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Come combattere l’ansia da ipocondria

L’ansia, secondo quanto emerso nel corso degli studi effettuati negli anni, è una risposta naturale del nostro corpo a situazioni di stress o di pericolo. Quando diventa eccessiva e non correlata ad una situazione specifica, può diventare un disturbo psicologico capace di interferire con la qualità della vita. L’ipocondria, invece, è un disturbo caratterizzato dalla preoccupazione costante di qualcosa, come ad esempio quello di avere una malattia grave, nonostante la presenza di sintomi lievi o assenti. In altre parole, la persona affetta da ipocondria è convinta di essere malata, anche se gli esami medici non evidenziano alcuna anomalia.

Ipocondria e ansia sono spesso collegate, l’una può infatti dipendere dall’altra e può contribuire a rendere molto difficile la quotidianità. Per combatterle è necessario imparare a riconoscerle facendo attenzione alle cause e agli effetti. 

Come riconoscere l’ansia da ipocondria

L’ansia da ipocondria può essere difficile da riconoscere, poiché i sintomi sono simili a quelli dell’ansia generale, come palpitazioni, sudorazione, tremori e difficoltà a respirare. La differenza sta nell’oggetto della preoccupazione: mentre nell’ansia generale la persona è preoccupata, in particolare, per il futuro o per eventi esterni, nell’ipocondria la preoccupazione riguarda il proprio stato di salute o comunque eventi che, il più delle volte, possono minare il presente. 

Le cause dell’ansia da ipocondria sono ancora oggetto di studio, ma si ritiene che fattori genetici, ambientali e psicologici possano giocare un ruolo importante. Tra i fattori di rischio vi sono l’esperienza di un evento traumatico, la presenza di altri disturbi psicologici, come ad esempio la depressione e, inoltre, un’eccessiva preoccupazione per la propria salute. 

Molte volte, le persone affette da ansia da ipocondria, tendono ad autodiagnosticarsi problematiche e, non avendo un riferimento esperto a cui rivolgersi, informandosi a sprazzi, sul web, finiscono per incrementare il proprio stato di ansia aggravando il proprio stato di salute mentale. 

Come affrontare l’ansia da ipocondria

Il trattamento dell’ansia da ipocondria può includere diverse modalità di terapia, tra queste spicca sicuramente quella psicologica, ma anche farmaci ansiolitici o una combinazione dei due. La terapia cognitivo-comportamentale è sicuramente uno dei trattamenti più efficaci per l’ipocondria, poiché aiuta la persona a riconoscere e a modificare i pensieri distorti che alimentano la preoccupazione per la propria salute. Esistono però anche rimedi naturali. 

Rimedi naturali contro l’ansia da ipocondria

Oltre alla terapia psicologica e ai farmaci, esistono alcuni rimedi naturali che possono aiutare ad alleviare i sintomi dell’ansia da ipocondria. Tra questi vi sono la meditazione, lo yoga, la respirazione profonda e la pratica di attività fisica regolare. Anche una dieta equilibrata e una buona igiene del sonno possono contribuire a migliorare lo stato d’animo e ridurre l’ansia. Si tratta di metodi che, se associati ad una terapia al fianco di un esperto, possono aiutare a contrastare al meglio questo disturbo che può interferire in maniera molto grave con la qualità della vita. 

Ansia da ipocondria e terapia

Sebbene per alcuni possa risultare difficile affrontare un percorso terapeutico per superare questo disturbo, uno dei metodi più efficaci, è proprio l’aiuto di un terapeuta.  Più nel dettaglio, come già sottolineato, la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è uno dei trattamenti più comunemente usati per l’ipocondria. La TCC è una forma di terapia che aiuta le persone a identificare e modificare i modelli di pensiero e di comportamento che possono alimentare l’ansia da ipocondria. Durante la terapia, il terapeuta lavorerà con il paziente per identificare i pensieri catastrofici che possono essere alla base dell’ansia da ipocondria. Questi pensieri possono includere pensieri del tipo “Ho un cancro” o “Ho una malattia incurabile”. 

Il terapeuta aiuta quindi il paziente a sostituire questi pensieri negativi con pensieri più realistici, come ad esempio “È possibile che sia solo un raffreddore” o “Non ho sintomi evidenti di una malattia grave”. Il terapeuta aiuta anche il paziente a sviluppare tecniche di gestione dello stress per ridurre l’ansia. Durante la terapia, il paziente potrebbe anche essere incoraggiato a tenere un diario per registrare i suoi pensieri e le sue emozioni riguardo alla sua salute, si tratta di un metodo molto efficace. Questo può aiutare il paziente a identificare i pensieri che alimentano l’ansia e a sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni. Inoltre, il terapeuta può utilizzare il diario per monitorare la progressione del paziente nel tempo e per sviluppare un piano di trattamento personalizzato. 

In alcuni casi, il terapeuta potrebbe consigliare anche l’uso di farmaci ansiolitici per ridurre i sintomi dell’ansia. Questi dovrebbero essere usati solo sotto la supervisione di un medico e solo come parte di un piano di trattamento più ampio.

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