Amore e Psiche: vale la pena di riportare l’originale versione che Apuleio nel suo Metamorfosi dà del mito, pur rifacendosi a narrazioni anteriori. Penso ci parli del complicato rapporto fra mente conoscente – Psiche – e Amore.
Il rapporto tra amore e psiche secondo Apuleio
E Psiche, con amore mai sazio, lei piuttosto curiosa, sta lì a scrutare e maneggiare le armi del marito, estrae dalla faretra una saetta. Ed ecco che mentre ne esplora la punta, quanto fosse acuminata, saggiandola con il pollice; eppure ancora il dito le tremava così che lo appoggiò un poco più forte e se ne punse un po’ profondamente, tanto che piccoline alla superficie della pelle affiorarono gocce di color rosa. Così, senza saperlo e per sua iniziativa, psiche fu presa da amore per Amore. Cupida di Cupido, allora, ardendo di più e più, riversa su di lui, ansimando per la passione, con frenesia lo cosparse di baci caldi e voluttuosi, con la sola paura che quel sonno non dovesse durare …
…ma mentre lei va fluttuando commossa da tanta beatitudine e con la mente percossa, quella lucerna, vuoi per suprema cattiveria e perfidia, vuoi che anche lei morisse dalla voglia, rovescio giù dalla punta del suo lume una stilla di olio bollente sulla spalla destra. Così scottato, il dio si destò d’un balzo, vide lo scempio della lealtà tradita e difilato, senza dire niente, se ne volò via dai baci e dalle mani della sfortunatissima moglie. C’è dunque l’impossibilità, per la mente e la ragione, di conoscere e capire veramente il mistero dell’amore, sempre sfuggente. La pretesa di farlo potrebbe essere distruttiva.
Ma c’è anche altro: Psiche si punge con la freccia di Amore, e lo ustiona con l’olio della lampada. Credo che in amore sia capitato qualche volta a chiunque di sentirsi ferito o scottato. Dice un canto Tuareg: ieri sera nell’ora dei violini aspra una pena di amor mi punse. L’investimento affettivo (del resto, come ogni investimento) ha in sé un rischio.
Gli aspetti aggressivi nel rapporto d’amore
Questa storia introduce dunque nel complicato problema degli aspetti aggressivi più o meno presenti nel rapporto di amore.
Ne parla Freud, e tanto ampiamente che citarlo sarebbe opera improba. Fornari in “Genitalità e cultura” così si esprime sulle lontane origini infantili di questo intreccio: Ritorniamo cioè al mors tua vita mea come posizione predatoria sadica e al mors mea vita tua nei quali si esprime il rapporto predatorio totale del bambino verso la madre e quello di offerta totale della madre al bambino.
E il tema emerge da tante altre fonti senza pretese scientifiche. Mi limiterei a ricordare “Il giardino dei Finzi-Contini” di Bassani: la co-protagonista rifiuta l’approccio amoroso del protagonista, perché fra loro c’è troppa leale amicizia: ritiene incompatibili le due cose. E c’è la metafora “bellica” spagnola: a batallas de amor campo de pluma. Non parliamo poi dei comportamenti sadomaso, che quando presenti sono abitualmente marginali, ma in qualche caso prevalenti: ciò, a livello clinico nelle parafilie o, a livello di improprio costume, nei maltrattamenti coniugali, che possono anche non essere incompatibili con una intesa sessale.
Credo dunque, in linea generale, che il rileggere i miti nell’ottica dei nostri attuali saperi dimostri (sempre?) una sostanziale continuità dei temi di base, con fondamentale ruolo della metafora e del simbolo.