Il viaggio.
Quanti significati, quanti modi di viaggiare.
Fondamentale esercizio mentale e fisico dove finalmente ci si sente unici in contatto con la natura che ci riempie di odori, colori, impressioni, fantasie.
Ebbene, il documentario dell’amico e collega Marco Vaggi, al quale ho chiesto di poterlo pubblicare sulla nostra rivista, ben rappresenta tutto ciò.
Buona visione!
Giovanni Giusto
Da viaggiatrice non posso che ringraziare Marco per questo bellissimo reportage. Il viaggio è diventato il mio modo di arricchirmi, respirare, ricaricare, sperimentare, conoscere modi e tempi diversi di affrontare la vita. Ho ritrovato nel tuo racconto molte delle sensazioni provate nella Puna Argentina.
Credo che la curiosità che ci spinge a viaggiare nel mondo non sia poi così diversa da quella che ci ha condotto alla scelta del nostro lavoro. Che altro non è che un viaggio, talvolta faticoso, ma spesso portatore di ricchezza inestimabile. Grazie.
Mi fai rimpiangere di non esserci andato. Si jeunesse savait, si vieillesse pouvait…
Noi umani siamo nati viaggiatori se è vero che, nati in Africa e magari sugli alberi, siamo andati a prenderci tutto il mondo. A volte per necessità, a volte spinti dalla voglia del nuovo, del diverso, dell’ignoto, dell’altrove, perfino di un rischio affascinante e da padroneggiare: la stessa voglia che alimenta lo sviluppo della ricerca scientifica e di ogni avventura culturale. Questo qualcosa che abbiamo dentro ci spinge oggi a quel bellissimo gioco che sono i viaggi turistici.
Non è un caso che la parola “senso” abbia tre significati, solo in apparenza scollegati: quello di “direzione” concreto aiuto al viaggiatore, quello di “pienezza di significato”, quello erotico.
Il viaggio non termina col rientro fisico a casa: diventa generatore di immagini, racconti, ricordi condivisibili. Grazie