Vaso di Pandora

Insegnare ↔ Imparare Come si trasmette la conoscenza?

Lo giorno se ne andava, e l’aere bruno

toglieva li animai che sono in terra

dalle fatiche loro; e io sol uno

m’apparecchiava a sostener la guerra

sì del cammino e sì della pietate,

che ritrarrà la mente che non erra.

(Dante Alighieri, La Divina Commedia, Inferno, Canto II)

Da diversi mesi sto pensando, studiando e radunando materiale su un argomento divenuto per me assolutamente prioritario rispetto ai miei interessi e tuttavia, o proprio per questo, fonte di aspettative, ansia e dubbi perciò rimandato, covato, perso e ritrovato a più riprese.

Si tratta di un discorso su l’insegnamento che nasce dall’intento di apprendere meglio dagli artisti e si precisa nella passione di trasmettere conoscenza che comporta tuttavia l’ affrontare le modalità di comunicazione della nostra epoca segnate da distorsioni e falsificazioni spesso pericolose anche per la salute mentale.

La prima tappa di questo percorso prevede una serie di interviste ad artisti su questo tema, cioè un raccogliere dati, suggestioni e fascinazioni.

Vorrei iniziare questo progetto coinvolgendovi in un dialogo a puntate dove mi proporrò da tramite, da collegamento per tradurre in senso quasi etimologico da linguaggio a linguaggio catene di rimandi, che possano condurre a nuove idee ed aprire canali di comunicazione per contestualizzare questo tema nella nostra attualità quotidiana.

Ci sono alcune esperienze da cui vorrei partire, tutte però, senza che fosse premeditato, musicali. Vengo a proporle:

Un viaggio in Giappone alla fine dell’anno scorso e l’esempio di una lezione tenuta da un musicista giapponese amico che frequento da molti anni per comuni interessi e attività musicali  . È un virtuoso del pianoforte, cultore e divulgatore della musica e della cultura italiana in Giappone, che ha tenuto una lezione ad una classe di maestre di musica sue allieve mentre ero in visita da lui, perciò ho potuto partecipare e intervenire con l’aiuto di un’eccellente interprete, sua moglie Mariangela, italiana, riuscendo ad entrare in contatto con una dimensione orientale dell’insegnamento….

Durante la mia permanenza in Giappone abbiamo avuto modo di discutere con Takairo Seki un libro di Murakami Haruki (“Assolutamente Musica”) dove appunto viene intervistato da Murakami un altro artista, il famoso direttore d’orchestra Ozawa Seiji. L’intreccio delle loro arti: far musica e scrivere trova la sua specifica espressione nel ritmo e la comune passione per la musica diventa il racconto di una speciale guida all’ascolto e all’insegnamento della musica: non c’è un modo stabilito di insegnare… dice Ozawa parlando di un meraviglioso seminario residenziale dove sembra di vederli, docenti e allievi  suonano tutto il giorno vivendo insieme a Rolle sul lago Lemano in Svizzera. Su quest’ultimo aspetto, cosi evidentemente sostenuto dalle particolari possibilità di entrare in relazione, tornerò tra poco a proposito della formazione in presenza e a distanza .

Un’altra esperienza più recente, fortemente connotata dalle vicissitudini della “clausura” da Covid-19 riguarda appunto l’approccio alla formazione in rete. In particolare una lezione che ho tenuto via Skype agli allievi della Scuola di psicoterapia Gaetano Benedetti, un gruppo di allievi attenti e sensibili con il quale abbiamo trattato di “musica e relazione”.

Era il 9 maggio 2020 e come premessa di contestualizzazione manifestavo il piacere di essere di nuovo in qualche modo con loro se pure mancando la presenza reale e citavo “L’incontro non può che essere in carne ed ossa” riprendendo un breve video dove Carlo Sini, da filosofo par suo, chiarisce i problemi della formazione in rete: Sini si interroga sulla natura della formazione che ne può derivare, cosa può essere perduto e/o guadagnato. La questione Presenza/Assenza risale alla scrittura, cioè nasce con l’introduzione dei libri.

La trasmissione del sapere attraverso i libri, cioè in assenza, produce un’Influenza sul modo di insegnare. Come oggi la rete. Se ne trarranno conseguenze ancora inimmaginabili anche in termini di creatività. Con gli strumenti informatici, la formazione a distanza può produrre Competenza senza Sapienza, ci dice Sini, ciò che viene inevitabilmente perduto è l’azione comunicativa del gruppo.

La differenza è che i mezzi a distanza non danno l’esperienza di un gruppo di esseri umani che si trova insieme ad abitare in uno spazio comune e vive l’esperienza  nelle sue ovvie declinazioni relazionali.

Non c’è formazione senza la capacità di stare insieme, di creare COMUNITÀ (formazione è politica) come nelle arti dinamiche che Platone rivendicava espressione di sapienza umana in esercizio.

Fatto tacito,  ma istitutivo della collaborazione, suggerisce uno stile comportamentale idoneo: una regolata libertà gerarchica.

L’altra esperienza da cui ho tratto spunto riguarda una giornata seminariale davvero preziosa: personalmente mi ha consentito di vivere meglio il lutto per la perdita di un grande maestro della psichiatria che è stato Fausto Petrella. Della giornata di presentazione del libro “l’Ostacolo e l’Ascolto” ho già scritto, ma qui mi interessa ricordare che in quell’occasione si esemplificava una modalità dialogante di insegnamento particolarmente propizia a trasmettere conoscenza e pensiero in psichiatria.

Il dialogo che Petrella animava nelle sue lezioni esprimeva molto bene come dentro una relazione si sviluppi conoscenza con un sistema di apprendimento che può avvenire appunto all’interno di relazioni.

L’ultimo punto di questo mio progetto di studio sull’imparare e l’insegnare nel loro intreccio potrebbe riportarci alle origini e cioè a riflettere sui fondamenti della conoscenza alla luce delle “novità” che ci arrivano dalla ricerca neuroscientifica. Senza dare spazio ad intenti “neuromanici”(vedi Legresti e Umiltà 2009) e relative riduzioni, Ugo Morelli recensisce in un recente articolo su Doppiozero di S. Deheane How We Learn , sintetizzando il concetto di riciclaggio neuronale e la definizione di quattro pilastri dell’apprendimento: attenzione, curiosità, ritorno sull’errore , consolidamento.

Sulla base di queste di queste esperienze e le interviste che man mano proporrò vorrei costruire una sorta di viaggio selezionando letture che mi paiono creative intorno a questo temi:

  • Le basi dell’apprendimento
  • Salute mentale e apprendimento                          
  • Passione estetica per il destino dell’uomo
  • Disciplina e silenzio
  • Psichiatria e formazione

Comincerò con l’intervista a TAKAHIRO  SEKI e vorrei alternare artisti e insegnanti estranei alla nostra disciplina a cultori della psicopatologia e della Clinica psichiatrica.

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 Il Vaso di Pandora, dialoghi in psichiatria e scienze umane è una rivista quadrimestrale di psichiatria, filosofia e cultura, di argomento psichiatrico, nata nel 1993 da un’idea di Giovanni Giusto. E’ iscritta dal 2006 a The American Psychological Association (APA)

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