anche a livello sociale. Giocare in gruppo ha infatti portato a un incremento dei legami amicali nonché a una decrescita del pericolo di isolamento sociale.
Applicazioni pratiche degli exergames
Dopo aver esaminato i risultati di questi studi, lo Stato del Michigan ha scelto di inserire gli exergames all’interno del proprio programma scolastico, così da stimolare gli studenti e farli divertire all’interno di una cornice difficilmente associata allo svago e allo spasso, ambiente in cui il gaming è di casa, come quella della scuola. Dal 2003, negli istituti formativi di Detroit e delle altre città di quello Stato, Dance Dance Revolution (DDR) è parte dell’offerta formativa. Alcuni pedagogisti, stanno suggerendo l’impiego di exergaming in realtà virtuale, come ad esempio Beat Saber, nei percorsi scolastici. L’idea è quella di avvicinare all’esercizio anche gli studenti che non gradiscono impegnarsi in questa attività durante le ore di educazione fisica. L’ambiente immersivo del gaming può affascinarli di più rispetto a quello della palestra e spingerli a continuare a giocare e, dunque, ad allenarsi.
Controindicazioni
Accanto a quelli benefici, gli exergames presentano anche effetti negativi. Questi ne limitano il potenziale e la diffusione. A tal riguardo, presso l’Università dell’Australia Meridionale, è stato recentemente svolto uno studio che ha indagato la cosiddetta cybersickness, una sorta di cibernausea, in 36 partecipanti che utilizzavano Beat Saber per sessioni di 10 e 50 minuti. Diversi sono stati i criteri analizzati: tolleranza e accomodazione, vergenza, velocità decisionale e di movimento nonché alcuni aspetti della cinetosi digitale.
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