Vaso di Pandora

Passato, presente e futuro del VdP

È con gioia che celebriamo il trentesimo anniversario de “Il Vaso di Pandora. Dialoghi in Psichiatria e Scienze umane”. Siamo stati testimoni del suo impegno costante nel fornire ispirazione e cultura ai lettori. Ne siamo orgogliosi.

La Liguria si era dotata, in passato, di alcune riviste specializzate, quali “Quaderni di psichiatria” e poi “Neuropsichiatria”. Questa già nel nome portava il segno della antica fusione fra Neurologia e Psichiatria, frutto a sua volta di una fede organicistica che portava gli psichiatri a riconoscere nella Neurologia una disciplina-guida, e ad affiancarvisi in posizione ancillare: questa aveva un riconoscimento ufficiale, con l’unificazione delle due discipline nella specializzazione in “malattie nervose e mentali”.

Figlia dell’era manicomiale, la rivista ne portava il segno ed è perita con essa. Val la pena aggiungere che, ancora dopo la nascita del Vaso di Pandora, nel ’97 si è proposta altra rivista, ”La Via del sale”, con l’ambizione di trovare un terreno comune di riflessione interdisciplinare. La scelta del nome voleva indicare spinta al viaggio, al comunicare fra realtà diverse. Ma questa iniziativa ha avuto vita breve.

La nostra rivista ha colmato un vuoto nascendo 30 anni fa, per iniziativa e realizzazione operativa di Giovanni Giusto, anche grazie alla collaborazione e preziosi consigli di Speziale-Bagliacca. È nata così l’ispirazione per la creazione del logo e per la connotazione dei primi articoli. Si sono scelti i colori, si è deciso che il logo doveva contenere la lettera P e che per ogni numero sarebbe stato di colore diverso: così hanno preso forma i primi provini.

Direttore Responsabile Giovanni Giusto; Direttore Scientifico Carmelo Conforto. Il Comitato Scientifico era composto da Roberta Antonello, Luigi Ferrannini, Nicoletta Goldsmith, Gian Paolo Guelfi, Gianni Giusto, Vito Guidi, Emilio Maura, Pasquale Pisseri, Francesco Scarsi, Pier Giorgio Semboloni. Segretarie di redazione Monica Carnovale e Laura Pesce. Sede Via XXV Aprile, Varazze; grafica affidata a Grafiche Giors di Albisola Capo.

La scelta del nome, volutamente un po’ scomodo, merita qualche riflessione. Nella cultura comune esso è sinonimo di un emergere e dilagare di tutti i mali del mondo; ma ci mancherebbe che fosse soltanto così! Il discorso è ben più complesso. Intanto Pandora è stata la bellissima nuora del grande Prometeo, e madre della prima nata da madre mortale, che ha ripopolato la terra dopo un grande diluvio. Quindi abbiamo motivo di pensare che la scelta di questo nome indichi consapevolezza della complessità, della necessità di fare i conti con la negatività e di puntare alla creatività.

La presentazione di Giovanni Giusto nel primo numero (Vol. I, N. 0, 1993) è un vero e proprio manifesto, che indica, al di là della volontà di rispettare ogni proposta di intervento, senza sposarne definitivamente nessuna, alcuni irrinunciabili paletti. La mostriamo.

“Proporre una nuova rivista di psichiatria e scienze umane è un compito arduo e suscettibile di interrogativi e dubbi.
L’idea è quella di dare, se possibile, voce ad operatori quotidianamente impegnati nella difficile opera di cura dei pazienti psichiatrici, per non perdere un contributo esperienziale a mio avviso molto importante.

Nello stesso tempo il desiderio è quello di confronto con intellettuali impegnati a spiegare i complessi sistemi mentali a partire da riferimenti culturali dissimili, consentendo se non sempre un’integrazione per lo meno un dialogo, a volte difficile, tra teorie e pratiche.

Vorrei però evitare il rischio di scadere nel pressapochismo velleitario o nell’ideologismo che spesso permeano e falsano il procedere rigoroso della ricerca in campo psichiatrico.

Perciò, quando ho chiesto ad amici e colleghi di imbarcarsi con me per questa avventura, ho privilegiato persone che, pur con caratteristiche non omogenee e riferimenti culturali diversi, hanno come punto d’incontro comune un grande impegno nel prendersi cura di pazienti psichiatrici, una grande onestà intellettuale fatta di riconoscimento dell’altro e di tolleranza del diverso, una spiccata curiosità per le cose umane, un certo gusto per il gioco e la trasgressione.

In definitiva il tentativo è quello di favorire l’aspetto creativo della psichiatria che consiste tra l’altro in esercizio di fantasia, entusiasmo, dinamismo e partecipazione.

Ogni componente del comitato scientifico è esperto in una branca della psichiatria ed è responsabile del dialogo con i collaboratori e i lettori al fine di favorire al massimo la circolarità della comunicazione.

Riusciremo a produrre qualcosa di valido solo con la collaborazione attiva di tutti, per cui il mio desiderio è che la rivista diventi uno strumento di lavoro comune e cresca col crescere della partecipazione: auspico perciò un rapporto molto stretto tra comitato scientifico, redazione autori e lettori”.

Questa premessa programmatica è stata rispettata. La rivista è cresciuta negli anni, ospitando interventi di persone quali Thomas Ogden, Claude Olievenstein, Robert Hinshelwood, Gian Franco Cecchin, Luigi Boscolo, Donald Meltzer, Gian Carlo Zapparoli, Ian R.H.Falloon, Roland Littlewood, Mark Spivak, Marco Ruggenini, Eugenio Borgna, Sergio Benvenuto, Fausto Petrella, Arnaldo Ballerini, Remo Bodei, Renata Gaddini, Andrea Narracci, Luigi Ferrannini, Marco Vaggi… non possiamo citarli tutti.

Esistono, nell’offerta editoriale e nella sua fruibilità, dei cardini importanti a prescindere dal tempo: i casi e le storie di vita. Ecco, sono proprio le storie: quelle di noi operatori e quelle dei pazienti, e il nostro rapporto con loro nel lavoro riabilitativo, che dobbiamo raccontare e far conoscere.

Anche per questo Giovanni Giusto nel 2013 ha attivato una possibilità di contatto diretto con la rivista, rendendola gratuitamente leggibile, offrendo quindi ulteriore apertura per la diffusione di cultura e conoscenza. È così nato il sito web https://vasodipandora.online scritto da collaboratori organici o occasionali ma comunque di prestigio, una libera piazza dove dialogare di psichiatria e scienze umane.

Nel 2022 il vasodipandora.online è stato completamente rivisitato diventando moderno ed efficiente, senza tradire la propria missione, in linea con l’evoluzione tecnologica di questi anni; con l’obiettivo di diventare il primo sito di informazione e formazione in questo settore.

In conclusione, festeggiamo questo trentesimo anniversario con gratitudine e fiducia nel nostro percorso.

Siamo grati per il passato, ispirati dal presente e ottimisti per il futuro.
Grazie per averci accompagnato in questo viaggio straordinario.
Vogliamo continuare a crescere e migliorare. Affronteremo nuove sfide, abbracceremo nuove tecnologie e continueremo a evolverci!

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Commenti su "Passato, presente e futuro del VdP"

  1. Una storia fatta di coerenza ed onestà.
    Di autentico interesse per l’altro, di curiosità e di cultura.
    La crescita della rivista è stata parallela alla nostra crescita professionale come gruppo.
    Ciò che scrive Giovanni Giusto 30 anni fa è attuale ed applicabile tutt’oggi.
    Direi ciò che ci contraddistingue.
    Grazie per questa opportunità.

    Rispondi
  2. Grazie Gianni, di tutto e per tutto, a cominciare da IL VASO DI PANDORA, frutto di intelligenza, competenza e soprattutto coraggio!
    Luigi

    Rispondi

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 Il Vaso di Pandora, dialoghi in psichiatria e scienze umane è una rivista quadrimestrale di psichiatria, filosofia e cultura, di argomento psichiatrico, nata nel 1993 da un’idea di Giovanni Giusto. E’ iscritta dal 2006 a The American Psychological Association (APA)

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